Leggende veneziane: il pescatore Orio e la sirena Melusina
Visitare Venezia con i bambini significa meravigliarsi di fronte ad una città unica al mondo. Bellissima, ricca di storia e di arte, ma – soprattutto – traboccante di storie e leggende. Ogni calla, ogni canale, ogni pietra nasconde un po’ di magia. Basta saperla cercare.
Nel racconto del nostro weekend a Venezia con bambini, ti prenderemo per mano e ti porteremo con noi alla scoperta di una Serenissima decisamente family-friendly. Calla dopo calla. Palazzo dopo palazzo. Leggenda dopo leggenda. Ed ecco la prima…
La leggenda di Orio e Melusina
Ci troviamo a Sestiere Castello. Qui viveva Orio – un giovane pescatore. Una notte, mentre era in laguna, udì una voce provenire dalle sue reti. Era il mormorio di una bellissima sirena, Melusina, che – disperata – chiedeva di essere liberata. Orio, che nel frattempo si era già innamorato perdutamente di lei, ovviamente la liberò.
Da allora, i due si incontrarono ogni notte, finché il giovane pescatore chiese alla bella sirena di sposarlo. Lei accettò felice, ma gli fece promettere che non sarebbe mai andato a trovarla di Sabato, fino al giorno del matrimonio.
Orio provò con tutte le sue forze a tenere fede alla promessa fatta ma, il Sabato della terza settimana, desideroso di vedere la sua futura sposa, si recò dove solitamente si incontravano. La sirena non c’era ma, ad un certo punto, le acque del mare si agitarono e ne uscì un’enorme serpe che accusò Orio di aver infranto la promessa. Il mostro altri non era che Melusina, la quale – a causa di un maleficio – ogni sabato si trasformava in serpente. Lo confessò ad Orio, ma lo rassicurò dicendogli che, se si fossero sposati, lei non si sarebbe mai più trasformata in serpente.
Così i due si sposarono, Melusina da sirena si trasformò in umana e diede ad Orio tre splendidi figli. Vissero felici e contenti per anni, fino a quando Melusina, purtroppo, si ammalò e morì. Orio rimase solo ad occuparsi del lavoro, dei tre figli e delle faccende domestiche, che non sembravano poi così pesanti. Con sua grande sorpresa, infatti, quando rientrava a casa dopo il lavoro, tutto era sempre pulito e in ordine e i figli amorevolmente accuditi.
Un giorno, avendo finito presto di lavorare, tornò a casa prima del solito orario. Entrando in cucina, trovò un grosso serpente e, spaventato, lo uccise. Da quel giorno, non trovò mai più la casa pulita ed in ordine nè i figli accuditi. Fu solo allora che comprese che il serpente altri non era che la sua amata Melusina, la quale – dopo la sua morte – cercava di aiutare il marito come poteva.
A ricordo del loro grande amore, Orio, che abitava sopra il sotoportego della Bragora, oggi chiamato Sotopertego dei Preti, incastonò sulla sommità dell’arcata di ingresso un cuore rosso in pietra.
Il cuore c’è tutt’oggi e pare che porti fortuna! Basta toccarlo per vedere realizzato il proprio desiderio entro l’anno. E così abbiamo fatto. Indovina qual è stato il nostro desiderio?
Isabella
26/09/2016 at 15:13
Posso permettermi di far notare solo una cosa, da veneziana quale sono?
Si chiamano “calli”: la calle al singolare, le calli al plurale!
Per il resto tutto perfetto 😉
Valentina Cappio
01/10/2016 at 07:15
Grazie ISabella!! Correggo subito 🙂