Asterix per un giorno: il Villaggio dei Galli in Armorica
marzo 13th, 2015
Noi siamo quelli che adorano l’Asia e che si dicono contenti dei viaggi che fanno soltanto per il semplice fatto di essere stati là piuttosto che altrove.
Noi siamo quelli che fanno i bagagli il giorno prima di partire, che lasciano gli zaini aperti fino all’ultimo minuto perché devono infilarci sempre, ancora qualcosa. Il difficile non è mai stato decidere quali e quanti vestiti portare, il problema sono, come li chiamo io, i bagagli satellite. Quali? Quelli che mettiamo in beauty case e pochette, dai medicinali agli spazzolini, ai caricabatterie.
Di solito ci organizziamo così: a me tocca preparare scarpe e vestiti miei e dei bambini, la roba del bagno e per il mare, i medicinali (e la prescrizione delle lenti), i caricabatterie. Mio marito si occupa degli adattatori di corrente, del set da cucito (scusate ma io di cucire proprio non ne voglio sapere!), del kit degli attrezzi alla Robinson Crusoe, della zanzariera e naturalmente dei suoi vestiti.
Nell’ultimo viaggio di cinque settimane in Thailandia ho portato un paio di pantaloni lunghi, uno di bermuda, due paia di pantaloncini e due gonne lunghe. Tre magliette, quattro canottiere e una specie di copri spalle che trasforma in maglietta ogni canottiera (provvidenziale per girare fra i templi), una maglia di cotone a maniche lunghe, pashmina e sciarpa leggera. Intimo sufficiente per una settimana. Un k-way. Idem per mio marito, fatte le dovute variazioni…
Per i bambini, a testa, quattro completi pantaloncini e canottiera, quattro pantaloncini e maglietta (pantaloncini meglio se di lunghezze diverse), una maglia di cotone a maniche lunghe, un paio di pantaloni lunghi. Naturalmente l’intimo e un k-way.
Per quanto riguarda le scarpe, oltre alle ciabatte porto un paio di sandali e uno da ginnastica o trekking, dipende dal periodo e dalla meta. Per i sandali dei bambini, preferisco modelli che si possono lavare facilmente e asciugare in tempi brevi. Sono l’ideale quelli in vendita nei negozi di sport. Portarsi dietro le scarpe da ginnastica è un po’ una seccatura ma ho imparato che trovarsi senza specialmente in zone tropicali può essere peggio.
I pantaloni lunghi li indossiamo il giorno della partenza con una maglietta a maniche corte, e nel bagaglio a mano porto quelle a maniche lunghe: in aereo può far freddo. In seguito, rimarranno sempre nello zaino a mano: può far freddo anche su un autobus o in un centro commerciale, specialmente se ci entriamo belli sudati.
Dividiamo i nostri vestiti in tre mucchi, uno andrà nel mio zaino, uno in quello di mio marito e uno, un po’ più piccolo, nel bagaglio a mano. E’ facile intuire il perché: nel caso vada perso uno zaino, nessuno di noi rimarrebbe con i soli vestiti che ha addosso.
Non partiamo mai senza i sacchi lenzuolo e qualche asciugamano di quelli sportivi, retaggio di un passato in bungalow con tetto di paglia, pareti di bambù e pavimento di sabbia, al momento sostituiti da guest house solo perché non abbastanza grandi. Ma giuro che non vediamo l’ora di poterci tornare per respirare quell’atmosfera scanzonata e informale che ci fa impazzire!
Come dicevo all’inizio però, non sono questi i bagagli che mi preoccupano ma tutto il contorno che prima lasciavo sempre per ultimo ma che adesso ho imparato a preparare prima dei vestiti. Fare lo zaino grande illude di aver finito, mentre invece c’è tutta una serie di cose da portarsi dietro che richiede un sacco di attenzione.
Cominciamo dalla roba del bagno. Sono una gran collezionista di campioncini di shampoo, bagnoschiuma e creme, che mi permettono di partire senza pesanti bottiglie di articoli che si trovano ovunque ormai e che conviene comprare all’estero piuttosto che in Italia. Questo nel caso nessuno abbia esigenze particolari e mai per le creme solari che non possiamo correre il rischio di non trovare. Poi ovviamente ci sono spazzolini e dentifricio, sapone per le mani che porterò sempre con me perché lavandini ne trovate quanti volete, sapone un po’ meno, e prima di mangiare i bambini devono lavarsi le mani con il sapone, specialmente dopo essere stati in giro tutto il giorno, e seguire anche qualche piccola precauzione in merito al cibo e all’acqua.
Per quanto riguarda la scorta dei medicinali, utilizzo un beauty case morbido e rotondo dove sistemo quello che mi occorre senza le confezioni, ma con il bugiardino. Oppure metto più cose dentro una scatola più grande, tipo il paracetamolo senza confezione infilato in quella del nimesulide… Non butto via le scatole perché al rientro ci rimetto tutti i medicinali originali. Come per i vestiti, dividiamo le scorte tra i vari zaini in modo da avere sempre tutto disponibile. Sì ma cosa porto di preciso? In questo post troverete consigli sulla farmacia da viaggio.
Preparo poi un altro contenitore dove metto del disinfettante, il ghiaccio spray, cerotti e qualche benda, e lo porto sempre con me quando siamo in giro. Non si sa mai cosa può succedere mentre si fa un’escursione o una semplice passeggiata.
Per i caricabatterie ho imparato a controllare come sono fatti i trasformatori: in molti casi è possibile portarne uno a cui possono essere attaccati i cavi per caricare sia la macchina fotografica che la videocamera, per esempio. Spesso sono comuni anche quelli di smartphone, tablet, e mp3. Tanto nelle camere degli alberghi di media categoria è difficile che ci siano più di un paio di spine, e già siete fortunati.
Oltre a questi non lasciamo mai a casa gli adattatori di corrente e una ciabatta per attaccare più cose; può capitare che la sola spina presente in camera sia quella del televisore e, di ritorno da una giornata di mare o giri vari, un cartone animato potrà salvarvi la vita.
Nel set da cucito non devono mancare delle spille da balia, soprattutto se come me preferite usare la spillatrice piuttosto che ago e filo.
Infine il kit degli attrezzi – orgoglio di mio marito – è composto da pinze, cacciavite e martellino da viaggio; nastro isolante; chiodi, viti e ganci di vario genere che possono tornare utili nel caso ci sia da mettere la zanzariera, senza sfasciare troppo la stanza. Non può mancare un filo per stendere, delle mollette e, come lo chiamo io, l’octopus per le mutande…quello che si appende alla doccia, presente? Di solito non facciamo noi il bucato, diamo i vestiti da lavare a qualcuno, ma portiamo sempre dietro un pezzo di sapone di Marsiglia che potrà smacchiare velocemente le onnipresenti ultime patacche dei nostri figli. Infine un paio di lucchetti e catene che possono tornare utili sia per legare le biciclette che i bagagli nel caso di spostamenti parecchio avventurosi…
Tutti questi accorgimenti, che da soli sembrerebbero ininfluenti, possono rendere un viaggio on the road piacevole in ogni circostanza e, soprattutto, far calare molto il peso complessivo dei bagagli; i nostri zaini di ritorno dalla Thailandia pesavano solo 35 chili, in totale. Poi c’è il bagaglio a mano, ovvero uno zaino con macchina fotografica, videocamera, cambio vestiti d’emergenza, qualcosa per il bagno e il primo soccorso. E gli zainetti dei bambini dove portano alcuni giocattoli, come consiglio in questo post.
A rendere perfetto tutto questo, sarebbe bello se le compagnie aeree facessero degli sconti a chi, su 92 chili di franchigia ne imbarca poco più di un terzo! Giusto?