Questa mattina, non gli ho nemmeno detto ti amo

La pioggia batteva inesorabile. Era un inferno. Le sirene. Le luci intermittenti. Il rumore di vetri rotti e di lamiere contorte. Poi ho visto lei. Il dolore infinito sul suo volto. La morte che attraversava i suoi occhi, mentre si accasciava piangendo. Il suo urlo straziante. E poi, come una cantilena, quella frase ripetuta cento, mille volte al carabiniere che la sosteneva: “Questa mattina, non gli ho nemmeno detto ti amo“. Il mio sguardo ha seguito il suo. Ed eccolo lì, quel corpicino steso sulla strada, immobile, imprigionato in una posizione innaturale, insensata quasi. Stringeva ancora il suo pupazzetto nella manina insanguinata. E la pioggia continuava a cadere, inesorabile. Lavando via il sangue. Ma non il senso di morte. Né il senso di colpa. Si chiamava Stefano. Aveva solo tre anni.
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Credits: Nana B Agyei

Una storia come tante. Mai ripresa dalla TV, a malapena raccontata dal giornale locale. Tornavamo da uno dei nostri soliti weekend fuori porta e siamo stati testimoni inconsapevoli di questo terribile incidente. Anche Stefano, insieme alla sua famiglia, tornava da una piccola gita familiare. Faceva i capricci. La mamma lo ha slegato, l’ha tolto dal suo seggiolino e l’ha preso in braccio, sul sedile anteriore:  “tanto mancano solo un paio di chilometri e poi siamo arrivati“.
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Ma Stefano non è mai arrivato a casa. Non farà più capricci. Non viaggerà più con la sua famiglia. Non stringerà più il suo pupazzetto tra le mani. Non giocherà più con i suoi amici. Non imparerà mai a leggere e a scrivere. Non sguazzerà più nel mare. Non si sporcherà con il fango.
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Stefano non c’è più.
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Quando rivivo quella sera terrificante, mi rimbomba nella testa la frase cantilenante della sua mamma: “questa mattina, non gli ho nemmeno detto ti amo” . Ma il più grande gesto d’amore che possiamo fare nei confronti dei nostri figli è proteggerli, per quanto possibile. E in viaggio, non vi è gesto d’amore più grande che tenerli legati nel loro seggiolino auto. Anche se piangono, anche se il tragitto è breve, anche se si dimenano o non si sentono bene.
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Non è difficile, basta seguire poche semplici regole.
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Bambini in viaggio: 6 regole d’oro per un’avventura sicura e felice

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1. Scegliete il seggiolino auto giusto, in base all’altezza e al peso del vostro bambino.
2. Assicuratevi che il seggiolino sia omologato e correttamente installato nell’auto.
3. Fate sedere i bambini in senso contrario a quello di marcia per quanto più a lungo possibile – poiché questa posizione è più sicura e consente di  sostenere meglio la testa in caso di impatto – magari utilizzando seggiolini auto omologati secondo la nuova normativa i-Size, come 2WayPearl di Bébé Confort, il quale consente di far sedere il bambino in senso contrario a quello di marcia fino all’età di 4 anni.
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4. Preferite sempre un sistema di rialzo con schienale, anche quando i bambini sono più grandi. Il rialzo senza appoggio per la testa non garantisce la massima sicurezza; meglio quindi scegliere seggiolini che abbiano sempre lo schienale. Ricordate che, fino ad un’altezza di 150 cm (circa 12 anni), è obbligatorio un  sistema di ritenuta.
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5. Non cedete ai capricci. Un bambino che non vuole restare legato nel proprio seggiolino è probabilmente un bambino che, in altre occasioni, è stato lasciato libero, fosse solo per dimenticanza o per pigrizia. Ricordate, non esistono bambini cattivi. Esistono solo cattive abitudini.
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6. Siate organizzati. Spesso i capricci sono dovuti alla noia, al troppo caldo, alla sete. Per evitarli, o quanto meno ridurli al minimo, è importante fare tante pause, avere a portata di mano snack, acqua, giochi e musica e il resto verrà da se. Per qualche trucchetto in più su come intrattenere i bambini in auto, qui e qui vi svelo i miei…
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E se una mattina vi dimenticate di dire ai vostri bimbi che volete loro bene, fate in modo di avere sempre un nuovo giorno per dire “Ti amo“: proteggerli in auto è un profondo atto d’amore. Non farlo è un atto criminale.
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Questo post è offerto da 2wayPearl, il seggiolino auto Bébé Confort omologato secondo la normativa i-Size per garantire un più elevato livello di sicurezza.

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4 Responses to Questa mattina, non gli ho nemmeno detto ti amo

  1. Chiara Rispondi

    26/11/2013 at 10:59

    Piango. Per quella mamma. Per quel bambino e per tutti gli altri vittime di incidenti. E di superficialità.
    Ne vedo tanti di genitori che accompagnano i bimbi all’asilo in macchina senza allacciarli. Io non capisco. Perchè?
    brava Valentina. Un articolo meraviglioso. Come sempre, d’altra parte

    • Valentina Cappio Rispondi

      26/11/2013 at 11:09

      Grazie di cuore Chiara.
      Speriamo che possa servire ad aumentare la consapevolezza di tanti genitori che, spesso, si preoccupano della maglietta della salute e non di allacciare il proprio bambino nel seggiolino auto…
      Un abbraccio.

  2. elisa Rispondi

    26/11/2013 at 12:42

    grazie per questo post.
    a me a volte viene da cedere, un minuto dai gli dò il seno e lo rimetto giù.
    da oggi non mi verrà più nemmeno idea di cedere nemmeno per un kilometro.

    • Valentina Cappio Rispondi

      26/11/2013 at 12:54

      Grazie a te Elisa, per averlo commentato.
      Anche io sono stata tentata tante volte. Tipo la mattina, sei in ritardo, li accompagni a scuola, che dista 5 minuti. E’ inverno, piangono, hanno sonno, non vogliono essere imbrigliati… Ma, ho resistito. E oggi si allacciano le cinture da soli non appena entrano un auto…
      Un abbraccio a te, Luca e ovviamente a manina… <3

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