Parchi USA con bambini. Tappa dopo tappa… i nostri 4000 km
Ed eccoci finalmente arrivati al cuore del nostro viaggio: 4.000 km di pura magia per visitare gli spettacolari Parchi USA con bambini. Nel mio precedente articolo, ho cercato di darti una serie di informazioni utili (alcune indispensabili) per organizzare al meglio un on the road family-friendly negli Stati Uniti: voli, Esta, noleggio auto, gestione delle distanze e tanto altro. In questo post, invece, cercherò di fornire quante più indicazioni possibili sulle tappe che noi abbiamo scelto. Con una premessa doverosa: ogni on the road che si rispetti necessita di un’organizzazione da manuale 😉
Prima Tappa: Los Angeles iparchi usa con bambini
Atterrati a Los Angeles in serata, e avendo già visitato la città circa due anni fa, abbiamo deciso di dormire in prossimità dell’aeroporto per essere “operativi” la mattina successiva con il primo trasferimento. Se tu invece hai voglia di trascorrere qualche giorno in questa splendida città, leggi il reportage che un’altra mamma viaggiatrice ha pubblicato su The Family Company e in cui troverai tantissime informazioni su cosa fare a Los Angeles con bambini.
Seconda Tappa: Las Vegas parchi usa con bambini
Se non vi interessa visitare Los Angeles e avete modo di volare direttamente su Las Vegas, vi risparmierete le 4 ore di auto più lunghe e noiose della vostra vita: questo trasferimento, a meno che non visitiate la Valle della Morte, ha poco da offrire se non molto traffico, soprattutto durante il fine settimana.
Personalmente, non amo particolarmente Las Vegas, ecco perché la nostra giornata è iniziata in piscina e terminata al Rainforest Cafè: locale molto carino e suggestivo, a un buon rapporto qualità e prezzo. Se, invece, sei incuriosita dalle luci sfavillanti di questa comunque incredibile cattedrale nel deserto, in questo reportage troverai indicazioni su come viverla al meglio con bambini al seguito.
Terza tappa: Bryce Canyon e Zion NP
Prima di raggiungere il Bryce Canyon, abbiamo dedicato il nostro pomeriggio allo Zion National Park: si tratta di un parco meno conosciuto, ma da non sottovalutare soprattutto perchè dà la possibilità di percorrere dei lunghissimi sentieri fattibili anche con un passeggino e alla portata dei più piccoli esploratori.
Prendendo lo shuttle free e scendendo all’ultima fermata (numero 9), avrete modo di godervi la Walking View: passeggiata nel verde animata da scoiattoli per tutti i gusti. Dormendo a Pangwitch, appena fuori al parco, siamo riusciti a goderci una cena western all’ Ebeneezer’s Barn and Grill: questo ristorante, comodamente prenotabile sul sito con relativa scelta del menu, non è altro che un capannone arredato in stile western e propone musicisti in costume che animano la serata con musica country. A me è piaciuto molto, anche se il jet – lag dalle 19 in poi sembrava essere il nostro peggior nemico 🙂
Quarta tappa: Capitol Reef (2 notti)
So cosa state pensando: “Perché dedicare due notti ad un parco così?” Perché non avete visto dove abbiamo alloggiato: un vero e proprio Ranch, di quelli che noi abbiamo visto solo nei film! Di questo però vi parlerò in un altro post…
Prima di raggiungere il Ranch, abbiamo visitato il Bryce Canyon in una mattinata dal cielo terso e dall’aria fresca e pungente: la visibilità era impressionante e i classici “hoodoos”, formazioni di rocce longilinee, sembravano staccarsi dal blu come i grattacieli della skyline di New York. Il Bryce ha rappresentato il nostro primo vero e forte impatto di carattere naturalistico. La roccia rossa viene finalmente a darci il suo primo grande benvenuto, creando una dipendenza nei giorni successivi.
Il rumore della natura sarà il vostro unico frastuono e quel silenzio sarà più forte di qualsiasi altro grido. Il Navajo Loop è il più breve e veloce tra i sentieri che scendono in fondo al canyon, nel bel mezzo delle spettacolari formazioni rocciose. E’ ripido ma facile ed il dislivello è limitato. Vi consiglio di scendere dal lato sinistro per risparmiarvi la ripida salita al ritorno.
Quinta tappa: Moab parchi usa con bambini
Moab è l’unica vera cittadina degna di qualche ora di visita: è graziosa, caratteristica e rappresenta il luogo ideale qualora vogliate comprare qualche souvenir. E’ qui che dovrete pernottare per visitare l’ Arches National Park e il Canyonlands ed è qui che abbiamo provato l’esperienza di dormire sotto le stelle (anche per questo suggestivo luogo dovrete aver pazienza: dedicherò un intero post a questa stupenda notte).
Venendo ai parchi: purtroppo non abbiamo avuto modo di visitare Canyonlands ma se voi riusciste invece ad introdurlo nel vostro itinerario, ricordate che l’ora perfetta è al tramonto, quando la luce colpisce la roccia nel punto più alto creando una magia surreale.
Essendo partiti da Capitol Reef troppo tardi, non solo abbiamo rinunciato a questo parco, ma abbiamo anche visitato l’Arches nel momento più caldo della giornata. Nonostante il clima torrido, io e mio padre abbiamo deciso di avventurarci nel Devils Garden per raggiungere, dopo una lunga passeggiata, il famoso Landscape Arch, arco gigantesco che sovrasta i “giardini” e la cui maestosità vi farà sentire l’essere più piccolo e inutile del pianeta. Dal Landscape, dopo un altro miglio e mezzo potrete raggiungere il Double Arches.
La possibilità di visitare questo parco interamente in auto vi permetterà di trovare scorci incredibili al di fuori del caos dei trail. Fermatevi ogni tanto, guardate il sole, innamoratevi della luce che si infrange sulla roccia, ma sappiate che nessuna foto riuscirà mai a riprodurre ciò che state vivendo.
Sesta Tappa: Monument Valley
The View, The View o The View Cabins, nessun’altra scelta: dovete ASSOLUTAMENTE dormire all’interno della Monument perché l’alba che vi regalerà questo parco sarà uno dei souvenir più indimenticabili di tutta la vacanza. Non esistono alternative per dormire all’interno se non appunto il The View, ma ricordatevi di prenotare con largo anticipo (8/10 mesi prima se viaggiate in agosto).
Qui verrete a contatto con una vera e propria leggenda: fin dal primo momento ho avvertito il peso della sua storia Navajo. Cavalcare con una guida indiana in mezzo alla valle è uno di quei momenti che ricorderò per tutta la vita. Mi sono fermata con il cavallo in mezzo alla valle e mi sono guardata intorno: non so dove fossi esattamente, non so nemmeno se è un punto segnato sulla mappa… so soltanto che i brividi che ho provato sono la consapevolezza che il mondo è ancora pieno di luoghi in grado di farti innamorare perdutamente.
Clara, sul cavallo davanti a noi, era in perfetto stile Navajo, chiaramente a suo agio e consapevole di vivere una grande esperienza: chiedetemi ancora il perché viaggio molto 😉
Una cosa del genere mi è capitata a Spirit Island in Canada, altro posto inenarrabile.
Per maggiori informazioni su come visitare la Monument Valley con bambini, qui trovate qualche info utile.
Settima tappa: Page (2 notti) parchi usa con bambini
Page è uno dei posti più orrendi che abbia mai visto e quando siamo arrivati non riuscivo a capacitarmi del perché gli alberghi costassero così tanto (noi abbiamo dormito a Big Water infatti). Antelope Canyon – Horseshoe bend e Lake Powell: ecco i motivi. Provenendo dalla Monument, ricordate di mettere le lancette dell’orologio un’ora indietro, oppure affidatevi al vostro smartphone solo dopo esservi assicurati di aver agganciato un operatore locale.
L’Antelope, di proprietà Navajo, è visitabile soltanto con una guida: pagherete quindi oltre all’ingresso del parco anche il breve viaggio a bordo di jeep 4×4 che vi porterà all’ingresso dei canyon. Upper o lower? Ricordo che ho letto talmente tanti pareri contrastanti che ho deciso di scegliere l’upper per una questione psicologica: essere sotto terra non mi è mai piaciuto 😉
Non posso dire che questo canyon mi abbia deluso perché sarebbe una bugia, posso però dire che è uno di quei rarissimi posti ad essere molto più bello in foto che dal vivo. Addentrandoci all’interno del labirinto, mi sono immediatamente chiesta dove fossero quelle rocce color arancio e oro che ho visto decine di volte su internet: “eppure ho scelto anche l’ora più consigliata!!!”. Il trucco sta nel fotografare esattamente il punto indicato dalla guida: la luce, filtrata nel canyon che si infrange sulla roccia buia e arenaria crea delle illusioni ottiche pazzesche. Ecco perché consigliano la visita tra le 12 e le 13 ed ecco perché esistono tour fotografici da effettuare con le guide. Beh, insomma, ad occhio nudo non mi ha convinto pienamente, tutto qui.
Tutt’altra emozione è stato l’Horseshoe Bend: la passeggiata che precede il famoso “panettone” è letteralmente un rullo di tamburi fino al momento in cui vi affacciate in quello splendore. Non ci sono parole per descrivere un enorme quadro reale in 3D: qualsiasi parola sembrerebbe sprecata, perché nessun commento potrebbe esprimere ciò che vivrete seduti ad ammirare uno dei maggiori spettacoli della natura.
Fate molta attenzione ai bambini, veramente molta. Non sono solita creare allarmismi anche perché non sono mai stata una mamma apprensiva, ma vi garantisco che la totale assenza di protezioni non è aspetto da sottovalutare con i piccoli.
Abbiamo cercato di coinvolgere Clara in questo spettacolo, ma il teatro senza animali non è per il momento fonte di interesse per la mia piccola Mowgli 😉
Infine il Lake Powell. Una grande scoperta, di cui vi parlerò molto presto.
Ottava tappa: Grand Canyon parchi usa con bambini
Ecco che qui lo scenario torna a cambiare, come il clima del resto: improvvisamente i parchi si colorano di verde, l’aria diventa più tersa e i cervi e gli scoiattoli fanno da sfondo a questo quadro meraviglioso. Il maestoso Grand Canyon… come fare a descriverlo? E’ durissima: questi enormi solchi scavati dal Colorado River assumono forme così diverse e profonde da farvi sembrare spettatori di un dipinto tridimensionale. Esplorare il Grand Canyon con i bambini è facilissimo: all’interno del parco esiste tutto ciò di cui avrete bisogno e i comodissimi shuttle vi permetteranno di fermarvi nei vari punti panoramici. Noi abbiamo deciso di esplorare il parco la mattina noleggiando delle bici e il pomeriggio con un tour a piedi. Il Bright Angel Lodge si è rivelato una scelta perfetta, sia per il tipico stile western, sia per la posizione e i servizi offerti. Tutto questo è quello che viene chiamato South Rim ma, se avete tempo a disposizione, anche una sola notte in più, vi consiglio di spostarvi al North Rim per percorrere la famosa skywalk: passeggerete sul punto più alto del Canyon, grazie ad un ponte dal pavimento trasparente. Valida alternativa potrebbe essere il tour in elicottero.
Per maggiori suggerimenti su come organizzare la vostra visita al Gran Canyon con bambini, dai un’occhiata a questo post.
Nona Tappa: Deserto Mohave (3 notti)
Raggiungere lo sperduto deserto del Mohave non è stato un trasferimento breve: trovandosi nel sud dell’Arizona, vi troverete a superare Seligman e a riavvicinarvi a Las Vegas. Perché abbiamo scelto il Sud Arizona, perché un deserto? Perché qui esiste un vero e proprio Ranch, un luogo unico dove le giornate scorrono lente, tra una passeggiata a cavallo, un bagno in piscina e una birra sorseggiata su un’altalena fronte tramonto. Clara mi ha chiesto il perché dovessimo ripartire da questo posto magico. Presto vi racconterò ogni dettaglio di questo particolare soggiorno perché, se vi aspettate un resort 4 stelle con selle di Ralph Lauren e filetto di bisonte a cena… beh, non siete proprio nel posto giusto 😉
Decima tappa: San Bernardino parchi usa con bambini
Semplice tappa per riavvicinarsi a Los Angeles, partenza del nostro volo di ritorno, San Bernardino rappresenta comunque una meta della Route 66 e il WigWam Motel è un’icona di questa zona: le famose tende tepee visibili dalla strada che collega Los Angeles a San Bernardino fanno parte di questo Motel, interamente arredato con mobili e docce originali del 1949. Per i bambini, questo è un luogo davvero molto divertente, soprattutto se opterete per un abbigliamento con pantaloni in alcantara e penne in testa. Questa zona è piena di outlet di ogni tipo, quindi iniziate a chiamare un ingegnere per chiudere la vostra valigia 😉
Ultima tappa: Anaheim
Esiste un solo modo per terminare una vacanza da sogno: entrare nella favola Disneyland! Personalmente sono molto affezionata a questo parco di Anaheim, poiché è stato il primo per me e Clara nel 2013. Successivamente Parigi e ancora Anaheim che io preferisco nonostante capisco sia decisamente più scomodo di quello Europeo. Mentre la scorsa volta abbiamo deciso di pernottare dentro il parco, quest’anno abbiamo ritenuto più opportuno prenotare a 300 metri in uno delle decine di motel presenti. Dormire all’interno del parco ha senso in caso prenotiate camere a tema, altrimenti vi garantisco che i motel intorno sono non un ripiego ma una eccellente soluzione, fornendo colazione, biglietti Disneyland e navette gratuite per il parco. Come scritto in passato, non esiste per Clara una Principessa che possa reggere il confronto con un animale quindi… diciamo pure che ciò che ha vissuto al Ranch non ha niente a che vedere con la parata finale di Ariel ed Elsa 😉 Ma non mi arrendo: prima o poi, riuscirò a comprarle una coroncina con i cristalli.
Parchi USA con bambini: considerazioni finali
Riassumere le emozioni di questo viaggio non è facile, poiché è come se fossi stata via per due mesi: ho così tanti ricordi da poter riempire un libro intero. La nostra valigia è colma di esperienze, di risposte per Clara, di batticuore, di brividi e di consapevolezza che, ancora una volta, salire su questo aereo è stato un passetto in avanti nella crescita del nostro cucciolo.
Cosa mi resta nel cuore? Il cielo stellato e la via lattea del deserto, la leggenda della Monument, la pace eterna dell’Horseshoe Bend, ma soprattutto il sorriso di mia figlia e il suo non essere mai sazia di nuove avventure. La vedo crescere, la vedo libera, sorridente e il fatto che si “allontani” da me mi rende stranamente serena e felice perché, alla fine, è ciò che ho sempre desiderato: essere l’arco che le permetterà di sfrecciare lontano. Go Claretta Go!
Miranda
15/11/2016 at 07:42
I don’t see any reason why you shouldn’t bring your kids with you during your tour, in fact, will love it being with you as always and I can say based on the face of you kid she really did enjoy. thanks for this tips it’s so helpful.
Elena Frosi
15/11/2016 at 09:51
Thank you so muche Miranda. To see our children smile is the best gift of life.
Mara
10/01/2017 at 23:01
Bellissimo
Elena Frosi
11/01/2017 at 09:36
Grazie Mara
Valentina
05/10/2017 at 21:16
Come si chiama il ranch nel Deserto Mohave ? Grazie
Pingback: Stati Uniti | Souri Trip
Silvia Fiorentini
24/11/2019 at 19:40
Ciao! Che begli articoli, complimenti!
Avrei una domanda: come avete fatto per l’altitudine? Cioè, il bambino ha avuto problemi? Perché in certi punti si superano i 2000 metri…consigli?