Come viaggio io…
Guest Post di Gianluca Bertini
Ricordate il post di Andrea Bicini , che ci ha raccontato l’emozionante esperienza di passeggiare per le strade di Bangkok con Lara, la figlioletta cinquenne di una sua coppia di amici in visita in Thailandia? Bene, oggi il racconto prosegue e questa volta a parlare è Gianluca, il papà di Lara. Che ci spiega cosa significa viaggiare in famiglia e quante meravigliose esperienze si possono fare con i bambini, se si lasciano a casa ansie e paure…
Continuo a cercare e ricercare eppure non trovo scritto su alcun codice civile o penale che è punita la condotta dei genitori italiani qualora decidano autonomamente, o dietro consiglio, di portare in viaggio all’estero i propri figli…eppure è proprio così!
Ho sentito le scuse più assurde e bizzarre ed alcune ve le voglio raccontare, ma non morite dal ridere per favore:
-il pediatra ha detto che il bimbo non può volare così in alto… / che il fuso fa male al bambino (…malattie inguaribili!)
-l’agenzia lo sconsiglia per il clima troppo diverso (..certo sei sulla luna!)
-all’estero non ci sono cose da mangiare per i bambini (..non si nutrono all’estero!)
-il bimbo non ha il passaporto e in Questura me lo consegnano fra 9 mesi (.. un parto!)
-noi non parliamo inglese (…certo un problema avere con se uno smartphone o un piccolo dizionario!)
e la più chic…
-tu hai speso € 3.000 per andare all’estero io invece quest’anno con soli € 2.950 sono tornato in quel posto in Italia ( senza nulla togliere alla nostra splendida nazione che amo e apprezzo tantissimo, ma questo è un altro discorso…)
Ho accettato volentieri l’invito di Andrea e Valentina, Amici conosciuti grazie alla Rete e alla passione sconfinata per i viaggi, di scrivere questo articolo principalmente per ribadire ciò che dico sempre: i problemi sono nella testa dei genitori non dei figli e sono generati da vincoli educativi e culturali!
E’ chiaro che ai bambini va inculcato sin dalla nascita il concetto che viaggiare è “sentire” il mondo, vivere tra le culture, scoprire abitudini, virtù e difetti della gente, imparare il rispetto e la tolleranza, recepire lo stimolo da tutto ciò che ti circonda, apprezzare ogni esperienza.
Oggi, per Lara, (…5 anni e all’attivo 4 timbri intercontinentali sul passaporto!) tutto questo è un semplice gioco che comincia molto prima: con la preparazione del viaggio, con l’intuire le opportunità che avrà di fare ciò che desidera, mescolate ai desideri dei propri genitori di vivere a fondo il luogo in cui si trovano. La pianificazione aiuta a sposare le necessità di tutti, senza però eccessivi vincoli ad un rigido programma prestabilito e nel rispetto di una sola fondamentale regola: la vacanza è il viaggio e un viaggio non è una vacanza.
Non vorrei soffermarmi molto sulla differenza stra-discussa tra viaggio e vacanza. Ma, dopo tanti viaggi in giro per il mondo, sono portato a considerare molti genitori italiani troppo vacanzieri e poco viaggiatori, non tanto perché hanno poca curiosità nello scoprire nuove mete, ma perché portano in viaggio pretese spesso ottuse e fuori luogo, nel vero senso della parola.
La Thailandia, in ordine di tempo, è stato il viaggio nel viaggio, perché Lara – ormai già grandicella – ha fatto la sua parte nell’organizzazione, esplicitando i suoi desideri: “papà io vorrei andare in piscina o al mare tutti i giorni quando ritorniamo in albergo, dopo le vostre lunghe passeggiate”. Ed è sempre stata molto attiva e curiosa di capire perché la gente parlasse in maniera strana o mangiasse cose di altra forma e colore, perché il papà dopo ogni pad thai ( che non ha niente a che vedere con l’ipad thai…) corresse a scolarsi una bottiglia di Sang S… no, no, volevo dire di acqua!
A Bangkok, con l’imprevisto del passeggino, ha ben compreso che era ora di camminare con le proprie gambe e scoprire quanto è divertente scalare i livelli delle cascate di Erawan per poi tuffarsi nella piscina al livello 4 e magari fare l’acquascivolo sulle rocce… Ogni fatica merita la sua ricompensa ed ogni promessa è un debito, sempre!
A Kanchanaburi, dove la realtà thai è un po’ più autentica, la gente osservava incuriosita due farang e mezzo (farang=straniero) che attraversavano i loro mercati locali soffermandosi ad assaporare le magnifiche pietanze appena preparate sui banchi, apprezzandone i sapori e i profumi e godendo della disponibilità e della semplicità autentica delle persone… soprattutto quando i due farang e mezzo di prima si accorgono che, magia qui magia lì, parla qui parla là, il tempo è passato ed i taxi…sono spariti tutti! Ora che si fa? Moriremo qui di stenti? Calma e pazienza, e senza trasmettere alcuna ansia a Lara, abbiamo chiesto (ed ottenuto) il massimo che si poteva al momento: senza pretese eccessive, sono arrivati due moto-taxi che per 120 BHT l’uno (€ 3) ci hanno caricato incastrando la bimba tra l’autista e la mamma e poi a 20 km/h (imposti dal papà!) siamo tornati in hotel… a mali estremi estremi rimedi! Un imprevisto può sempre capitare e non venite a dirmi che da giovani non siete mai andati in tre su un motorino! Un po’ di paura, certo, ma anche tante risate e un grazie a quei due ragazzi che ci hanno riportato sani e salvi in hotel! Ovviamente per Lara è stato un parco giochi inaspettato che avrebbe voluto rifare subito!
Vi ho raccontato degli imprevisti per farvi comprendere che, nonostante tutto, farei esattamente le stesse cose. Perchè ho visto luoghi incantevoli e mozzafiato, ho conosciuto persone bellissime che a loro modo mi hanno aperto la mente, perché mia moglie e mia figlia sono state eccezionali e mi hanno sempre sostenuto in modo da affrontare quelle situazioni che, a causa degli eventi, non ho potuto programmare o prevedere, senza mai colpevolizzarmi.
Alla fine, senza eccessiva retorica, ai genitori italiani indecisi consiglio di provare queste esperienze e non privarsi di tali emozioni ma non partire mai:
- senza conoscere le reali necessità dei propri figli. E, in un viaggio, le loro necessitá non saranno certo la Nintendo o CiccioBello e le merendine di quel mulino… Per farli felici, basta garantire loro gli stessi ritmi che hanno a casa (mangiare, dormire, giocare) e chi se ne frega se ciò avviene su un aereo, in un hotel o in una nave;
- senza pazienza e spirito di adattabilità, poiché sono fondamentali in un viaggio totalmente “fai da te”; non esiste programmazione o previsione che tenga quando capita l’imprevisto ma c’è una soluzione quasi a tutto (ricordo che siamo sulla Terra non su Marte, almeno per ora..) e l’educazione ed il rispetto aiutano le persone ad supportarci meglio;
- senza la voglia di scoprire mettersi in gioco e provare a fare cose nuove, ovvero a guardare un po’ più in la oltre i propri limiti perché sarà di esempio a nostri figli che ci osservano, ci imitano e ci giudicano; questo servirà tanto a loro e ritengo li aiuterà nella vita a provarci sempre e non mollare mai;
- senza la consapevolezza che tutto dipende dalle tue azioni; al timone della “nave viaggio” ci sei tu e i figli sono ben disposti a seguirti ed assecondarci qualora si sentano ugualmente protagonisti e coinvolti nel progetto e nella realizzazione;
- senza considerare l’opportunità, di tanto in tanto, di farsi trasportare dagli eventi godendo appieno la vita così come viene, considerando che anche a 10.000 km da casa puoi sentirti a casa, in mezzo ai tuoi simili, in un pezzo di mondo che anche un po’ tuo se lo tratti con rispetto ed educazione.
Lasciatemi solo ringraziare:
Andrea, perché con lui e Kevin la Thailandia ha avuto un “sapore” davvero diverso, breve ed intenso, eccezionale e malinconico;
Valentina che mi ha donato questo spazio e l’opportunità di raccontarvi un po’ come viaggio io.
Auguri a tutti!
Gianluca Bertini di Feel the World
viaggideirospi
02/01/2013 at 11:16
Questo non l’avevo ancora letto!!! Si può farne un manifesto??? Grandissimi!!!
The Family Company
02/01/2013 at 12:03
Vero, Gianluca e la sua famiglia sono viaggiatori straordinari!!
Gianluca
05/01/2013 at 16:20
Grazie, grazie molte a tutti Voi. Non sono un bravo narratore ma ho cercato di trasmettere le mie sensazioni con l’augurio che altri genitori possano affrontare queste esperienze uniche con la gioia nel cuore.
Saluti
The Family Company
06/01/2013 at 09:19
Gianluca, grazie a te per il tuo contributo! Quello che hai scritto dovrebbe davvero diventare un manifesto! Un abbraccio forte soprattutto alla piccola, grande viaggiatrice Lara!
Pingback: Come prenotare un family-hotel in Asia: Agoda.it | The Family Company