Ho incontrato una mummia di nome Otzi
Era un assolato Giovedì di fine Settembre. I passi di Erika ed Helmut crepitavano sulla terra a tratti coperta di neve e ghiaccio. Il panorama era da mozzare il fiato. La coppia di escursionisti tedeschi si stava godendo ogni secondo di quella gita sulle Alpi Venoste, in Alto Adige. Si trovavano a circa 3.200 metri d’altezza, sul ghiacciaio di Similaun, quando decisero di prendere una scorciatoia. Ad un certo punto, circondati da silenzio e cielo terso, si accorsero di aver perso il sentiero.
Erika guardò l’orologio: erano le 13:30 circa. Si ritrovarono a costeggiare una conca piena di acqua – evidentemente un ghiacciaio sciolto – quando notarono qualcosa di scuro sul fondo. Inizialmente pensarono si trattasse di rifiuti, ma – quando arrivarono più vicino – si accorsero, in realtà, di aver trovato il corpo di un uomo.
Facevano capolino dall’acqua ghiacciata la nuca, le spalle e parte della schiena. I due escursionisti – prima di andare a cercare aiuto – scattarono una fotografia, convinti di aver trovato i resti di un alpinista scomparso solo qualche anno prima, vista la perfetta conservazione del corpo.
Nessuno poteva nemmeno lontanamente immaginare che quell’uomo aveva oltre 5.000 anni.
Era il 1991. Fu proprio allora, lassù, a 3.200 metri di altezza e a soli 90 metri dal confine austriaco, che ebbe inizio la storia della mummia Otzi, la più grande scoperta archeologica del secolo, oggi conservata nel Museo Archeologico dell’Alto Adige, a Bolzano, anche conosciuto come Museo Otzi.
Il Museo Otzi: perché è così speciale?
Lo abbiamo visitato in occasione di un meraviglioso weekend autunnale tra Merano e Bolzano ed è stata un’esperienza a dir poco entusiasmante, per noi adulti e, ancor di più, per i bambini. Ripercorrere, passo dopo passo, la storia di Otzi – dal suo ritrovamento ad oggi – è un’avventura eccezionale. D’altra parte, si tratta di una delle più antiche mummie umide mai ritrovate. Per non parlare del fatto che, assieme al suo corpo, sono stati ritrovati tantissimi oggetti appartenuti all’uomo quando era in vita.
Otzi, infatti, è vissuto oltre 5.200 anni fa, fra il 3350 e il 3100 avanti Cristo, nell’epoca in cui il rame venne introdotto in Europa. Per intenderci, questa mummia è più antica della Piramide di Cheope e anche di Stonehenge. L’eccezionalità della scoperta non è però solo dovuta all’età di Otzi, ma anche al fatto che si tratta di una mummia umida davvero ben conservata.
Perché viene definita mummia umida? Perché, al contrario delle mummie artificiali, come quelle egizie, le cellule del suo corpo conservano ancora dell’umidità e conservano, spesso, gran parte degli organi. Questo ha permesso di sottoporre Otzi ad approfondite analisi scientifiche.
Com’era Otzi?
Grazie a questi studi, infatti, sappiamo che Otzi era un uomo di circa 45 anni, un’età longeva per il periodo in cui è vissuto, dal momento che – ai tempi – l’età media era di 35 anni. Era alto circa 160 centimetri, in linea con l’altezza media della popolazione del Neolitico, era magro (pesava una cinquantina di chili), con occhi marroni e capelli scuri ed ondulati, lunghi almeno fino alle spalle e, molto probabilmente, portati sciolti.
Sappiamo persino che aveva un inizio di arteriosclerosi, denti molto consumati ma senza carie e parecchie fratture ben rimarginate. Conosciamo anche il suo ultimo pasto prima di morire: nel suo intestino sono stati ritrovati, infatti, resti di cereali, verdure, carne di stambecco e frutti di bosco. Incredibile, non è vero?
Sul suo corpo, ci sono ben 56 tatuaggi, per lo più linee parallele e croci. A differenza dei tatuaggi moderni, realizzati con aghi, quelli di Ötzi sono stati ottenuti incidendo la pelle e strofinandoci sopra del carbone vegetale ed erano fatti a scopi curativi: una sorta di agopuntura contro i dolori ossei e muscolari.
La cosa però che ha affascinato me più di tutto sono stati i moltissimi oggetti personali appartenuti a Otzi e conservati con cura all’interno del museo: i suoi vestiti fatti di pelli e pelliccia, il suo arco, le frecce, una sorta di scettro, il suo “zaino”, i contenitori che usava per trasportare cibo e carbone, una serie di corde e persino alcuni chicchi di grano impigliati nella mantella (rigorosamente anti-pioggia!).
Passeggiare tra le teche ed osservare tutti quegli oggetti appartenuti ad un uomo vissuto oltre 5.000 anni fa, è davvero come fare un viaggio nel tempo. Sembra di essere lì con lui, di conoscerlo per davvero. E ci si chiede: che vita aveva? era sposato? aveva dei figli? cosa pensava lassù da solo, tra il ghiaccio e le intemperie? come viveva? soffriva? era felice?
Una curiosità viscerale, la voglia di potergli parlare, di chiedergli, di sapere. In fondo, questo è il senso dell’archeologia. Ed è cosi facile spiegarla ai bambini, quando tutto intorno a te parla al tuo posto. Si, il museo Otzi è un museo parlante. Un museo che racconta del nostro passato, del forte legame tra noi e quello che siamo stati, il mondo da cui proveniamo.
Non posso far altro che consigliarvi con tutta me stessa una visita a questo luogo. I vostri bambini ne parleranno per giorni. Voi ne sarete entusiasti. E ne tornerete tutti arricchiti.
Qualche considerazione “family”
Non abbiate timore che la mummia possa impressionare i bambini. Non proveranno alcuna paura. Anzi, ne saranno naturalmente attratti ed incuriositi (i miei sono voluti andare a rivedere Otzi ben tre volte!). Se piccoli e in età pre-scolare, vi chiederanno, probabilmente, cos’è una mummia. A seconda dell’età, approfondite più o meno il discorso.
Io ho semplicemente spiegato che la mummia è un corpo morto; solo che a differenza di ciò che succede normalmente, non è diventato “cenere”, ma si è conservato quasi intatto; ecco perché tutti vanno a vederlo.
Museo Otzi: visite guidate per famiglie
Ogni Sabato e ogni Domenica pomeriggio, dalle 15 alle 16, vengono proposte visite guidate per famiglie con bambini; opzione che vi consiglio fortemente avendola provata i prima persona.
La guida accompagna piccoli e grandi attraverso la vita quotidiana nell’età del Rame e, soprattutto, attraverso il mondo di Otzi. La visita per famiglie comincia, infatti, con una bella introduzione in una sala apposita, a cui segue la visita vera e propria alla mummia e ai suoi oggetti, che si trasforma subito in un’avvincente caccia al tesoro. Ad ogni bambino viene, infatti, consegnato un oggetto dei giorni nostri: la sfida è di trovare, tra le teche, il corrispondente cugino di 5000 anni fa. Le sorprese non mancheranno: pensate che lo zaino di Otzi conteneva più o meno le stesse cose che porterebbe con se un esploratore moderno!
E per finire, ecco un bel laboratorio su come si accendeva il fuoco ai tempi di Otzi, attività in possono cimentarsi grandi e piccini. Inutile dire che i bimbi sono stati più bravi degli adulti, o almeno della sottoscritta!
Il costo della visita guidata per famiglie è di 2,50 € a persona (da aggiungere al regolare biglietto d’ingresso). Non è necessaria la prenotazione.
Museo Otzi: non solo Otzi
Il Museo Otzi non ospita solo la mostra permanente dedicata alla mummia e ai suoi ritrovamenti. L’ultimo piano è dedicato a diversi temi dell’archeologia dell’Alto Adige e, fino al 19 gennaio 2014, ospiterà anche la mostra temporanea “mysteriX – Reperti enigmatici dell’Alto Adige“, dedicata proprio ai bambini, i quali potranno vestire gli abiti di ricercatori e scienziati per scoprire la storia che si cela dietro resti risalenti all’Età del Bronzo, del Ferro e anche dell’Epoca Romana.
L’ingresso a “mysterix – Reperti enigmatici dell’Alto Adige” è compreso nel biglietto d’entrata al museo.
E dal 25 febbraio 2014, per un anno intero, il Museo Otzi ospiterà la mostra temporanea “Frozen Stories – Reperti e storie dai ghiacciai alpini“: un percorso espositivo attraverso tanti altri reperti emersi dal ghiaccio negli ultimi decenni, cercando di rispondere alla domanda: cosa spinse gli esseri umani ad andare sui ghiacciai nel corso dei secoli?
Museo Otzi e dintorni
Il Museo Otzi è una meta perfetta per una gita autunnale con bambini. Noi l’abbiamo abbinato ad un breve soggiorno a Merano, esplorando i Giardini di Sissi, il Museo Tourisem ed il Mondo Treni di Rablà.
Per un perfetto itinerario sulle tracce della famosa mummia, potreste abbinare il museo all’Archeoparc: un museo interattivo, ma anche la ricostruzione di un tipico villaggio dell’era neolitica. L’Archeoparc si trova a Madonna di Senales, a circa 1.500 m s.l.m. e a circa 30 km da dove è stato ritrovato Otzi. Durante tutto l’anno, vengono organizzati laboratori didattici ed altre interessanti attività, per scoprire come si viveva 5.300 anni fa. Aperto da aprile a novembre, da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 18.00. Nei lunedì festivi e nei mesi di luglio ed agosto il museo rimane aperto anche il lunedì.
Inoltratevi poi fino a Maso Corto, in fondo alla Val Senales (2.011 m) e da qui, prendete la funivia per raggiungere il ghiacciaio dove è stato ritrovato Otzi.
Se, invece, preferite restare nei dintorni di Bolzano, non vi annoierete di certo. Tra Novembre e Dicembre, ovviamente, i mercatini natalizi sono un’attrazione da non perdere. Nella bella stagione, invece, potreste percorrere il sentiero Pyramix e il sentiero Urlesteig, sull’Altipiano del Renon e in Val Sarentino, pensati proprio per le famiglie. Sempre sull’Altipiano del Renon, è possibile partecipare ad escursioni guidate con i Lama.
Se i vostri bimbi sono appassionati di dinosauri, organizzate una gita al Canyon del Bletterbach, una gola unica nel suo genere in Europa e parte del patrimonio naturale dell’UNESCO Dolomiti. A luglio ed agosto, vengono organizzati attività e laboratori per bambini tra i 6 e 15 anni.
Museo Otzi: informazioni pratiche
- Costo biglietto d’ingresso: 9 € Adulti, gratis bambini fino a 6 anni, 7 € bambini e ragazzi da 6 a 27 anni, 18 € Carta Famiglie (2 adulti con ragazzi fino a 14 anni), 9 € Carta Famiglia “mini” (1 adulto con ragazzi fino a 14 anni), gratis per tutti i possessori di Museumcard o museummobil card. E’ possibile acquistare i biglietti online, usufruendo del 10% sulla tariffa intera di ingresso. Il biglietto acquistato online sarà inviato via e-mail e, in caso di code all’ingresso, darà un diritto di precedenza (priority access).
- Orari di apertura: Martedì – Domenica: ore 10.00 – 18.00, ultimo ingresso: ore 17.30. Chiuso il lunedì (eccetto festivi). In luglio, agosto e dicembre il museo rimane aperto anche il lunedì.
- Zaini e borse: non è possibile portare con se zaini o borse. Di fianco la biglietteria ci sono armadietti dotati di lucchetto; per chiuderli, è necessaria una moneta da 2 euro, che vi verrà restituita automaticamente all’apertura dell’armadietto.
- Osservazione della mummia: Otzi è conservato in una cella frigorifera che mantiene una temperatura costante di -6 gradi: è possibile osservare l’uomo venuto dal ghiaccio attraverso una finestrella apposita. E’ rigorosamente vietato scattare fotografie o fare riprese video sia alla mummia che agli oggetti conservati nelle teche.
- Dove parcheggiare: il museo si trova in pieno centro e non ha parcheggio proprio. Ci sono, tuttavia, parecchi parcheggi nella zona, tutti a pagamento. I più vicini sono quello di Piazza della Vittoria (gratuito la domenica) e di Piazza Walther Platz. C’è un ulteriore parcheggio in Piazzale della Stazione, che dista dal museo circa 15 minuti a piedi.
Contatti Museo Otzi
Museo Archeologico dell’Alto Adige
Via Museo 43, Bolzano – Alto Adige
cap 39100
tel: 0039 0471 320100 – fax: 0039 0471 320 122
e-mail: web: www.iceman.it
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Note e ringraziamenti
Ringrazio il Museo Archeologico Alto Adige per la disponibilità e la bellissima visita guidata. I miei bambini ne parlano ancora. E li ringrazio anche per le foto prese dal loro archivio, che mi hanno gentilmente concesso di pubblicare.
La storia del ritrovamento, raccontata all’inizio, è vera – anche se l’ho “abbellita” con qualche licenza poetica (ad esempio, non so se è stata proprio Erika a guardare l’orologio!). L’ho raccontata così ai miei bambini ed è così che ho voluto condividerla con voi.
Il titolo di questo articolo “Ho incontrato una mummia di nome Otzi” è una creazione di mio figlio Leonardo, 7 anni. Ringrazio infinitamente anche lui; io non averei saputo fare di meglio.
Carla
18/11/2013 at 09:21
Ma che bello! Ne ho sentito parlare ma mi sono sempre chiesta che effetto avrebbe avuto sui miei due piccoli di casa. Mi hai convinta!
Valentina Cappio
18/11/2013 at 10:25
Ciao Carla e grazie per essere passata di qua. Non avere nessun dubbio. I bambini resteranno affascinati da Otzi e anzi, sarà fatica portarli via dal Museo! Buona visita cara!
Elisa
18/11/2013 at 10:32
Ciao Valentina. Voglio farti i miei complimenti per il modo in cui racconti le tue avventure. Sembra di essere li con te e fai davvero venire voglia di andarci. Grazie per questo racconto. Non conoscevo questo museo e ora che l’ho scoperto, ci porterò presto i miei figli. A presto!
Valentina Cappio
18/11/2013 at 10:28
Grazie di cuore Elisa. Davvero.
Il museo è davvero una meta perfetta per una gita in famiglia. E quando le esperienze sono cosi belle, non è difficile raccontarle. Fammi sapere come va la vostra visita. Un abbraccio!
Morena
18/11/2013 at 11:00
Ci siamo stati l’anno scorso e concordo con te. E’ un museo davvero stupendo. Anche le mie figlie si sono divertite un sacco e non volevano più andare via. Bellissimo racconto. Brava! Come sempre… 🙂
Valentina Cappio
18/11/2013 at 11:08
Grazie Morena. Devo dire che io muoio dalla voglia di tornarci! E la prossima volta voglio dedicarci molto più tempo 😉 A presto!
Lali
19/11/2013 at 01:08
Sai che io quella sera del 91 me la ricordo ancora quando al telegiornale annunciarono del ritrovamento… che emozione deve essere!! E pensare che è sulla strada per Slingia!!
Leo è stato grandioso!!
Un abbraccio ai tuoi cuccioli!!
Valentina Cappio
19/11/2013 at 06:58
Pensa che potevi essere tu la ritrovatrice! Io però sul ghiacciaio ci voglio andare. Ci organizziamo prima o poi? Un abbraccio a te e ai rospi, cara!
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