Nel sottosuolo di Napoli con i bambini
Le sirene suonano all’impazzata, la gente si accalca e scende a perdifiato i gradini. “Presto, presto! Altrimenti rischiamo di restare sotto le bombe!” Corriamo anche noi in preda all’agitazione. Con noi adulti, anziani, bambini. Ed è così che, spinti e accaldati, scendiamo nel ventre di Napoli. Per trovare riparo nella Galleria Borbonica voluta da Ferdinando II di Borbone nel 1853, al fine di collegare il palazzo Reale con piazza Vittoria e assicurarsi così una via di fuga. Via di fuga che, durante la Seconda Guerra Mondiale, diventò rifugio per migliaia di napoletani, mentre la loro città veniva devastata dalle bombe.
E così, partecipando ad una visita teatralizzata dell’associazione NarteA, abbiamo scoperto Napoli sotterranea. Una Napoli inedita e meno conosciuta, ricca di ricordi, storie e meraviglie. Siamo stati parte attiva dello spettacolo “Noi vivi” (il cui titolo prende spunto proprio da una delle scritte ritrovate in una parete a 40 metri di profondità) e grazie alla bravura degli attori siamo riusciti a immedesimarci negli sfollati di allora. Con le loro paure, le loro ansie, le loro preghiere e i problemi quotidiani.
Un’esperienza unica, che consiglio vivamente a chi vuole visitare Napoli. Ed un’accoppiata perfetta: visita teatralizzata e Galleria borbonica. Lo spettacolo viene organizzato periodicamente (il prossimo sarà sabato 27 settembre 2014 – con due turni a disposizione alle 19 e alle ore 21, la prenotazione obbligatoria ai numeri 339.7020849 – 334.6227785).
Napoli sotterranea: la Galleria Borbonica
La Galleria borbonica è oggi percorribile grazie al lavoro certosino, durato anni, di un gruppo di speleologi che l’hanno liberata da quintali e quintali di detriti. Un’opera immane che continua ancor oggi perché ci sono ancora parti bloccate. La visita nel cuore del monte Echia, nelle viscere della città, affascina adulti e bambini.
Tre le possibilità di visita: la visita “Standard”, il “percorso avventura” (bello con la traversata in Zattera) e quello “Speleo” dove possono accedere solo i bambini over 10 ( accompagnati naturalmente).
Inutile dire che abbiamo provato quest’ultimo, il più completo ed emozionante (da prenotare con largo anticipo). Abbiamo esplorato i cunicoli dell’antico acquedotto fino a raggiungere alcune cisterne, ancora parzialmente riempite d’acqua e decorate con simboli misteriosi; visitato al ricovero bellico usato anche dall’attuale Presidente della Repubblica Napolitano durante la II Guerra Mondiale, e siamo passati attraverso una piccola galleria dove, alla base di un pozzo, sono accumulate migliaia di conchiglie usate nel ‘800 da un orafo per fare cammei ed bottoni.
Stupefacente anche la zona dove si trovano decine di moto e di auto “datate”. Nel dopoguerra infatti il Comune ha utilizzato la Galleria come deposito giudiziario per i veicoli posti sotto sequestro. Oggi questi rappresentano un patrimonio di “archeologia industriale” unico. Diverse le Vespe e le 500 davvero ben conservate.
E ancora, incredibile ma vero, ci siamo infilati negli stretti cunicoli dell’acquedotto della “Bolla”, con le incisioni religiose realizzate dai “pozzari” – le persone che avevano cura dei pozzi dove appunto stava l’acqua potabile. La “chicca” finale? Il lancio, imbragati, sopra un’enorme cavità grazie a una teleferica, sospesi sull’acqua a 6 metri di altezza. Che brivido!!!
Inutile dire che le due ore e mezza di visita sono volate in un soffio e ci è davvero dispiaciuto uscire alla luce del sole. Ma, del resto, avevamo un programma serale piuttosto interessante.
Dopo cena, infatti, c’è stato il gran finale: lo spettacolo di NarteA “Santa Chiara in fabula” nel chiostro dell’omonimo Monastero. Insomma, non stanchi della visita teatralizzata alla galleria Borbonica, abbiamo deciso di fare il bis. E ne siamo stati molto contenti. Prima di tutto abbiamo avuto l’occasione di visitare il Monastero la sera quando, di solito, è chiuso al pubblico. In secondo luogo abbiamo colto l’anima del luogo grazie alla bravura dei teatranti che ci hanno riportato indietro al 1656 quando Napoli fu invasa dalla peste e il complesso religioso rappresentava un’oasi sicura. E i bambini sono rimasti incantati dalla bravura degli attori che li hanno saputi coinvolgere e hanno fatto amicizia con altri coetanei del gruppo…
Se andate a Napoli, dunque, contattate NarteA e, di sicuro, avrete modo di assaporare un’altra Napoli. Con guide davvero fuori del comune.
Napoli sotterranea: dove dormire e mangiare
Abbiamo alloggiato in un antico palazzo, vicino a piazza Dante, nel centro storico. Dalla strada, l’hotel non si vede proprio, ma a Napoli spesso è così: si apre un cancello, si entra e il mondo cambia. Il Costantinopoli 104 (segnalatoci da NarteA che suggerisce, su richiesta, anche alloggi e ristoranti) si affaccia su un ampio e silenzioso cortile pieno di piante. L’ambiente è moderno, il personale accogliente, le camere eleganti con letti comodissimi e la colazione ricca e abbondante. E poi c’è la piscina dove ci siamo fatti un tuffo per rilassarci un po’ in vista appunto degli appuntamenti serali. Buono il rapporto qualità prezzo quindi e, di tanto in tanto, le offerte famiglia non mancano…
Per cena non poteva mancare la pizza. I ragazzi dell’Associazione culturale Borbonica ci avevano consigliato di andare da Gino Sorbillo, in via dei Tribunali, una vera e propria istituzione, tra l’altro a poche centinaia di metri dal nostro Hotel e così abbiamo fatto. Ma non eravamo gli unici a voler gustare la vera pizza napoletana; c’era da aspettare due ore per sedersi (pare che sia sempre così, tutte le sere ragion per cui il consiglio è di passare da Sorbillo, prenotarsi, quindi andare in albergo e poi tornare) e abbiamo desistito.
La voglia di pizza però rimaneva così abbiamo proseguito lungo la via e ci siamo fermati da Di Matteo, un’altra delle pizzerie storiche di Napoli. Abbiamo preso una pizza da asporto a testa (buonissima) e l’abbiamo mangiata nella piazzetta vicina. Quindi un po’ di m0vida tra i bar popolati da napoletani veraci e studenti: una bella atmosfera davvero. E poi… a nanna!