Rovereto con bambini, tra musei family-friendly e orme di dinosauro

Forse un po’ messa in ombra dalla vicina Trento, che attira sicuramente più turisti, Rovereto rischia spesso di venire snobbata.

Eppure è una cittadina davvero graziosa, meta facile per un weekend con bambini (o per una intera settimana, se considerate anche i dintorni e le montagne circostanti e le tante attività in mezzo alla natura che è possibile fare), che si dà molto da fare per offrire tanti spunti culturali a misura di famiglia.

Noi, in un weekend lungo di fine maggio, abbiamo avuto il tempo di studiarcela per bene.
Vi abbiamo già raccontato qui uno dei laboratori family-friendly del Museo Civico, ma se vi interessa programmarci una visita, ecco la nostra esperienza con una bambina di quasi quattro anni e una di quasi due.

Il Castello e il Museo della guerra

Indirizzo: via Castelbarco 7, Rovereto

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Un castello ha sempre il suo fascino per i bambini, e questo vale anche per quello di Rovereto, una fortificazione militare che risale al XIII secolo: si percorrono i cunicoli, si guarda fuori dalle feritorie, si possono toccare i proiettili in sasso dei cannoni, si arriva fino ai merli in cima e si visitano i torrioni dove sono esposte armature e armi antiche, da duello, da fuoco e da caccia.

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Ma qui ha sede anche uno dei principali musei della zona: è il Museo storico italiano della Guerra, una delle principali istituzioni italiane dedicate alle Prima guerra mondiale, che si è combattuta soprattutto tra queste montagne.

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Tanti gli oggetti che possono incuriosire anche i bambini, dalle uniformi, complete di cappotti e scarpe, alle attrezzature degli alpini per l’alta montagna – quelle dei soldati semplici ben diverse da quelle degli ufficiali –, armi, collezioni di elmetti, lettere dei soldati dal fronte, la tenda-ospedale e gli strumenti delle crocerossine, ma anche cannoni e aeroplani.

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Il museo ha realizzato per i bambini tre diverse schede che li aiutano a seguire il percorso con delle semplici spiegazioni e una sorta di caccia al tesoro per trovare, nelle sale, gli oggetti illustrati.

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A metà del percorso un antro del castello è adibito anche a zona relax per i bambini, con un tavolino e l’occorrente per disegnare e colorare schede dedicate agli oggetti del museo.

Una segnalazione la merita lo shop, dove ha sede la biglietteria: è un angolo dotato di diversi libri, alcuni genericamente dedicati al tema castelli, cavalieri e principesse, ma soprattutto ci sono diverse pubblicazioni, realizzate appositamente per bambini e ragazzi, che spiegano molto bene la Grande Guerra e i percorsi sulle montagne dei dintorni.
Sono davvero fatte bene, non lasciatevele scappare.

shop

Due sabati al mese (consulta il programma esatto qui) alle 15.30, ci sono visite guidate al Castello e al museo per famiglie e bambini. Dura un’ora ed è obbligatoria la prenotazione.

Il Mart

Indirizzo: Corso Bettini 43, Rovereto.

È uno dei più importanti musei di arte moderna e contemporanea d’Italia e copre periodi dal Futurismo alla Pop Art. Forse ce lo avete presente soprattutto per la bellissima cupola di vetro e acciaio progettata dall’archistar svizzero Mario Botta.

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A metà del secondo piano ci sono due aree dedicate ai bambini: si chiamano BabyMart e sono pensate una per la fascia 0-5 anni, l’altra per i 6-12; sono attrezzate con tavolini, tappetoni, occorrente per disegnare, alcuni giochi e libri.

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Non sono tanto luoghi per aiutare i bambini a vivere il museo, ma più che altro spazi di decompressione per i bambini che permettono magari ai genitori di visitare a turno il museo, mentre i bambini giocano tranquilli.

Ci sono delle attività organizzate però: la domenica pomeriggio, alle ore 15, ci sono laboratori creativi per imparare i linguaggi dell’arte giocando. A partire dai 4 anni.

La Campana dei Caduti

Sul colle di Miravalle, che si affaccia su Rovereto e sulla valle dell’Adige, c’è una campana che affascinerà i bambini e farà tremare il cuore degli adulti.

È una delle più grandi del mondo (tecnicamente la più grande in assoluto nella categoria di quelle che suonano “a distesa”), è la Campana dei Caduti, detta anche “della pace”.

Fu fusa nel 1924 con il bronzo dei cannoni offerto dalle nazioni che combatterono la Prima Guerra mondiale, per idea di un sacerdote roveretano don Antonio Rossaro, per onorare tutti i Caduti in tutte le guerre e invocare pace e fratellanza.

Per varie vicende (il suono non era quello desiderato), la campana fu nuovamente fusa a Verona e poi riportata a Rovereto il 26 maggio del 1940, «per riprendere così la sua alta missione di pace e fratellanza universale», scrivono sulla guida. Quindici giorni esatti dopo, l’Italia sarebbe entrata in guerra, di nuovo. L’Europa stava già combattendo da un anno. E già pensare a questo, mentre la si sente suonare, non lascia indifferenti.

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Potete venire quassù a sentirla suonare – c’è un anfiteatro intorno alla campana, e in più la vista è notevole – ogni sera, oppure la domenica a mezzogiorno: cento rintocchi che sembrano cento colpi di cannone, per ricordare tutte le vittime di tutte le guerre, incluse quelle di oggi.

È un’esperienza che consigliamo a tutti, grandi e piccini.

La campana è inserita in un parco, che comprende il “sentiero della pace” e un piccolo museo in cui spesso trovate iniziative dedicate alla sensibilizzazione sui temi della pace, della guerra e dei diritti umani.

Il centro storico

…già un poco Trentino, e in odor di Veneto”.

Mi perdonerà il Maestrone se ho parafrasato così la sua Bologna, ma a viverla per un weekend viene davvero da pensare che Rovereto sia un po’ così, gravitante intorno alla vicina Trento, eppure ancora un po’ veneta, in uno strascico d’eleganza che dalla punta nord del Garda arriva fin quassù.

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È piacevole da vivere nel suo centro a traffico limitato, ammirando corso Bettini e piazza delle Erbe, i palazzi del Settecento e le piazzette incastonate tra le vie, i musei, le chiese e il famoso teatro Zandonai.

Se riuscite, mettete in conto di assaggiare anche la cucina locale e – ovviamente – i vini: d’altronde siete in una città circondata da vigneti!

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Rovereto è una cittadina davvero piccola, si può visitare a piedi (è facile anche con i bambini e i passeggini) in una giornata, muovendosi trai musei e il castello senza bisogno dell’auto.

Se invece alloggiate leggermente fuori – noi ad esempio eravamo nello storico Borgo Sacco, a due km dal centro e sulle rive dell’Adige – considerate che i mezzi pubblici dopo le 7 di sera sono praticamente introvabili.

Gite fuori porta

La ciclabile dell’Adige

Rovereto è lambita dall’Adige, che scorre a circa tre km dal suo centro storico.

Vi consigliamo un giro da queste parti soprattutto per la bellissima ciclopedonale che costeggia il fiume per poi inoltrarsi nei vigneti. Vale davvero una passeggiata, o una pedalata in famiglia.

Trekking in Vallagarina, a misura di passeggino

Noi non siamo dei gran camminatori di montagna (a dire il vero, io non lo sono) ma se vi piacciono le passeggiate di questo tipo, qui intorno trovate molti sentieri “facili”, proposti anche a chi deve spingere ancora un passeggino.

Per trovare la vostra idea, ci pare molto utile il sito ufficiale del turismo in Vallagarina

Il Sentiero sulle orme dei dinosauri

La passeggiata per arrivarci è un po’ impegnativa, contate una mezz’oretta da quando lasciate l’auto e attrezzatevi con degli scarponcini, perché il sentiero li richiede.

Ma una volta arrivati sul posto, potrete ammirare le impronte vere dei dinosauri.

Centinaia di orme che risalgono al Giurassico, 200 milioni di anni fa, quando la valle dell’Adige era un’enorme laguna, lasciate da dinosauri – carnivori ed erbivori, alcuni lunghi più di 10 metri – e organizzate in vere e proprie piste.

C’è bisogno di aggiungere altro?

L’Osservatorio sul Monte Zugna

In città c’è il planetario, ma sul monte Zugna, a 40 minuti di auto dalla città, potete venire a vedere il cielo vero, senza essere disturbati dall’inquinamento luminoso.

L’Osservatorio è gestito dal museo civico di Rovereto: contattate loro per avere informazioni sulle visite, i laboratori e la possibilità di cenare lassù.

Il Castello di Avio

Arrivando dal Garda, poco prima di Rovereto vedrete in alto sulla sinistra un castello bellissimo: è il castello di Avio, imponente con la sua cinta e le torri.

È visitabile, anche all’interno, e nel periodo da maggio a novembre alle famiglie è proposto un percorso visit speciale: una caccia al tesoro di sette ritratti nascosti nel castello, che raffigurano sette personaggi che hanno fatto la storia di questo luogo.

Ristoranti e altri servizi

Siamo in Trentino, e già questo dovrebbe rassicurarvi molto. L’attenzione alle famiglie e ai bambini è assicurata praticamente ovunque, per cui non avrete quasi mai problemi a trovare, ad esempio, ristoranti e locali pubblici dotati di seggioloni, fasciatoi nei bagni, persino giochi messi a disposizione dei piccoli avventori. Servizi che trovate anche nei musei e nei luoghi che avrete scelto di visitare.

Noi non abbiamo avuto problemi nemmeno nel bed and breakfast in cui abbiamo soggiornato: chiesto in anticipo, ci hanno fatto trovare un lettino da campeggio in camera, e nella sala colazione era a disposizione un seggiolone.

Un’attenzione: spesso abbiamo notato, sia in Italia che all’estero, che molti hotel o albergatori mettono a disposizione il lettino… ma senza lenzuola. Accertatevi prima che ne siano forniti e in caso portatele da casa, se volete evitare di dover improvvisare delle soluzioni all’ultimo momento.

Noi abbiamo cenato in due luoghi decisamente family friendly:

Trattoria Assaporando, piazza Malfatti 8, Rovereto
Cucina trentina rivisitata in chiave sarda. Il marito è in cucina, la moglie ai tavoli: lei è una maestra con una passione smodata per i bambini. Non farete in tempo ad entrare che sarete quasi assaliti da lei che vi metterà a disposizione seggiolone e alcuni giochi, chiederà ai bimbi di scegliere tra il piattino di Masha e Orso, Peppa Pig o Frozen, e vi proporrà un menù dedicato a base di pasta a forma di personaggi Disney. Quasi troppo, ma può far comodo.
Bagno attrezzato di fasciatoio.

Moja, via delle Zigherane 1, Rovereto.
A un paio di km dal centro, nello storico quartiere di Borgo Sacco e a pochi passi dal fiume Adige, è un risto-cafè con un bel prato all’esterno e diversi giochi a disposizione. La proprietaria è una nonna di bambine femmine, e lo capiamo al volo quando, oltre al seggiolone per la piccola, porta anche una sedia rialzata per la 3enne dicendole che “è la sedia della principessa”: conquistata.
Materassino-fasciatoio in bagno.

 

E voi, per caso avete visitato Rovereto con bambini? Avete qualche altra dritta da darci?

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