Lezioni di fotografia 5: tempi di posa e movimento
Come abbiamo visto qualche lezione fa, il tempo di posa, regolabile attraverso l’otturatore della fotocamera, determina l’intervallo di tempo durante il quale la pellicola viene esposta. Durante l’esposizione può accadere che il soggetto si sposti, e se il tempo di posa è abbastanza lungo la fotografia può risultare mossa. Quindi possiamo dire che la velocità dell’otturatore determina il tempo di posa e da questo dipende la nitidezza dell’immagine.
Affinché il soggetto non risulti mosso e la fotografia sia nitida occorre impostare un tempo di posa sufficientemente breve. Quanto breve dipende da diversi fattori: la velocità del movimento del soggetto, la direzione del movimento del soggetto rispetto all’inquadratura, la distanza del soggetto stesso. Possiamo immaginare quanto sia diverso fotografare una lumaca piuttosto che una rondine, oppure una stella piuttosto che un’auto da corsa da bordo pista.
Quanto detto ci porterebbe a pensare che con un soggetto immobile sarebbe possibile impostare un tempo di posa lunghissimo. In realtà dobbiamo anche tenere conto dei movimenti del fotografo e della macchina fotografica, i quali saranno tanto più amplificati quanto maggiore è la lunghezza focale dell’ottica utilizzata.
Se ricordate, tempo fa abbiamo parlato di obiettivi ed abbiamo imparato la regola generale secondo la quale per ottenere foto nitide è indispensabile adottare un tempo di posa pari al reciproco della lunghezza focale. Quindi se usiamo un 20mm dovremo fotografare ad almeno 1/20 di secondo, se usiamo un 300mm dovremo fotografare a 1/300 di secondo, ovvero un tempo molto più rapido.
In sintesi è importante sapere che fotografie poco nitide o mosse sono causate da un tempo di esposizione troppo lungo rispetto al movimento del soggetto o della fotocamera. Per il secondo interviene in nostro aiuto il cavalletto o lo stabilizzatore presente in alcuni obiettivi o fotocamere. Per “congelare” il movimento del soggetto, c’è poca scelta: bisogna impostare un tempo sufficientemente rapido e qualora la luce non lo consenta, si ricorre all’innalzamento della sensibilità ISO fino ad ottenere il tempo desiderato.
Oltre al movimento del soggetto o della fotocamera, abbiamo detto che un altro fattore che può determinare una fotografia mossa è la distanza fotocamera-soggetto. Tornando all’esempio dell’auto da corsa, se fotografiamo da bordo pista dovremo impostare un tempo rapidissimo affinché l’auto risulti nitida; ma se raddoppiamo la distanza, l’auto – spostandosi a pari velocità – percorrerà metà distanza nell’inquadratura e questo ci consentirà di fotografare con un tempo di posa più lungo (doppio in questo caso).
L’ultimo fattore da considerare è la direzione del movimento. Se il soggetto si muove dritto verso di noi, sarà la velocità di messa a fuoco a garantire la necessaria nitidezza. Impostare il giusto tempo di posa, per quanto rapido possa essere, in questo caso non sarà sufficiente. Al contrario, se la direzione del movimento del soggetto è perpendicolare all’asse dell’obiettivo allora occorrerà un tempo di posa relativamente breve.
Facciamo qualche esempio:
[10 sec f/5.6]: con tempi di posa molto lunghi, di notte si possono ottenere effetti particolari. In questo caso le automobili hanno percorso una notevole distanza durante l’esposizione. I fari e le luci posteriori hanno così prodotto delle scie luminose. La lunga esposizione ha richiesto l’utilizzo del cavalletto per evitare che tutto l’ambiente circostante risultasse mosso.
[1/2 sec f/22]: Con tempi dell’ordine di qualche frazione di secondo l’acqua, che si muove, appare mossa e con il tipico effetto latte. Un tempo di posa molto più rapido avrebbe consentito di vedere i singoli spruzzi.
[1/45 sec f/11]: i tempi di posa medi, tra 1/30 sec e 1/125 sec sono l’ideale per la maggior parte delle fotografie, assicurando immagini nitide se i soggetti non si muovono troppo rapidamente.
[1/2000 sec f/5.6] Un tempo molto breve consente di “congelare” anche le azioni più rapide.
[1/180 sec f/16]: in questa immagine ho seguito il soggetto con un tempo di posa relativamente lungo. Ciò mi ha consentito di avere il soggetto nitido e lo sfondo mosso, conferendo allo scatto notevole dinamicità. Questa tecnica è nota come “panning”.
[1/180 sec f/11] Altro esempio di panning con un grifone.
Allora, vi va di fare qualche prova? Postate i vostri scatti nel nostro gruppo Facebook. E se avete domande, noi siamo qui! Alla prossima lezione!
viaggideirospi
31/01/2013 at 13:41
Bentornato Maestro! Mancavano i suoi suggerimenti preziosi!!
robiph
31/01/2013 at 13:56
grazie mille. è stato un periodo intenso di impegni e avevo quasi dimenticato quanto fosse piacevole scrivere su questo blog 😉
The Family Company
31/01/2013 at 14:31
Vero Ale che abbiamo sentito la sua mancanza??? devo cominciare a fare un po’ di pratica!
Ruggero
31/01/2013 at 14:33
Roberto, forse è una domanda sciocca… ma come si fa a ricordarsi tutto, a stare attenti a tutti questi parametri e allo stesso tempo cogliere l’attimo di uno scatto?
The Family Company
31/01/2013 at 14:34
Bellissima domanda Ruggero. Sono sicura che se lo chiedono in tanti. Effettivamente anche io… Immagino sia una questione di pratica, ma sono curiosa di sentire Rob.
Grazie per essere passato di qua.
robiph
31/01/2013 at 14:55
Ruggero, capisco che all’inizio tutte queste nozioni possono sembrare difficili da ricordare ma è un pò come guidare. all’inizio pensi a come staccare la frizione, quando cambiare marcia, quando azionare la freccia ecc., dopo diventa tutto automatico. in ogni caso nulla vieta di affidarsi agli automatismi della macchina che però risulteranno molto più semplici da gestire se si conosce la tecnica almeno in teoria. e poi è importantissimo provare e sperimentare. alla fine le regolazioni si riducono a tre soli parametri: il tempo, il diaframma e la sensibilità
Luisa
01/02/2013 at 09:38
Ciao Roberto. Non conoscevo questa rubrica, ora che l’ho scoperta la seguirò con attenzione! Sono agli inizi e fino ad ora ho sempre scattato in automatico. Faccio ancora molta fatica a mettere in pratica queste regole. La mia domanda è: tu come consiglieresti di cominciare? cioè, se fossimo li con te, in un gruppo, fuori a fotografare… cosa ci diresti di fare? Non so se mi sono spiegata…
robiph
01/02/2013 at 21:23
luisa benvenuta. il mio consiglio è di scattare in automatico e di riprovare a fare lo scatto impostando manualmente i parametri di ripresa. lo stretto successivo è quello di cambiare la coppia tempo-diaframma e visualizzare gli effetti. in due parole: studiare e sperimentare 🙂
ciao
Tiziana
01/02/2013 at 15:25
Amo gli scatti come quelli del ruscello, non sono mai riuscita a farne una. La mia difficoltà principale è associare la misura giusta da impostare con la foto che voglio ottenere (troppi numeri) non so mai quando bisogna alzare o diminuire. Roberto, ovviamente per fare queste prove è meglio mettere la fotocamera in funzione manuale giusto? Mah, appena possibile ci provo. Grazie
robiph
01/02/2013 at 21:30
Tiziana non facciamo l’errore di pensare che la coppia tempo-diaframma si determina solo con l’esperienza. Esiste l’esposimetro a darci le giuste indicazioni. come dicevo a Luisa partiamo da uno scatto fatto in automatico e ripetiamolo impostando i dati di scatto forniti dall’esposimetro incorporato nella macchina.
per la foto del ruscello, come dicevo nell’articolo ho utilizzato il cavalletto. poi ho chiuso il diaframma al massimo e diminuito la sensibilità al minimo così da impostare un tempo sufficientemente lungo da ottenere il “mosso”dell’acqua.
ciao 😉
The Family Company
02/02/2013 at 09:43
Mi viene un po’ d’ansia… Ci riuscirò mai Rob??? 🙁