Azzorre con bambini: l’Isola di Pico, tra vulcani e grotte misteriose
Ed eccoci giunti alla fine del nostro meraviglioso viaggio con bambini nelle Azzorre. Dopo Sao Miguel e dopo Faial, la terza ed ultima isola che abbiamo visitato è stata Pico, nota anche come l’isola Montagna. Il nome deriva infatti dal vulcano Pico, la montagna più alta di tutto il Portogallo, che domina il paesaggio con i suoi 2.351 metri di altezza. isola di pico con bambini
Siamo arrivati a Pico in traghetto dal porto di Horta, sull’isola di Faial. Mezz’ora di navigazione (6 chilometri di mare) ed eravamo a La Maddalena, la città più popolata di Pico. Siamo partiti sotto una fastidiosa pioggerellina e sbarcati sotto una cielo coperto di nuvoloni. Ma il tempo, qui, è ballerino si sa. Per cui, non ci facciamo intimorire e, con il nostro immancabile keeway, non vediamo l’ora di esplorare questa selvaggia isola con i bambini! La gita durerà una sola giornata, purtroppo, perchè il tempo a nostra disposizione è quasi finito e fra pochissimo dovremo rientrare in Italia. Ecco, dunque, il nostro piccolo diario di viaggio all’Isola di Pico con bambini.
Isola di Pico con bambini: vulcani, grotte e mare
Al porto ci aspettava Norberto, simpatica preparata guida della società Abegoaria, specializzata in escursioni di vario tipo (a piedi, bicicletta, auto). A causa del poco tempo a disposizione, noi abbiamo optato per la macchina: se si vuole visitare l’isola in una giornata, non ci sono molte alternative: o si noleggia un’auto da soli o ci si rivolge a chi fa la guida di mestiere per ottimizzare i tempi.
Pico è la seconda isola per grandezza delle Azzorre, ma girandola si incontrano pochissime macchine e pochissime persone perché gli abitanti sono solo 14.000…
Il terreno è quasi tutto piatto e soprattutto nero per l’origine vulcanica. Anche le case tradizionali sono nere, costruite con massi di lava e hanno porte e finestre colorate (di rosso o di verde) che davvero caratteristiche.
Ci siamo fermati a vedere i campi, chiamati “lajidos” o “terras de biscoito” con le coltivazione di vitigni bassi protetti dal vento da muretti a secco fatti in pietra lavica (simili a quelli delle nostre 5 Terre).
Un paesaggio incredibile, riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO nel 2004. Una volta la coltivazione dei vigneti era l’occupazione principale insieme all’allevamento delle mucche, oggi i vitigni ( compreso quello autoctono più rinomato: il verdelho) occupano una superficie molto meno estesa e nelle sole località di Lajido da Criação Velha e di Lajido de Santa Luzia.
Ad un certo punto Norberto ci ha chiesto di indovinare cosa fossero i solchi che si intravedevano nelle pietre di lava. I bambini, subito coinvolti, hanno dato soluzioni incredibili e fantasiose. In realtà le “rilheiras” non sono altro che i segni lasciati dalle ruote dei carri trainati da buoi che trasportavano l’uva e i barili.
Nei piccoli porti vicino al mare invece si vedono ancora i “rola-pipas”: rampe scavate nei pendii per facilitare il trasporto delle botti nelle barche.
Molto belli i mulini a vento, color rosso acceso, dove è possibile salire per vedere la distesa di foglioline verdi riparate dai muretti.
La visita che più ha entusiasmato i bambini ( e anche noi adulti) è stata quella alla Gruta das Torres, uno dei più grandi condotti lavici visitabili al mondo che estende per cinque chilometri sotto terra. Bisogna prenotare l’entrata che si fa, con la guida, in gruppo. Dopo la spiegazione iniziale si viene muniti di elmetto in plastica e di torce e comincia l’avventura. Uno in fila all’altro, stando bene attenti a dove si mettono i piedi, si scende nelle profondità della terra.
I ragazzi erano eccitati all’idea di questa nuova avventura e la nebbiolina causata dall’umidità rendeva l’ambiente ancor più misterioso. La guida, una giovane geologa, ci ha introdotti nella galleria scavata dalla lava e grazie a lei abbiamo scoperto mini stalattiti e stalagmiti laviche. Camminare sul sentiero coperto di rocce, piccole e grandi, non è stato facilissimo, ma interessante. Le forme della lava hanno colpito particolarmente la fantasia dei ragazzi.
Soprattutto quando la guida invitava a individuare volti e figure formati dalle rocce. Ad un certo punto è stata individuata anche una formazione chiama Monna Lisa perchè simile al dipinto di Leonardo da Vinci conservato al Louvre…
Molto bello il momento in cui, sempre su invito della guida, tutti quanti abbiamo spento le torce e siamo rimasti al buoi, in silenzio, ad ascoltare i suoni del vento e delle gocce di umidità che cadevano dal soffitto. Un momento magico! Per i grandi e per i più piccini.
Insomma l’escursione sotto terra, da un cunicolo all’altro, è stata davvero particolare e il tempo è volato. Al termine delle spiegazioni abbiamo avuto l’opportunità di soffermarci ancora qualche minuto da soli per scattare qualche altra foto.
Ultima tappa del tour è stata la cittadina di Lajes do Pico affacciata sul mare, con le tipiche case bianche con finestre e porta incorniciate da colori diversi. Lajes era il principale porto per i cacciatori di balene e qui si trova il visitatissimo Museo che racconta la storia di quel periodo storico neppure troppo lontano.
Oggi al posto delle baleniere ci sono le imbarcazioni e i gommoni per fare il whale watching, come abbiamo fatto a Faial, e quindi uscire in mare per fotografare gli splendidi cetacei.
La sera, prima dell’imbarco, abbiamo cenato nel Cella bar, un locale originale, costruito interamente in legno e dalla forma a botte, nato essenzialmente per proporre musica e buon vino. Anche il cibo comunque è di qualità e abbiamo così terminato in bellezza, nonostante il brutto tempo, la nostra escursione. Quindi siamo tornati a La Maddalena e abbiamo ripreso il traghetto per Faial. Un altro pernotto a Castelo Branco, da Maria Ines e “Ze”, e poi il volo per Ponta Delgada, sull’isola di Sao Miguel per poi rientrare in Italia.
Ritorniamo, come sempre quando finisce un viaggio, con un po’ di magone. Le Azzorre ci hanno sorpreso per la loro bellezza selvaggia, per la natura incontaminata e per la forza che si respira ad ogni passo. Un’avventura speciale questa, che consiglio a chiunque ami viaggiare con i propri bambini.
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Info: Ente del turismo del Portogallo e Ufficio turismo delle Azzorre.
Voli: Ryaniar, la compagnia low cost ha voli dall’Italia (MIlano, Roma, Pisa) per Lisbona e quindi da Lisbona per Ponta Delgada sull’isola di Faial. Per i voli interni, da isola a isola, la compagnia con voli giornalieri all’interno dell’arcipelago è Sata.