Moreno Cedroni, what else?
Vi ricordate del nostro romantico weekend nelle Marche? Vi avevo raccontato che, complici i nonni in visita, io e mio marito ci siamo concessi un fine settimana da soli. A coronarlo, un’esperienza che aspettavo di fare da tempo: assaggiare la cucina di Moreno Cedroni. Il suo ristorante, la Madonnina del Pescatore, due stelle Michelin e nominato dal Wall Street Journal tra i primi dieci ristoranti europei di pesce, si trova sul lungomare di Senigallia ed è stata una vera rivelazione. Cucina di altissimo livello, ovvio. Ma ciò che mi ha colpito va ben oltre.
L’accoglienza impeccabile, ma mai distante. La sala elegante e moderna, ma di una sobrietà morbida e confortevole. Grandi vetrate che danno sul mare ed una fila di bicchieri allineati. Tulipani arancioni sui tavoli. E una libreria che occupa una parete intera. Piena zeppa di volumi e riviste. Piccoli dettagli giocosi, che lasciano trasparire un animo poco ingessato, una sorta di scompostezza che attira.
Mi piace molto l’idea di sfogliare le pagine di un volume, mentre aspetti che ti venga servito un piatto di alta cucina. E, così facendo, quasi per caso, lo sguardo viene attirato da uno scaffale in basso, da cui fanno capolino libri, giochi e tovagliette per bambini. Resto letteralmente paralizzata. Possibile? Possibile che un ristorante con due stelle Michelin sia anche attrezzato per le famiglie con bambini?!
La mia domanda non può restare senza risposta. Così, mi faccio coraggio e chiedo a Mariella, moglie di Moreno e presenza fondamentale in sala. Mi sorride e mi conferma che il loro ristorante accoglie i bambini e anche gli amici a quattro zampe. Non solo! Mi rivela che qualche volta le è anche capitato – in estate – di dover metter su un piccolo campeggio con materassini, in modo da lasciare i bambini riposare mentre mamma e papà si godevano la cena! Resto senza parole. Questa è per me una conferma importante. Da sempre predico che i genitori non dovrebbero smettere di fare le cose che facevano prima di avere figli. Ed è stupendo rendersi conto che la mia non è proprio una battaglia contro i mulini a vento. C’è chi ha capito che le famiglie sono una grande risorsa, anche economica.
Insomma, cosa rende “grande” un ristorante? Le materie prime, il controllo della cottura, i contrasti, le consistenze. Piatti che sono autentiche opere d’arte. Certo. Ma anche la capacità e il coraggio di non essere eccessivamente elitari. Di aprirsi al grande pubblico, di dare una lettura immediata, chiara e semplice. Del piatto, ma anche e soprattutto di ciò che ruota intorno: l’ambiente, l’accoglienza, l’esperienza nel suo insieme. Ciò che difficilmente riuscirò a dimenticare della cucina di Moreno Cedroni è la soddisfazione, la felicità che la sua tavola mi ha trasmesso.
La vita, le persone hanno bisogno di colore, di gioco, di leggerezza. Una leggerezza che ho riscoperto in tutti i piatti che ho assaggiato. Come, ad esempio, nel Gelato al Parmigiano, omaggio al grande Ferran Adria’. Oppure nella Piña Colada: zucchero filato con ananas liofilizzato, da immergere nel verdicchio metodo classico insieme alle gelatine alcooliche . Il senso del gioco è evidente, non trovate?
E per fortuna! A tavola bisogna divertirsi. Sconfinare. Sognare. E non è difficile, con la cucina di Cedroni, cosi evidentemente intrisa di ammaliante leggerezza, costantemente in bilico tra gioco e perfezione, tra serietà ed incoscienza. Colorata, intrigante, sorprendete. Come la ricciola in salsa di porro e lemon grass, con cubetti gommosi di basilico.
Non sono ovviamente un critico gastronomico e le mie considerazioni si basano sull’esperienza vissuta e sulle mie personalissime inclinazioni. Anche questo racconto non segue un ordine ben preciso. Non voglio descrivervi portata dopo portata, tutte le meraviglie che abbiamo mangiato. Online, ne troverete tante di recensioni gastronomiche su questo ristorante. Cio’ che spero di trasmettervi è l’esperienza giocosa che abbiamo provato.
Un altro esempio? Un paio di anni fa Moreno ha creato il Menu delle Fiabe: una serie di ricette ispirate a favole note e meno note. Noi abbiamo avuto la fortuna di assaggiarne un paio. Come Pollicino: bocconcini di tonno crudo a rappresentare i bambini persi nel bosco, i cui profumi sono dati dalla salsa alla resina affumicata e dalle tracce rosse di lamponi. Le briciole lasciate da Pollicino si ritrovano, invece, nei pezzetti di piadina. Un vero e proprio percorso che abbraccia tutti e cinque i sensi. Grande eleganza e complessità, tenute insieme dal sottile filo del gioco.
Insomma, in Cedroni ho ritrovato uno chef che ha voglia di restare bambino. E come può una cucina del genere non piacere ai bambini? Di certo, i miei figli sarebbero restati estasiati di fronte al Dessert “… e adesso chi lava i piatti?”. L’ennesimo gioco, una burla quasi. Al tavolo arriva un carrello con tutto l’occorrente: guanti, spugna, detersivo e… persino le istruzioni, scritte su di un foglio plastificato.
Si viene invitati ad indossare i guanti e a guarnire una spugna che in realtà è pan di spagna. Un gioco di apparenze che trasforma un dessert classicissimo, come la zuppa inglese, in un invito a prendersi meno sul serio e a sorridere di più. La spugna di pan di spagna viene bagnata con uno spray all’alkermes. Poi si passa alla crema. Si sbriciola la pasta sfoglia, ancora una spruzzata di alkermes e infine il “detersivo“: un’abbondante cucchiaiata di panna.
Ma la voglia di giocare non finisce qui. Si passa allo zabaione ghiacciato con azoto liquido. Non recentissimo, ma fa sempre un certo effetto vedere la magia che compie l’azoto. Per i bambini (ma anche per gli adulti che si sentono tali) è come trovarsi di fronte al pentolone di Maga Cornacchia….
E per finire la mappa dei vulcani attivi nel mondo. Su una sorta di carta geografica, vengono posizionati diversi cioccolatini e l’abbinamento non è casuale. Ciascun cioccolatino contiene, infatti, ingredienti di uno specifico Paese. C’è il Giappone con il wasabi, il Messico con il peperoncino, il Vesuvio con pomodoro e basilico, la Grecia con olive e mastica e l’Africa con banana e curry.
Un’esperienza imperdibile, se siete dalle parti di Senigallia, se amate il pesce e se volete farvi coccolare un po’. Noi ci torneremo presto. La prossima volta, rigorosamente con i bimbi. Vi saprò dire…
Madonnina del Pescatore
Via Lungomare, 11
60017 Marzocca di Senigallia Ancona
Marche
Tel 071 698267
Email:[email protected]
Webisite: www.morenocedroni.it
Tiziana
29/05/2013 at 17:10
Ammiro molto chi ha fantasia, creatività e se poi entra anche l’elemento gioco… il gioco è fatto. Il posto che ci consigli è da provare assolutamente. Quella spugna è pronta da usare o da mangiare?
Valentina Cappio
29/05/2013 at 17:16
E’ tutta da gustare Tiziana! Una meraviglia! Io purtroppo sono riuscita a mangiarne una sola cucchiaiata; mio marito – di fronte a tanta bontà – si è dimenticato il significato della parola gentleman e se l’è pappata tutta! Ho una scusa buona per tornare…
Alla ricerca di Shambala
30/05/2013 at 20:30
idea che ho pensato l’altra sera a Mantova dove ci saranno 2 ristoranti che hanno l’angolo o la saletta giochi all’interno per i bambini (di cui uno ha appena chiuso).
Perchè tra le tante iniziative di Tips non create un database di ristoranti che abbiano un minimo di attrezzatura per piccoli? sarebbe taaaaaaanto utile per riuscire a godersi una cena tranquilli e non farli attaccare solo all’Iphone o Ipad.
La butto lì, non so se esiste già 🙂
certo uno al 2 stelle Michelin non va a pensare di presentarsi coi nanetti, una bella scoperta
Valentina Cappio
31/05/2013 at 05:40
Bellissima idea! Il valore aggiunto sta da chi li ha provati e vuole segnalarli. Ci aiuti?
Si, il ristorante stellato che accoglie nanetti è stata una scoperta anche per me. Certo, non c’è l’angolo giochi e resta sempre un ristorante stellato… ma i libri e le tovagliette ci sono!!
Alla ricerca di Shambala
31/05/2013 at 07:58
eccome no, se c’è da sbafare e pure bene, chi si tira indietro?
🙂