Artigianato e Palazzo. Una storia d’amore

Il profumo è inconfondibile. In certi angoli è intensissimo. È il profumo dell’incanto. Un incanto, però, filtrato senza il ricorso a luoghi comuni. Un incanto vissuto con leggerezza. Con goliardia quasi…#blogsandcraft

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Eh si. Alcuni viaggi si terrebbero in serbo come tesori.  Sapete quando questo succede? Quando il ritmo è scandito dagli incontri. Dai racconti.

È esattamente ciò che ho avuto la fortuna di vivere a Firenze lo scorso weekend. Un’esperienze di delicata straordinarietà: Artigiano e Palazzo.

palazzo corsini firenze

Una mostra dedicata all’artigianato, alla creatività e alla tradizione, nata nel 1995 da un’idea di Neri Torrigiani e promossa dalla principessa Giorgiana Corsini. Tanto che viene ospitata tutti gli anni negli splendidi giardini della sua residenza privata, Palazzo Corsini – uno dei più rari e magnifici esempi di stile barocco nella Firenze rinascimentale, le cui porte vengono aperte solo in occasione di selezionatissimi eventi.

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E varcare la soglia di una casa, seppur sfarzosa e straordinaria come questa, presuppone sempre una certa intimità. Così è stato. In un solo weekend, abbiamo condiviso racconti personali, allegria, ironia, commozione, entusiasmo, incanto. Complicità.

artigianato a palazzo

Ma non è stato solo il grandeur della cornice ad entrarci nell’anima. Certo, la spettacolarità di questo luogo non passa inosservata e regala emozioni forti.

La vera scoperta è stata il susseguirsi di un’infinità di mondi fantastici. Tutti diversi, tutti traboccanti di storie da raccontare.

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Un percorso, quello di Artigianato e Palazzo, delicato ed affascinate, che si dispiega tra le limonaie e gli ordinati vialetti dei Giardini Corsini. Qui, tra i suoi bossi, le piante di agrumi, la salvia e le rose, sono stati ricostruiti un centinaio di piccoli laboratori, in cui altrettanti artigiani realizzano dal vivo le loro creazioni. Raccontano le loro storie. Condividono con i visitatori le loro passioni. I loro sogni. Le loro speranze.

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Un viaggio dentro l’artigianato più vero, dunque. Quello che ammalia con rigore e dolcezza insieme. Quello fatto di tradizione ed innovazione.

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Un controsenso? Per niente. Questi artigiani e le loro opere sono talmente impregnati di tradizione, da riuscire a salvaguardarne l’essenza senza restarne imbrigliati, riformulandola continuamente ed amorevolmente. Un equilibrio più raro di quanto uno possa immaginare. Una vera magia.

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Proprio come succede nelle storie d’amore. Quelle più belle per me? Eccole.

Cristina e Massimo

Io voglio il pane e anche le rose”  dice Cristina.

Lei e suo marito Martino creano bellissime scarpe artigianali. Pezzi unici, che raccontano storie.

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Lui evoca la pacatezza, la forza e la complicità silenziosa di chi ha attraversato mille mari per ritornare, finalmente, alle origini. E qui trovare la serenità. ll suo sguardo franco, la sua discrezione e la sua serenità interiore mi hanno incantato.

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Così come mi hanno incantato il mondo di sfumature ed infiniti chiaroscuri di Cristina. Chiacchierare con lei, ironica e arguta, emotiva e coinvolta, è stata una vera delizia. Mi ha raccontato la loro storia, la storia della loro realtà artigiana. Il perchè di certe scelte. a volte scomode, a volte rigorose, quasi sempre coraggiose. Mi ha commossa letteralmente.

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Cristina e Martino erano responsabili italiani di una grossa azienda tedesca produttrice di scarpe. Da un giorno all’altro sono rimasti senza lavoro. E hanno dovuto reinventarsi. Così hanno creato un loro marchio di scarpe, Lis Furlanis. La sfida era creare un prodotto economico, ecologico, bello ma che non dipendesse dalle mode. La risposta è arrivata scavando nei ricordi della loro infanzia, quando erano soliti indossare gli scarpez, tipiche calzature friulane morbide e leggere.

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Ma se lo scarpet è friulano, Lis Furlanis è un po’ di tutti. Perché racchiude in sé storie e materiali che provengono da tutto il mondo: scampoli di tessuto, cartone, sacchi di juta, copertoni di bicicletta.

Alessandra 

Alessandra Floris è una giovane donna sarda. Un fiume in piena! Da vent’anni intreccia con garbo e determinazione fili di fieno e giunco per dare vita ai cestini tradizionali di Sinnai.

Alessandra

Non vengo da una famiglia di cestai”, ci tiene a precisare. “La mia è una famiglia di ricamatori. Ma il mio cuore è qui, tra le spighe del grano Senatore e questi fili di giunco che mi hanno martoriato le mani per tanti anni”.

Alessandra mi spiega dettagliatamente il processo lungo e faticoso di questa produzione totalmente manuale. Lei semina il grano, lo cura, lo raccoglie, lo pulisce e lo risemina l’anno dopo. Raccoglie anche il giunco.

cestini

Per arrivare alla dimensione corretta dei fili, il giunco viene lavorato unicamente con le mani. È necessaria esperienza e sapienza per non tagliarsi continuamente. Poi si mette a bagno con lo zolfo, per pulirlo ed ammorbidirlo. Infine, si intreccia con maestria e passione insieme al fieno e ai broccati. Un procedimento lungo e minuzioso. Un cestino medio costa circa 30 euro; una cifra che a malapena copre i costi della materia prima. La manodopera di Alessandra viene coperta, invece, unicamente dalla passione.

Gabriele

Infine, Gabriele Pici, under 35: dalle sue mani escono capolavori. Con lui ci siamo inebriati di un’altra complicità. Quella che rifugge i ritmi incalzanti e che consente di assaporare i significati – più sottili, intelligenti ed intriganti – del silenzio.

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Gabriele lavora la bianca e bellissima pietra leccese e la trasforma in lampade e complementi d’arrendo ispirati alla natura e alle sue infinite declinazioni. Ha iniziato per caso, come garzone in un laboratorio. Non ha mai frequentato Accademie d’Arte o Scuole e nemmeno sapeva di possedere un talento così straordinario. Semplicemente, come tanti giovani, cercava lavoro e lo ha trovato nel laboratorio salentino di Renzo Buttazzo.

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Ha iniziato facendo caffè e spazzando per terra. Poi, pian piano, ha preso confidenza con martello e scarpello. E, soprattutto, ha imparato a conoscere la pietra leccese. Un’altra storia d’amore. Gabriele si innamora della sua porosità e della sua duttilità. E resta affascinato dall’idea di dare una forma ed un’anima sinuosa a quei blocchi inerti.

Artigianato a Palazzo lampade gabriele

Non schizza le sue idee su carta, non crea bozzetti, non corregge, non modifica. “Sfido il blocco di pietra, contando solo sulle mie mani e su ciò che da pensiero si tramuta finalmente in straordinaria scultura“.

E poi?

E poi, c’è Margherita, Gemma, Antonio, Salvo, Giotto… Di storie come queste ce ne sono tante ad Artigianato a Palazzo. Basta saper guardare. Saper ascoltare. Perché qui, tra questi vialetti e questi bossi e questa salvia e queste rose, non si solo si recupera il vero senso delle cose. Quelle fatte rispettando storie antiche e tradizioni secolari.

Margherita

Non solo si impara che la non perfezione è valore aggiunto in quanto sinonimo di unicità, in netta contrapposizione con la produzione in serie e l’omologazione.

Qui si impara il senso della pazienza e della costanza. Si trasmette il senso del bello. Perché non è vero che la bellezza non si insegna.

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Qui si apprezza la sintonia. Si tesse il filo della memoria.

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Si intreccia passato, presente e futuro in un’unica grande storia d’amore.

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Se di questi tempi, l’anno prossimo, passate da Firenze, fate un salto ad Artigianato a Palazzo. E fateci caso: l’incanto subitaneo diventerà improvvisamente dipendenza.

Come e quando si svolge Arigianato e Palazzo

Ogni anno a Maggio, all’interno dei giardini di Palazzo Corsini. Il tutto si svolge nel parco e nelle limonaie; in caso di maltempo, dunque, ci si può sempre rifugiare al chiuso. Oltre al percorso tra gli artigiani e i loro laboratori, la manifestazione propone tre eventi portanti:

Blogs and Crafts:

Si tratta di un contest sponsorizzato dalla Fondazione Ferragamo, giunto quest’anno alla seconda edizione. Un’apposita giuria selezionai migliori 10 artigiani under 35 che hanno fatto richiesta di partecipazione, invitandoli gratuitamente alla Mostra in un’area espositiva a loro dedicata.

Contestualmente, vengono selezionati anche 10 bloggers (quest’anno, tra la top 10, c’era anche thefamilycompany.it!) per raccontare l’esperienza, le emozioni e le curiosità dell’evento. Il blogger che ha meglio saputo rendere l’essenza di Arigianato a Palazzo, avrà un’intervista su QN/La Nazione. Quindi, se il mio articolo vi è piaciuto, potete votarmi cliccando qui (le votazioni sono aperte Sabato 23 Maggio e Domenica 24 Maggio).

La Mostra Principe:

Un evento nell’evento: ogni anno viene allestita una mostra dedicata ad un’eccellenza dell’artigianato che, grazie a creatività, dedizione, è diventata un punto di riferimento internazionale. L’edizione 2015 di Artigianato a Palazzo ha visto come protagonista Fabriano, con la mostra “750 + 1: Fabriano è carta dal 1264”. In occasione del suo 750esimo anniversario, infatti, Fabriano ha voluto raccontare le tappe fondamentali della carta, dalla fabbricazione antica fino alle ultime innovazioni tecnologiche. C’era persino un mastro cartaio, il quale ci ha mostrato una delle storie d’amore più belle di tutta la manifestazione: quella che trasforma la cellulosa in un candido foglio di carta.

Ricette di famiglia:

Cucinare è forse una delle forme di artigianato più alte, non trovate? Non poteva dunque mancare uno spazio dedicato alla Gastronomia. In collaborazione con Richard Ginori, dunque, la giornalista Anna Tossani ha curato tre appuntamenti firmati “Ricette in Famiglia“, insieme ad ospiti d’eccezione come Allan Bay, Costantino della Gherardesca, Beppe Bigazzi e Mariavittoria Andrini. Abbiamo assistito alla preparazione live di buonissimi piatti, degustato gustose ricette preparate da scrittori e bravissime cuoche e, naturalmente, parlato di cibo, del ruolo fondamentale delle materie prime, dell’importanza di fondere tradizione e creatività e di rispettare la natura, sempre. Quale sarà l’appuntamento dell’anno prossimo?

Informazioni pratiche su Artigianato e Palazzo

  • Orari: generalmente l’evento dura 4 giorni, dal Giovedì alla Domenica, con orario continuato dalle 10 alle 21 (consiglio comunque di controllare il sito, perchè potrebbero esserci variazioni di edizione in edizione)
  • Biglietti: intero € 8,00, gratuito per i bambini fino a 12 anni, dai 12 ai 18 anni ridotto 6 euro. Abbonamento nominale € 20,00 (valido per tutti i 4 giorni di Mostra con presentazione di documento d’identità). Tutti i giorni a partire dalle ore 19 ingresso ridotto a € 4,00
  • Ristorazione: il percorso di Artigianato a Palazzo comprende, ovviamente, anche tanta gastronomia. Dai tarallucci pugliesi ai dolci siciliani, dai cantucci toscani al gelato artigianale. Insomma, se avete bisogno di una pausa, avrete solo l’imbarazzo della scelta. C’è inoltre anche un’area adibita a ristorante, che organizza inoltre gustosi aperitivi a partire dalle 19.
  • Come arrivare: Palazzo Corsini si trova a circa 10 minuti a piedi dalla Stazione di Santa Maria Novella.

Maggiori informazioni: www.artigianatoepalazzo.it

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