Quello che ho amato di Valencia
Guest post di Francesca Patato Friendly
Qualche tempo fa ho scritto un post che parlava di come è cambiata la mia vita da viaggiatrice ora che sono mamma, dicendo che tra le cose che ho guadagnato c’e’ il voler tornare… Ecco, Valencia è proprio un posto dove vorrei tornare. Ci sono tanti motivi per cui ho amato Valencia quando ci sono stata col mio bimbo di otto mesi, e altrettante ragioni per cui vorrei poterci tornare quando sara’ più grande. Ho amato Valencia per il suo clima da primavera perenne che ci ha regalato una giornata in spiaggia anche a gennaio e per le sue tapas, che il mio piccolo ha assaggiato con gridolini di gioia.
Ho amato i giardini del Turia, dove i bimbi giocano felici e si arrampicano sul Gulliver e ci trovi anche il fasciatoio tanto comodo per il tuo piccolo viaggiatore; e la freschissima Horchada da provare insieme ai deliziosi dolci tipici.
Ho amato Valencia per i suoi artisti che riempiono dei loro colori le serrande dei negozi del Barrio del Carmen, cosi che quando sono chiusi, la mattina presto, mentre tu cammini spingendo il tuo passeggino – perchè i bimbi non sono “tarati” sugli orari “tardi” spagnoli – c’e’ comunque qualcosa da vedere e fotografare.
E soprattutto ho amato Valencia per il genio di Calatrava, perchè nella città delle arti e delle scienze ti ci puoi perdere, con meraviglia e stupore, scattando fotografie a raffica e ammirando il cielo che si fonde con la materia e anche senza entrare in nessun museo l’arte e’ li, per essere ammirata da tutti anche da chi come i piccolini sono insofferenti alle lunghe visite nei musei.
Ma a Valencia vorrei tornare quando il mio bimbo sara’ grande perché alcune di queste meraviglie vorrei che il mio bimbo le “capisse” e quando ci siamo stati era troppo piccolo e ce le siamo godute più noi che lui. Vorrei tornare all‘Oceanografic, per vederlo battere le mani davanti ai salti dei delfini e alzare la manina, la speranza negli occhi, per essere scelto tra quei fortunati bambini che i delfini li toccheranno davvero durante lo spettacolo.
Vorrei tornare e mostrargli il Museo della Scienza, e vederlo provare tutti gli esperimenti cercando di capire come sono fatti i superoi. Vorrei tornare e ridere con lui dei lemuri, che ti saltellano tra le gambe, buffi e tenerissimi, e vedere la sua espressione osservare estasiato tutti gli animali in libertà.
E infine vorrei tornare per raccontargli la storia del santo Gral, custodito della cattedrale di Valencia.
Insomma, Valencia e’ una città davvero meravigliosa – per bimbi zero-dodici ma non solo – e se volete leggere il nostro itinerario, lo trovate qui. Pronti a prenotare il prossimo volo per questa magnifica città?
Buon viaggio!
elisa
14/06/2013 at 08:54
Quello che per me è veramente sorprendente di Valencia è lo sviluppo che ha avuto negli ultimi 15 anni. La conobbi per la prima volta nel 1998 ed era una città che non valeva molto la pena visitare, sì il centro storico era carino ma nulla a paragone di altre città spagnole.
Oggi invece anche grazie alla magnifica città della scienza è a tutti gli effetti una meta veramente interessante.
E poi che belli i murales del barrio del carmen 🙂
Valentina Cappio
14/06/2013 at 09:18
Ciao Elisa!
Grazie per essere passata di qua. Hai ragione, Valencia è uno di quegli esempi di “rivoluzione /evoluzione turistica” da seguire. E magari, ci organizziamo un bel tour tutto family, non appena nasce il piccolo miprendoemiportovia… Che ne dici? Un abbraccio forte cara.
elisa
23/04/2014 at 07:56
Vale!!!! hai visto che alla fine un tour tutto family e per giunta insieme lo abbiamo organizzato davvero a Valencia???
Che bello XD
baci
Valentina Cappio
23/04/2014 at 13:41
Io ho già voglia del prossimo Eli! Non sai come sono felice di avervi conosciuti meglio!! Un abbraccio a tutti e tre, ma uno speciale a manina…