Benvenuti al Coppedè. Un mondo magico.
Ritorna l’appuntamento con gli amici dell’Associazione Culturale L’Asino d’Oro – un gruppo di entusiaste guide che organizzano tour a misura di famiglia nella bellissima Roma. Oggi ci portano in uno splendido quartiere, il Coppedè.
Camminando, camminando nel cuore di Roma con bambini è possibile quasi per caso scorgere tra gli alti palazzi un grande arco incantato che, con leoni, maschere e cavalieri, sembra proprio volerci invitare ad entrare. Così, pieni di curiosità, ci avviciniamo e scopriamo che non solo l’arcone ma anche i grandi palazzi laterali sono pieni di immagini! Su una alta torretta, che sembra quasi abitata da sentinelle e guarnigioni d’altri tempi, si scorge l’immagine di una fanciulla con le ali, un angelo che gli antichi greci e romani chiamavano Nike, cioè dea della Vittoria.
Accanto a lei si intravedono delle aquile, animali che con il loro alto volo dominano il cielo. Nella torretta di fronte, ecco sbucare giganti uomini e donne intenti a trasportare vasi e ceste stracolmi di frutta e fiori. Accanto, silenziosi ma fieri, ecco piccoli angioletti che in modo leggero e naturale sostengono festoni vegetali. Che meraviglia! Mai visto nulla del genere! E ora, guardando meglio, sull’arco ci sono molte decorazioni, tra cui uno stemma con delle sfere: si tratta dello stemma di una potente famiglia nobile che visse e governò Firenze molti secoli fa, i Medici.
Ma perché c’è questo stemma? E perché questo quartiere già da fuori sembra essere così strano e particolare? Perché il suo costruttore, Gino Coppedè, un uomo assai geniale e fantasioso, realizzò all’inizio del Novecento un luogo unico, ispirandosi sicuramente alle favole e alle città più famose di Italia, come Firenze, Roma e Venezia.
Con un po’ di emozione attraversiamo l’arcone e ci accorgiamo che qualcuno ci sta spiando: è l’immagine di Maria con il Bambinello in braccio, tutto proteso verso di noi, forse ci invitano anche loro a proseguire! Sempre sotto l’arco c’è un grande candeliere come quelli di una volta e poi ci sono delle api e dei polpi, simboli del mondo animale e del lavoro.
Cammina cammina si arriva ad una piazzetta davvero strana: qui al centro sorge una fontana dove quattro conchiglie giganti sono sorrette da otto giovanotti, che sputano acqua dalla bocca. In alto poi vi sono otto ranocchie: che si tratti di altrettanti principi da baciare?
Tutto intono invece sorgono altri palazzi… un po’ misteriosi! Da un lato c’è quello del Ragno… ma niente paura l’animale gigante non è vivo, ma solo riprodotto sopra il grande portale di ingresso! La leggenda racconta che quel ragno sia in realtà una fanciulla tramutata in mostro dalla dea Atena, che volle punirla perché si paragonò a lei. La giovane Aracne, questo il suo nome, aveva infatti osato sfidare la dea nella decorazione di un ricamo e la sua superbia era stata punita in modo così atroce: per tutta la vita avrebbe filato dalla sua bocca e mai più sarebbe tornata umana!
Il palazzo di fronte è invece detto di Cabiria dal nome di un famoso film di molti e molti anni fa: il portone di ingresso sembra infatti la bocca di un gigantesco mostro pronto a mangiarci in un sol boccone! Ma niente paura! Per fortuna anche qui è tutto finto!
Di fronte poi, si apre il vero incanto: il Villino delle Fate! Questa casa è davvero magica e il nome ci fa ben capire di cosa si tratti. Terrazzini, finestre decorate, scale surreali, tetti colorati, comignoli di ogni forma e dimensione si alternano a tante storie raccontate come in un vero e proprio libro, solo che qui è sulle pareti.
Vediamo infatti fare capolino alcuni personaggi vestiti come nel passato, tra cui riconosciamo il profilo di Dante e Petrarca, i due famosi scrittori e dietro di loro si intravedono i monumenti di Firenze e una fitta corte di donne e uomini eleganti. Poco più in là ecco sopraggiungere un corteo di suore e frati… ma dove staranno andando? E ancora tanti soli colorati e meridiane – gli orologi degli antichi – e poi si vedono salpare dei velieri con accanto leoni alati che reggono uno stemma, quello della città di Venezia. E poi ecco sopraggiungere la Lupa di Roma con i gemelli Romolo e Remo e ancora una albero sembra arrampicarsi lungo un balcone. Più avanti su una finestra, impervia una battaglia tra cavalieri, ma qualcuno subito ci conforta con la scritta in latino “Domus Pacis”, Casa di Pace.
In questo luogo le avventure sembrano non finire mai e quando meno te lo aspetti ecco sbucare un Gallo che si abbevera da una coppa, alcuni dadi da gioco e ancora leoni da cui gocciola l’acqua o vetri pieni di luce e colori! Poco dopo però il sogno finisce e ci ritroviamo nella solita città con i suoi palazzi tutti uguali… Quasi quasi mi viene voglia di “riaddormentarmi” e rientrare nel Coppedè: un mondo veramente magico!