Come affrontare un viaggio in aereo con una neonata vivace
Di Marta Zanella
Mia madre ha fatto il suo primo volo che aveva già passato i 60. Io, il primo aereo, l’ho preso alla vigilia del 24esimo compleanno (sì, lo so, non sono stata granché precoce). Mia figlia, a 7 mesi, ancora prima del battesimo in chiesa aveva già fatto il suo battesimo del volo.
Sono partita la grossa paura del “come intrattenerla durante il volo?“. Avevo letto articoli, forum, blog, e sapevo che – secondo gli altri – il problema maggiore avrebbe potuto rivelarsi il decollo/atterraggio. Il viaggio in sé, dicono tutti, non è un problema con un bambino che ancora non si muove e non cammina, perché di solito si addormenta.
Ecco, ma io conosco la mia polletta: questa di giorno non si addormenta neanche con il gas. E non sta mai, mai ferma. E io come diavolo la intrattengo per quasi due ore, più aeroporti, navette, annessi e connessi? – mi chiedevo. Nessun consiglio utile dal Grande Fratello Web. Eccoli, invece, per chi ne avrà bisogno dopo di noi. Cosa vi può servire, se avete un bimbo non abbastanza piccolo da aver solo bisogno di dormire ma non abbastanza grande da sapersi intrattenere con fogli da disegnare?
1. Giochi:
Tanti, se il vostro bambino lo esplora in due minuti e poi deve passare ad altro. Piccoli, che occupano meno spazio e ne puoi portare di più. Quelli “sicuri” che sapete che li interessano per più tempo. “Mettibili” in bocca, perché altrimenti metterà in bocca qualunque altra cosa gli capiti a tiro, inclusa la manica del malcapitato vicino di posto. E tanto sangue freddo, se siete i maniaci dell’igiene, perché di cose poco igieniche appunto ne farà e tanto non muore lo stesso.
2. Cibo, latte, acqua & co.
Tutti lo dicono: fateli ciucciare all’atterraggio e al decollo, quindi necessaria la tetta, o il biberon a seconda dell’età e dell’alimentazione. L’aria dell’aereo è secca, quindi vanno fatti bere di più. Se poi vi trovate con un bambino che è un maialino tritatutto come Lei, qualcosa da mangiare lo o la terrà impegnata per un po’.
3. Cercate di muovervi quando potete.
Guardarsi intorno è una delle attività più interessanti da fare.
4. Le persone.
Quelle non ve le portate dietro, ci sono già, e noi abbiamo scoperto che a Lei piace socializzare. La maggior parte del tempo in aereo, treno e bus l’ha passata a richiamare con versi vari l’attenzione di chiunque, per poi sfoderare i suoi migliori sorrisi, e a lanciarsi senza pudore addosso agli sconosciuti che non la degnavano di uno sguardo, piuttosto indispettita per non essere considerata. Ehm…
E una considerazione finale. Io ero terrorizzata dall’idea che potesse piangere e strillare, e forse soprattutto che tutto l’aereo mi maledicesse. Ma anche se così fosse stato, il volo sarebbe durato meno di una serata di coliche dei primi tempi. E gli altri passeggeri non li avremmo probabilmente rivisti per il resto della nostra vita. Insomma, tutto è relativo, anche un pianto che sembra eterno.
Andrea da Bangkok
03/07/2013 at 09:03
tutto è relativo per chi? Non per chi affronta un volo di 8 o più ore e si ritrova con grida e capricci durante tutto il volo! Ben vengano i tuoi consigli preziosi… dovrebbero allegarli a dépliant con le istruzioni d’emergenza!
Io parto fra poco…che Dio me la mandi buona (nulla contro i bimbi che adoro ma non se ce li ho come involontari scatenati e piagnucolosi compagni di viaggio…chiedo venia per la schiettezza)
Valentina Cappio
03/07/2013 at 12:16
Buon viaggio Andrea! Il più delle volte, le grida e i capricci sono il risultato delle ansie dei relativi genitori. Facci sapere come va!
Valeria
23/07/2016 at 22:34
Beh siamo stati tutti bambini piagnucolosi e mocciolosi … Non per questo i bambini devono viaggiare solo in macchina con i propri genitori. Io prenderò l’ aereo a settembre con mio figlio che ha a due anni….spero si riesca a trovare il modo di intrattenerlo ma in fondo la cosa necessaria è che un genitore cerchi di limitare il disturbo del proprio cucciolo…ma anche un pochino di tolleranza ci vorrebbe…no?!?!!!
Valentina Cappio
24/07/2016 at 11:29
Concordo! la tolleranza sembra diventata ormai un lusso che pochi hanno la fortuna di godere… Buon viaggio Valeria!
martilarossa
03/07/2013 at 20:54
Andrea ti capisco e la penso da sempre come te! Ma tu parli di bambini che fanno i capricci, sono quelli un po’ più grandini. Qui si parla di bimbi sotto l’anno, e se piangono disperati non sono capricci e per calmarli si fa quel che si può. Purtroppo quello che si può a volte non è abbastanza. Penso che ogni genitore preghiera in dieci lingue che il proprio figlio se ne stia buono buono. Sicuramente è fastidioso, ma nessuno lo fa apposta. A pensarci bene ci sono tanti comportamenti di adulti altrettanto fastidiosi, e quelli sì che si potrebbero evitare 🙂
Detto ciò, ti auguro un serenissimo viaggio!!
Valentina Cappio
03/07/2013 at 21:01
Concordo in pieno. E anche per i bambini più grandini spesso i capricci sono una conseguenza delle ansie dei genitori. Ho assistito poco tempo fa ad una scena davvero incredibile. Una coppia abbastanza giovane con un bimbo di 6 anni circa. Non l’hanno lasciato in pace un attimo. E stai seduto diritto, e fammi vedere se sei sudato, e stai attento che ti fai male con la matita, e bevi che altrimenti ti secca la gola… ecc ecc ecc Il poveretto era distrutto. Come non fare capricci?!
Andrea, ora siamo tutti curiosi di sapere come è andato il volo!! 😉
martilarossa
03/07/2013 at 20:58
*preghi in dieci lingue
Falsomagro
03/07/2013 at 21:03
Ciao Andrea, sugli intercontinentali tappi e cuffie noise cancelling fanno miracoli 😉
Valentina Cappio
04/07/2013 at 07:52
Grazie falsomagro!
Andrea, ora devi proprio farci sapere come è andata!!
Andrea da Bangkok
04/07/2013 at 08:20
…e lo sapevo io…mai che colga l’occasione di starene zitto!
Scherzi a parte… devo dire che in genere sono il primo che si prodiga affinchè i bimbi abbiano un volo piacevole ma
1) ai comportamenti fastidiosi degli adulti si pone rimedio chiedendo gentilmente assistenza alla hostess e facendoci cambiare di posto (in genere funziona…se non ti cambiano di posto spiegano la civiltà a chi non ne conosce il significato)
2) anche i bimbi sotto 1 anno di età possono fare i capricci e comunque se hai un intercontinentale da affrontare speri davvero di poter quantomeno non arrivare distrutto
3) cuffie e tappi aiutano con il rumore ma non con il via vai che spesso si accompagna
Fra 10 ore mi imbarco… poi vi farò sapere…
Comunque sia… benvengano i genitori che fanno viagi con i figli, anche piccoli! 🙂
martilarossa
04/07/2013 at 09:11
Valentina su FB scrive che il punto di vista dei non genitori aiuta a capire chi sta dall’altra parte della barricata. Il fatto però è che fino a qualche mese fa quello di andrea era il mio punto di vista (e lo è tutt’ora quando sono senza la bambina). Quindi per me “l’altra parte della barricata” è quella dei genitori, dove mi trovo da poco… ed è proprio per questo che mi sono posta il problema di come tenerla buona. La frase finale, volutamente un po’ provocatoria ed evidentemente ha raggiunto il suo scopo 😉 , non voleva essere un segnale di menefreghismo, ci mancherebbe. Volevo dire che se fate tutto il possibile e non va come vorreste, non è il caso di buttarsi dall’aereo. Pace, capita. Si sa che può capitare, quando compri il volo. Sono gli svantaggi di vivere in una società e non isolati in un eremo nel deserto. La prossima volta io viaggiatore child free spero di essere più fortunato, la prossima volta io genitore penserò a un viaggio piu’ corto, o con un altro mezzo. D’altronde se non provo non saprò mai come si comporta!
Valentina Cappio
04/07/2013 at 09:47
@Marta Certamente! A seconda della situazione, l’ “altra parte della barricata” cambia. Quello che volevo dire è che non tutti i genitori sono come te o hanno questo tipo di consapevolezza. E non tutti si pongono il problema di come tenerli buoni. Nemmeno, in alcune circostanze, si possono evitare voli lunghi. A volta, tocca farli per mille motivi. Ciò che, a mio avviso, può fare la differenza è essere consapevoli che intorno a te ci sono persone con bisogni diversi e la volontà di rispettarli, nei limiti del possibile ovviamente. Per i genitori, questo significa confrontarsi con persone che abbiamo un minimo di tolleranza e comprensione verso i bambini e che capiscano che certe cose sono inevitabili. Per chi non ha figli, significa confrontarsi con genitori che capiscano che non è bello trascorrere 8 ore o anche 2 ricevendo calci sul proprio schienale. A volte questo succede semplicemente perché la mamma o il papà preferisce leggere un libro piuttosto che provare a tenere impegnato il proprio bimbo (parlo di quelli più grandicelli ovviamente).
Insomma, i bambini fanno i bambini. Gli adulti devono fare gli adulti. Alcuni capricci sono inevitabili. In aereo come nella vita di tutti i giorni. Molti altri invece potrebbero essere minimizzati, con uno forzo da parte degli adulti. Poi, come dici tu, se fai tutto il possibile e non va come vorresti, amen. E’ la vita.
@Andrea, quando si affronta un volo lungo 8 ore, le chance di trascorrerlo senza fastidi sono minime. Bambini o non bambini. A me è capitato spesso di ritrovarmi seduta di fianco a persone adulte che consideravano l’aereo come la poltrona di casa. Volo pieno, impossibilità di cambiare posto. Amen. Lo metti in conto prima di partire. Quello che voglio dire è un certo livello di “non comfort” deve essere preventivato:d’altra parte stare chiusi 8 ore in una scatoletta non è il massimo della vita per nessuno. Certo, la soglia di tolleranza è soggettiva, ma concordo con Marta quando dice che viviamo in una società e non isolati in un eremo. E certi inconvenienti succedono. Se li accettiamo con un sorriso, viviamo tutti meglio.
martilarossa
05/07/2013 at 13:20
ma AndreaDaBangkok dov’è finito? ancora rinchiuso in un aereo con bimbetti urlanti? eheheh, scherzo. volevo sapere com’era andato il volo.
Valentina Cappio
05/07/2013 at 13:23
Me lo stavo chiedendo anche io sai!! Ieri ho scambiato con lui un paio di tweet ed era disperato; bloccato in aereo con 1 ora di ritardo per problemi tecnici…
Attendiamo news! Andrea, siamo tutte curiose di sapere come è andata!
sarah
31/07/2013 at 13:10
Mio figlio, positivamente vivace, ha affrontato il primo viaggio intercontinentale a 14 mesi, ma sin da prima di nascere l’abbiamo abituato ai libri, e credo che abbia dato i suoi buoni frutti in quel frangente. Non ha dormito un secondo, se non durante lo scalo -_-‘. Noi genitori siamo arrivati un po’ provati a destinazione, ma lui si è comportato divinamente: l’abbiamo intrattenuto per più di 8 ore con libri adatti alla sua età, con qualche giochino, cantando le canzoncine rimate che gli abbiamo sempre cantato, facendo qualche passeggiata su e giù e interagendo con i vicini che davano segno di apprezzare la sua presenza. Quando siamo saliti sull’aereo ci han guardato tutti terrorizzati, della serie “ohmiodiounbambinonooooo”, arrivati a destinazione più persone ci han fatto i complimenti per come si era comportato. Bravo lui, ma bravi anche noi che non abbiamo mai mollato il colpo, cercando di interpretare sempre le sue richieste/esigenze. Meglio arrivare un po’ provati perché siamo stati sull’attenti per 8 ore o arrivare completamente distrutti perché non abbiamo dato le giuste attenzioni, pretendendo che il bambino si intrattenesse da solo, con il risultato di avere a che fare con un indemoniato? E’ anche in questi casi che si testa la giusta sintonia di coppia: quando uno sta per crollare, deve intervenire l’altro e viceversa.
Valentina Cappio
02/08/2013 at 10:06
Sarah grazie!! Che bella testimonianza! Bravissima tu e bravissimo il papà! Hai proprio colto nel segno! Un esempio da seguire!!!!! Aspettiamo altri tuoi racconti allora. Sono proprio d’ispirazione! Un abbraccio
Andrea da Bangkok
07/08/2013 at 07:33
doppio volo eseguito…BKK / FCO a/r con la ThaiAirways… a parte il ritardo nella partenza all’andata (ritardo recuperato in volo per cui atterrato puntualissimo a Roma) tutto è andato bene… niente bambini in business (upgrade ottenuto con le miglia accumulate, solitamente viaggio economy) ma nella lounge sì e maleducatissimi quelli dei genitori all’apparenza più snob! Devo dire che in Asia c’è enorme accortezza nei confronti dei bimbi (date uno sguardo alla sala giochi all’aeroporto di Bangkok http://andreainthailandia.tumblr.com/post/54998156152/sala-giochi-al-suvarnabhumi-international-airport) ma ho scoperto che anche a FCO ci sono aree attrezzate per far giocare i bambini…
Vacanze in Italia troppo corte, questo è stato il vero problema!
Valentina Cappio
18/08/2013 at 17:52
Grazie per aver lasciato il link al tuo blog Andrea! Mi è dispiaciuto molto non averti incontrato. La prossima volta, chissà, magari veniamo noi in Thailandia! Un abbraccio
Alessia
02/10/2016 at 16:22
Arrivo in ritardo ma da espatriata con figli nati all’estero ho affrontato e affronto tutt’ora intercontinentali con bambini di ogni fascia d’età. Il mio bimbo #2 ha preso il primo aereo a 22 giorni di vita. Ad oggi viaggio con bimbi di 4.5 anni, 3 anni e 6 mesi. Mai e dico MAI avuto problemi. Devo dire che la gente quando ci vede prendere posto sgrana gli occhi e fa gli scongiuri, per poi congratularsi a fine viaggio. I capricci non esistono, ma esistono le ansie dei genitori e le frustrazioni di grandi e piccini. Basta attrezzarsi! Inoltre i bambini se abituati da subito sanno gestire i tempi e gli spazi meglio dei grandi. Come si dice sempre, sono lo specchio dei genitori quindi genitore teso uguale catastrofe annunciata! E poi consiglio vivamente i voli notturni! Volo silenzioso e si ammortizza meglio il jet lag. Et voilà! Il gioco è fatto 😉
Valentina Cappio
04/10/2016 at 05:11
Brava Alessia!!! E grazie per i tuoi consigli! Se vuoi raccontare sul blog i tuoi viaggi family e la tua esperienza da espatriata, la porta è super aperta! Un abbraccio forte !