Un trekking, uno zaino porta bimbo, una cima e una famiglia
La sezione "I Vostri Racconti" si arricchisce ancora: questa volta è la penna di un papà, esperto ed appassionato di montagna. Fabrizio ci porta nel Parco degli Alti Tauri: due giorni di trekking con bambini in spalla, tra splendidi rifugi austriaci!
Da padre appassionato di montagna, in occasione della nascita della mia prima figlia, non ho potuto fare a meno di regalarmi un bellissimo zaino porta bimbo della Salewa. Uno zaino che mi ha permesso di passare alcune giornate veramente stupende in montagna con la mia famiglia.
La mia prima figlia è nata nel luglio del 2006 e già l’anno dopo me la portavo sulle spalle in giro per le montagne utilizzando questo utile accessorio. Escursioni che duravano il tempo di una mezza giornata o al massimo di una giornata intera. Ma nell’agosto del 2009, prima di dire addio almeno per un po’ allo zaino porta bimbo, mi balenò l’idea di fare un trekking di due giorni in Austria nello splendido Parco degli Alti Tauri. Un percorso ad anello studiato a tavolino, che unisce due rifugi bellissimi dove io e mia moglie avremmo pernottato con la nostra piccola.
Il rifugio Wangenitzseehutte
Il primo giorno siamo partiti Budoia (PN), paese in cui vivo, e dopo 3 ore di macchina abbiamo raggiunto Lienz e successivamente il parcheggio in fondo della valle di Deban, punto di partenza e di arrivo del nostro trekking. La salita al rifugio Wangenitzseehutte 2501 mt è stata piuttosto faticosa con mia figlia sulle spalle. Sono solo 800 metri di dislivello ma – con la bambina che si muove nello zaino – alla fine un po’ si sentono… La fatica è ampiamente ricompensata dalla bellezza del posto e dalla vista che si gode sullo splendido lago alpino proprio ai piedi del rifugio.
Finalmente arrivati davanti all’uscio del rifugio, un vento freddo sferra i nostri visi, ma la piccola Anna vuole rimanere fuori a giocare sull’altalena e godersi l’aria dei 2500 mt! Vabbè la cena può aspettare…
Andiamo a dormire in un grande lager con altra gente, così vengono chiamati i cameroni dei rifugi austriaci, ma prima giochiamo ancora un po’.
Mi addormento con l’idea di alzarmi presto l’indomani per partire da solo verso la cima del Petzeck 3283, la più alta vetta del gruppo dell’Hochschober.
Il rifugio Lienzer Hutte
Alle 5 del mattino, tutti dormono al di fuori di un paio di tedeschi che sono già fuori dal rifugio a far colazione. Esco anch’io con il mio fornelletto e mi preparo un te’ e mi godo, da vero signore, lo spettacolo dell’alba dalla terrazza del rifugio. Alle 5.30 parto per la cima del Petzeck, da solo e finalmente leggero. In cima, autoscatto, uno sguardo alla piramide del Grossglockner e poi giù a riprendere il mio prezioso carico. Non c’è tempo da perdere, oggi devo raggiungere anche l’altro rifugio, il Lienzer Hutte!
Arrivo giù al Wangenitzseehutte che saranno le 9.00 ed Anna è già fuori con Francesca che dondola sull’altalena al sole. Mangio qualcosa e via con le altre mie due donne in discesa, direzione Lienzerhutte. Tra i due rifugi ci sono solo 600 metri di dislivello ma lo sviluppo è notevole. Il sentiero, dopo un iniziale tratto ripido in mezzo alle rocce, taglia obliquamente splendidi prati alpini odoranti di vacca, attraversando provvidenziali ponticelli in legno che permettono di camminare sopra dei ruscelli dall’acqua spumeggiante.
Anna intanto, che è sempre nello zaino che ho sulle spalle, cade in un sonno profondo. Ogni tanto sento il suo respiro pesante. Continuo a scendere in silenzio con la vista che viene catturata sempre di più dalla bianca cima dell’Hochschober sullo sfondo. Più in basso, ormai in prossimità della Lienzer, l’Hochschober scompare di colpo dietro a montagne più basse. Un ultimo ponticello ed il secondo rifugio è raggiunto. Anna si sveglia.
Il Lienzerhutte è un grazioso rifugio tutto in legno. Anche il parco giochi esterno per i bimbi è tutto in legno. Sono le 13.00 ho fame e considerato che non mi sono praticamente ma fermato dalle 5.00 della mattina sono stanco ma Anna giustamente vuole giocare. I dondoli, le canalette dove scorre acqua freschissima e le piccole casette del parco giochi sono un richiamo irresistibile per ogni bambino.
Gioco, mangio, rido e bevo una birra in piedi sotto il sole con mia moglie sempre vicino e guardo Anna che gioca. Che bella giornata! Che bella famiglia! Intanto bevo un’altra birra. Mi sento decisamente rilassato. Lo zaino porta bimbo è lì parcheggiato in una zona d’ombra sotto la tettoia del rifugio. Domani è un altro giorno…
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Per maggiori informazioni sul percorso, potete leggere l’itinerario dettagliato che ho percorso in questi due giorni di trekking con bambini in spalla.
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