Costa Rica con bambini: pura vida!
Avventura per tutta la famiglia.
Se siete alla ricerca di una vacanza attiva che combini natura, avventura, sole, sport divertimento e tanto ancora, la Costa Rica è la meta giusta per voi. Costa Rica con bambini
Siamo appena rientrati da due settimane e mezzo on the road attraverso posti magnifici e assolutamente adatti ad essere visitati con i bambini. Luoghi talmente belli che meritano assolutamente di essere condivisi.
Costa Rica con bambini: tutto è partito da San Jose
Punto di arrivo e tappa intermedia delle nostre scorribande è stata San Jose. La città è, a dire il vero, molto caotica e qui ci siamo limitati a visitare il mercatino dell´artigianato (Mercado Nacional de Artesanías) che per me ha sempre un certo fascino: ricco di oggetti in legno, farfalle di ogni tipo e da segnalare i classici chicchi di caffè ricoperti di cioccolato – buonissimi!
Non lontano dal mercatino, si trova il Teatro Nazionale, ideale per una sosta caffè.
Il parco cittadino della Sabana si presta bene per una passeggiata tranquilla e, a detta del nostro Davide, grande appassionato di calcio, assistere a una partita nello stadio della nazionale è davvero una bella emozione.
Tuttavia, quello che ci interessava davvero vedere era altrove e quindi ci siamo messi subito in viaggio. Ecco, allora, nel dettaglio il nostro itinerario in Costa Rica con bambini.
Cosa Rica con bambini, tappa dopo tappa
Va detto che in Costa Rica ci sono tantissime cose da visitare: in pratica questo Stato è tutto un parco nazionale, quindi bisogna fare delle scelte. E soprattutto considerare che le strade sono molto trafficate e spesso non asfaltate (consiglio vivamente la scelta di un’auto fuoristrada), il che allunga notevolmente i tempi di percorrenza. Alla luce di tutte queste considerazioni, abbiamo deciso di spezzare il viaggio on the road in tre tappe principali.
Il Parco Nazionale del Corcovado Costa Rica con bambini
Il primo spostamento verso sud, poco più di 300 Km per la gran parte costeggiando l’Oceano Pacifico, attraverso immense piantagioni di palme e ananas, ci ha permesso di arrivare nella penisola di Osa che ospita una riserva naturale eccezionale. Secondo il National Geographic in questo posto c’è la più alta biodiversità del mondo.
Quasi tutta la penisola è occupata dal Parco Nazionale del Corcovado, un’immensa area protetta che si può visitare solamente a piedi, con itinerari spesso molto lunghi che richiedono almeno 2-3 giorni. Vista la presenza di bambini (e anche di 2 nonni) abbiamo deciso di prenotare una visita guidata di mezza giornata che ci portasse nella foresta primaria, ma che non richiedesse camminate eccessive. Noi ci siamo trovati benissimo con Juan Carlos Araya Mesen (+506 98 63 7092; ) che ci ha fatto da guida: simpatico, disponibile e preparatissimo!
Siamo partiti da Porto Jimenez e dopo circa 40 minuti di percorso sterrato circondato da coltivazioni di legni pregiati abbiamo raggiunto la foresta, fermandoci più volte per osservare bradipi, tucani, picchi e i famosi pappagalli Ara Macao.
Nella foresta abbiamo poi fatto diversi incontri con le scimmie urlatrici, ma anche scimmie teste di morto e scimmie cappuccine, tanti uccelli – letteralmente richiamati dalla nostra guida – e rane coloratissime e altrettanto velenose.
Risaliti in auto, ci siamo affacciati sull’Oceano per poi proseguire a piedi alla volta della cascata King Louis.
Ci sono vari livelli, ognuno dei quali offre spettacoli bellissimi, ma senza dubbio eravamo intenzionati ad arrivare fino in cima, anche risalendo a tratti la cascata tirandoci su con delle funi: che avventura!
A seguire, un meritato relax in spiaggia, all’ombra delle palme con pappagalli e scimmie che ci facevano compagnia.
Durante la nostra permanenza in questa zona abbiamo soggiornato a Canaza, a pochi Km da Porto Jimenez, in una casa unica immersa nella giungla e non lontana dall´oceano. Un posto tranquillissimo, con un vero giardino tropicale semplicemente indescrivibile (Qui il link della casa presa in affitto su Airbnb).
Da Canaza partono diverse escursioni per avvistare delfini e balene, anche se noi siamo stati così fortunati da vederli proprio mentre stavamo facendo il bagno!
Sabalito, il vulcano Arenal e il parco nazionale del vulcano Tenorioano
Tornati a San Jose, dopo una sosta a Playa Dominical (paradiso dei surfisti), abbiamo percorso altri 300 Km verso nord diretti a Sabalito, in posizione strategica per visitare il lago del vulcano Arenal e il parco nazionale del vulcano Tenorio.
Il tempo in queste zone è estremamente variabile, quindi le escursioni vanno organizzate in maniera estemporanea a seconda del meteo.
Dopo aver verificato (chiamando a caso uno degli hotel della zona) che ci fosse buona visibilità all’interno del parco del vulcano Tenorio, abbiamo iniziato la nostra avventura su strade completamente sterrate e piene di buche a causa delle forti piogge dei giorni precedenti e, attraversando anche i paesini rasi al suolo dall´uragano che ha colpito queste zone a dicembre del 2016, abbiamo raggiunto la nostra meta.
Anche qui è vivamente consigliato affidarsi a una delle guide specializzate che si trovano all’ingresso del parco (contrattando il compenso dovuto), dove tra l´altro si possono anche noleggiare stivaloni di gomma (in mancanza di scarpe da trekking) e gli impermeabili che di sicuro serviranno.
Il percorso nel parco è bellissimo: le stesse piante da appartamento che a casa mia quasi stentano a sopravvivere, qui sono enormi e rigogliose. Abbiamo anche scoperto che i bradipi dormono per 2 giorni di fila dopo aver mangiato la foglia del guarumo , che invece per le scimmie pare avere un effetto allucinogeno…
Abbiamo visto l’albero dal quale si ricava l’ibuprofene e anche il palmito che lì mangiano in insalata e attraverso ruscelli, su pietre scivolose e tanto fango ci siamo addentrati nella foresta pluviale.
La camminata, che dura circa 3-4 ore, è mediamente impegnativa, spesso scivolosa e ripida e permette di raggiungere un punto panoramico dal quale godere della vista della vetta del vulcano (in assenza di nuvole…), una bella laguna e un punto in cui l´acqua letteralmente ribolle a causa delle esalazioni di gas del vulcano (ci si arriva anche “a naso” seguendo l´intenso odore di zolfo).
Ma le attrazioni principali sono il punto di formazione del Rio Celeste e la cascata.
La leggenda narra che il Rio Celeste sia il luogo in cui Dio ha pulito i suoi pennelli dopo aver dipinto il cielo, una poetica interpretazione della reazione chimica che avviene fra due sostanze di origine vulcanica che determina la colorazione blu.
Va detto tuttavia che, nel caso in cui ci siano state abbondanti piogge e il cielo sia troppo coperto, il fiume non appare propriamente blu come in queste foto, ma tende più al verdino. Lo spettacolo naturale è comunque grandioso.
L´ultima tappa della nostra passeggiata nel parco è stata la cascata.
Tutto sommato questo parco nazionale non ha poi così tanti visitatori, sicuramente questo è dovuto al fatto che non è proprio semplicissimo da raggiungere.
Decisamente più turistica è invece la zona del lago Arenal, che prende il nome dall’omonimo vulcano. L’elenco delle cose da fare è infinito e anche qui, manco a dirlo, si trova un parco nazionale.
Noi abbiamo scelto di fare un percorso che, attraverso sentieri e ponti sospesi, permette di godere appieno del meraviglioso paesaggio offerto dalla foresta pluviale e del panorama del vulcano Arenal.
Per poi rilassarci in una delle tante terme con l’acqua naturalmente scaldata dal vulcano. Vi sono diversi stabilimenti termali fra cui poter scegliere.
Dai più lussuosi (Tabacon e Baldi per esempio), a quelli più economici (come Laurel, una specie di parco acquatico frequentato – molto frequentato… – da famiglie, con acque termali ma anche piscine di acqua fredda e scivoli). A pensarci bene, avremmo forse potuto optare per un bagno termale assolutamente gratuito. Accanto al parcheggio di Tabacon, sulla sinistra c’è una strada in discesa. Seguendola e passando sotto un ponte si arriva a un punto in cui l´acqua calda che esce dal vulcano scorre fra una serie di pietroni: ed ecco una piscina assolutamente naturale.
La Costa Atlantica Costa Rica con bambini
Terza e ultima grande tappa di questo bellissimo viaggio è stata la Costa Atlantica. Altri 200 Km verso sud, spesso in fila dietro enormi camion Chiquita e Del Monte che proprio qui raccolgono banane e ananas, esportate poi in tutto il mondo.
Dopo Limon, la strada costeggia l´oceano e fra una bancarella e l’altra di gente del luogo che vende olio di cocco o pipa fria (noce di cocco fresca con cannuccia per poterne bere il succo) si arriva a Cauhita, un piccolo borgo dall´atmosfera rilassata, molto giamaicana: stradine sterrate, qualche bar e ristorante, musica ovunque e una lunghissima spiaggia direttamente inserita nel parco nazionale.
Abbiamo alloggiato in un posto da favola, immerso nel verde e sapientemente ideato da Cedric e sua moglie Audrey che mi sento di consigliare caldamente; il posto si chiama Passion Fruit Lodge.
È il punto di partenza ideale per gite a Porto Viejo e Manzanillo (mare e spiagge), per fare un giro in kajak a Punta Uva (noleggio da Pacho´s Place), per il tour del cioccolato a Bri Bri o magari per un fare un salto a Panama nel bellissimo arcipelago di Bocas del Toro che non è poi così lontano.
Per chi ama i cavalli, non può mancare una bellissima escursione al galoppo lungo l’oceano, per poi addentrarsi nella giungla in cerca di bradipi, tucani, coloratissime farfalle e piante rigogliose.
Qui abbiamo anche trovato la pianta del cacao e ne abbiamo assaggiato il frutto. Noi ci siamo appoggiati a Brigitte Cahuita ( sito internet a questo link), che mette a disposizione cavalli docili, robusti e ben tenuti.
Sicuramente c’è ancora tanto da raccontare, ma concludo consigliando a chi decide di girare in auto di installare Waze – un´app che abbiamo usato come navigatore e che ci ha portati a destinazione anche nei posti più assurdi -, di fermarsi a mangiare nelle numerose Sodas, localini lungo le strade con cibo tipico e sempre fresco e di acquistare la frutta dai venditori ambulanti (mango, anguria, papaya, melone, passion fruit, guanabana, guayaba, ananas, banane, platano,… tutto delizioso!) che si trovano sia in città che lungo l´autostrada.
Alla prossima!
claudio
21/07/2017 at 20:12
Ciao. Siamo Claudio, Romina e Paola (8 anni). Il 26 agosto partiremo per il Costarica e stiamo studiando l’itinerario. Secondo voi la passeggiata del Rio Celeste è troppo impegnativa o faticosa per una bambina? Paola è una buona camminatrice ma l’ostacolo fango, pioggia, umidità un pò ci preoccupa. Anche perchè saremo nella stagione umida. Grazie.