Io speriamo che mamma e papà facciano l’amore
Appunti e pensieri di un papà sulla sessualità tra genitori.
Certo, l’argomento è delicato e andrà quindi affrontato con un po’ di sana ironia, mettendomi in prima linea e cercando di offrirvi, per quello che mi è possibile, un piccolo, piccolissimo spunto di riflessione su come e perché cambiano le relazioni in famiglia con la nascita dei bimbi.
Se nel post “Il triangolo (im)perfetto…” ho sculacciato i miei compagni di sventura, cioè papà “troppo” presi per vedere le difficoltà della propria compagna di fronte alle sfide quotidiane, oggi invece ci concentriamo un po’ di più sulla nostra “dolce” metà. Mamma mia, chissà quanto mi costerà!! Credo che l’argomento sesso sia una questione “delicata”, che però riguarda moltissime coppie di genitori. Partendo dalla mia esperienza, una cosa che mia moglie mi rimprovera spesso è: “Fabio ma pensi sempre la stessa cosa?!”. Io non rispondo, ma penso: “Ci puoi scommettere, cara!!!”.
Nella pratica, è molto frequente parlare con coppie che fanno risalire l’inizio delle incomprensioni e delle tensioni alla nascita del bimbo. Questo evento produce spesso l’intensificarsi dei conflitti e la riduzione dei rapporti sessuali, il cui protrarsi viene giustificato dalla necessità di occuparsi delle “piccole belve”. I figli diventano quindi un impedimento ad una vita di coppia appagante e, al tempo stesso, l’obbligo a restare uniti per svolgere il compito genitoriale. Cari amici, il punto è che l’esclusione dalla coppia della vita sessuale comporta anche un impedimento delle stesse funzioni genitoriali, come fornire ai nostri piccoli cure adeguate di fronte ai bisogni così diversi che si presentano durante la loro crescita.
Noi genitori, infatti, siamo chiamati a compiti evolutivi estremamente complessi, che coinvolgono aree affettive diverse e molto sensibili e che possono comunque riattivare conflitti ed ansie. Tra questi compiti, un posto centrale è occupato dall’integrazione della sessualità con le funzioni di genitore… Ci dobbiamo fare i conti, è inevitabile… Shakespeare nel suo “Racconto d’inverno” ci parla di come la gelosia di un marito si scateni violentemente di fronte alla gravidanza della moglie, considerata frutto di un tradimento. Ad un altro “livello”, possiamo pensare a questa reazione come il segnale di un legame “difficile”, in cui il marito si ribella alla minaccia di perdita del possesso esclusivo della moglie, a causa dell’arrivo del piccolo. Senza arrivare ad estremi del genere e tornando alla realtà quotidiana, la nascita dei nostri piccoli può esporre noi maschietti “fragili” a sentimenti di esclusione e di gelosia, poiché abbiamo perduto quella posizione privilegiata in cui ci sentivamo “unico” oggetto di amore e di attenzione della nostra compagna.
E le nostre donne? Non dovevo “prendermela” con loro, questa volta?! Amici miei atto secondo (il primo era “Il triangolo (im)perfetto”, ricordate?): le nostre mogli, le nostre compagne, non sono da meno. Potrebbe accadere, infatti, che si ritrovino a provare sentimenti di rancorosa rivalità nei nostri confronti, che ci attribuiscano posizioni privilegiate dalle quali continuare a godere di una vita attiva, libera e gratificante, senza quelle limitazioni che “solo” la mamma vive per accudire il suo “tesoro”. Quante mogli rimproverano infatti i propri mariti con frasi del tipo: “tu puoi ancora uscire con i tuoi amici, mentre io devo stare a casa a badare ai bimbi!”; oppure “tu non hai dovuto sacrificare la tua carriera per i figli; sono io che ho rinunciato a tutto per la famiglia”; eccetera eccetera…
Care mamme, care mogli, care compagne (ora tocca a voi meditare), purtroppo, è proprio a queste esperienze emotive che sembrano potersi ricondurre moltissimi casi di tradimento da parte del maschietto, soprattutto in coincidenza con la nascita del “pupetto”. Uscendo dallo stupido pregiudizio per cui “Gli uomini sono tutti porci e traditori”, ci si potrebbe anche aprire all’idea che il tradimento, almeno in questi casi, rappresenta un modo per tenere a bada l’ansia e la rabbia dell’esclusione, che viene imposta dal privilegio di cui gode il bimbo nella vita e nella mente della nostra (ormai sua) donna. Sebbene bisogna riconoscere che simili episodi derivano prevalentemente dalla vulnerabilità e dall’intensità dei bisogni del maschietto, bisogna anche fare i conti con il fatto che spesso vengono agevolati, anche involontariamente, dalla donna quando incontra difficoltà a svolgere quel compito fondamentale di cui accennavo prima, cioè coniugare in modo equilibrato la propria condizione di madre con la pratica della sessualità.
Cari papà, care mamme, siamo tutti grandicelli per “negare” che il sesso rappresenta una spinta motivazionale fortissima, tanto è vero che, laddove la relazione non sia soddisfacente nella vita reale, ecco comparire anche le relazioni virtuali. Fenomeno sempre più diffuso che riguarda noi-coppia ma anche noi-genitori: “Come riusciremo ad insegnare ai nostri figli a distinguere tra reale e virtuale, mettendoli in condizione di riconoscere le potenzialità ed i rischi della rete, se noi stessi, a volte, ne siamo consapevoli” vittime” ed altrettanto consapevoli “carnefici”?
Alla prossima!
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