Coppia e famiglia. Crescere insieme.

Chi non è attratto dai propri simili? E’ una legge della natura. Ed io non faccio eccezione. Mi accorgo infatti che, ovunque vada e qualunque cosa faccia, cerco inesorabilmente il confronto/conforto di altri genitori. Spesso la comunicazione si limita a qualche sguardo complice e comprensivo, a qualche sorriso appena percettibile, a qualche gesto di palese solidarietà verso le difficoltà e le gioie che tutte le mamme e i papà di questo mondo devono affrontare nella quotidianità. E, sempre più spesso, mi accorgo di cercare in altri genitori l’affermazione dei miei problemi, sperando nel famoso “mal comune, mezzo gaudio”.

Eppure, se il confronto con “i propri simili” è fonte di apprendimento, il confronto con il diverso può essere fonte di ispirazione e di continue rivelazioni.

Abbiamo una coppia di amici, sposata e senza figli, con cui – non appena possibile – organizziamo qualche uscita. Loro tollerano in maniera sorprendentemente amorevole le nostre piccole pesti. E per noi, osservare per qualche ora il loro modello di famiglia, cosi diverso dal nostro, ci regala una boccata d’aria ristoratrice. Ma, soprattutto, ci costringe a riflettere su alcuni aspetti che troppo spesso rischiano di venire sommersi dal tran tran quotidiano della vita di una famiglia pargolo-munita.

Uno di questi è il ruolo della coppia e il modo in cui questa (sopra)vive nella famiglia. Sono sicura che, in maniera intelligente e razionale, tutti noi sappiamo che la coppia è il fondamento di qualsiasi famiglia. Se la coppia è solida, tutto il nucleo familiare cresce in maniera equilibrata e si rafforza nel tempo. Se la coppia scricchiola, inevitabilmente, scricchiolano le fondamenta di tutta la famiglia. Eppure, che fatica mettere in pratica la buona teoria… Come si dice, tra dire e fare c’è di mezzo il mare. Anzi un oceano intero…Anche coppie solidissime prima dell’arrivo di un figlio, si ritrovano sballottati in una tempesta inaspettata una volta nato il piccolo batuffolo, tanto coccoloso quanto tiranno. E rischiano di perdersi. Rischiamo di perderci.

Insomma, l’amore è un progetto, non un concetto astratto. E, come qualsiasi progetto, richiede tanta forza, costanza e persistenza. La voglia incrollabile di non soccombere a problemi, corse contro il tempo, insoddisfazioni, sacrifici. Il coraggio di non dimenticare i motivi che ci hanno spinto, tempo addietro, a diventare compagni di vita prima di diventare genitori. E, perché no, richiede senz’altro una ferrea disciplina nel seguire poche, semplici regole di “buona condotta”: ritagliarsi del tempo come coppia, non smettere di comunicare, non smettere di ridere insieme, ringraziare per i gesti affettuosi che riceviamo, esternare le cose positive dell’altro, fare l’amore…

Sembra facile, vero? Eppure sappiamo che non lo è. Ma i problemi di coppia e di famiglia… si risolvono solo all’interno della coppia e della famiglia. Come? semplicemente, facendo un passo alla volta. Credendoci. Volendolo. Crescendo insieme.

Nel nome di una serenità che a volte sembra una chimera ma che invece è una conquista. Nel nome della nostra felicità, di quella del nostro partner e, soprattutto, di quella dei nostri figli. Perché ogni bambino nasce anzitutto nella mente e nel cuore dei genitori ed è lì che cresce veramente. Che diventa persona, individuo, adulto. Tra due pilastri che per definizione devono essere fermi, forti ed entrambi presenti. Perché è tra quei due pilastri, in quello spazio chiamato famiglia, che lo sviluppo dei nostri figli si concretizza, trovando il proprio equilibrio e la realizzazione di sé.

E adesso corro a ringraziare mio marito. Ieri sono stata malissimo e lui mi ha coccolata come fossi stata una bambina, nonostante avessimo da poco discusso. Se non è amore questo… Scrivere questo post mi ha ricordato che seguire quelle famose, semplici regole è un impegno che non ammette deroghe.  Quindi, un grazie pubblico al mio compagno di vita. Ed ora, spengo il PC e vado a ringraziarlo in privato… i bimbi sono dai nonni, eh eh!

 

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