Alesia, un parco dove Giulio Cesare conquistò la Gallia

cover Alesia

 

alesia_asterix«Alesia? Cos’è Alesia? Nessuno sa dove sia Alesia!»
Nelle avventure di Asterix, il famoso Gallo amico del portentoso Obelix che Giulio Cesare non riusciva a battere, la città di Alesia è trattata con disprezzo e solo citarla fa saltare i nervi a più di un personaggio.

Qualcuno di voi non la ricorderà invece per i fumetti, ma per le lezioni di latino del liceo.
Perché Alesia è la città francese dove Giulio Cesare, al comando dell’esercito romano, sconfisse Vercingetorige, il capo dei Galli, e riuscì così infine a conquistare tutto il territorio di quella che oggi è la Francia, annettendolo all’impero romano (tutto tranne il villaggio di Asterix, appunto, secondo il fumetto. Ma questa è fantasia).
La storia ci dice che invece la conquista fu totale, e avvenne nel 52 avanti Cristo.

Per molto tempo è stato difficile per gli storici collocare il luogo esatto in cui si trovasse Alesia, ma ora sono praticamente tutti concordi – secondo le interpretazioni del De Bello Gallico, scritto proprio da Giulio Cesare – a indicare la cittadina di Alise-Sainte-Reine, alle pendici del Monte Auxois, in Borgogna.

Oggi si può visitare questo sito storico e scoprire molte cose grazie al bellissimo MuséoParc Alesia, inaugurato nel 2012.

Cos’è il MuséoParc

Durante il nostro viaggio in Borgogna la scorsa estate, abbiamo messo in conto un paio d’ore per visitarlo. Per fortuna ci siamo tenuti larghi con i programmi, perché siamo entrati dopo pranzo (abbiamo fatto un pic nic nell’area attrezzata nel prato proprio vicino al parcheggio) e siamo usciti nel tardo pomeriggio.

 

Il MuséoParc Alesia

Il MuséoParc Alesia

 

Il paesaggio è dominato dal Centro di Interpretazione, praticamente l’edificio del museo nel senso più classico.
Ma di classico all’interno c’è ben poco: moderno, interattivo, con tanti servizi, a misura di adulti e bambini.

La struttura è molto bella, progettata da Bernard Tschumi – architetto della Villette di Parigi e del Museo dell’Acropoli di Atene – per integrarsi con il paesaggio, con tanto legno, le vetrate e soprattutto il giardino sulla terrazza panoramica.
La forma circolare rappresenta l’accerchiamento subito dai Galli, mentre il reticolato di legno simbolicamente ricorda le fortificazioni romane, e praticamente fa da scudo termico e riduce il dispendio di energia.

centro di interpretazione internoIl percorso interno propone davvero tantissime informazioni, storiche e geografiche. Se avete bambini che stanno studiando la storia romana, qui è meraviglioso.

All’inizio del percorso ci hanno fornito di audioguide, diverse a seconda della lingua (ci sono anche in italiano) e dell’età: per adulti e per bambini.

Io ho preso quella per bambini e l’ho trovata fatta davvero bene: spiegazioni semplici ma precise di quello che si trova lungo le stanze.

Si entra attraverso una galleria, passando in mezzo alle statue che rappresentano i protagonisti della battaglia di Alesia: Galli da una parte e Romani dall’altra.

C’è uno schermo a 360° con cannocchiali ottici che mostra tutto il panorama intorno, mentre la voce dell’audioguida indica in che direzione guardare per vedere dove si trovano le città di oggi e dove si trovavano quelle di allora allora e in quali direzioni.

La voce ci racconta la storia di Giulio Cesare, e quella di Vercingetorige, che è rappresentato senza volto (perché non si sa ancora che aspetto avesse).

Sono illustrate le tecniche di combattimento attraverso tanti pannelli interattivi e anche la ricostruzione di due macchine da guerra.

Di tutto questo, quello che ha appassionato di più le nostre bambine, è stato… il cinema.

In una vera e propria sala col grande schermo è proiettato un film di una decina di minuti, che riassume la vicenda delle sette grandi battaglie che portarono Cesare alla vittoria e Vercingetorige alla resa.
Fuoco e incendi, combattimenti cruenti, morti a terra… ebbene, Nene ha voluto vederlo due volte, e ne ha parlato per giorni. E io che sono pacifista…

La ludoteca

Al piano terra del Museo si trova una stanza dedicata ai bambini tra i 3 e gli 8 anni, dove un animatore propone loro delle attività mirate sul tema e legate alla storia.

Noi non ne abbiamo usufruito, principalmente per la questione della lingua.

Le ricostruzioni all’aperto

La parte forse più suggestiva è quella esterna. Una grande pianura in mezzo alla quale sono state ricostruite le fortificazioni romane a grandezza naturale, con torri di guardia, tende, fossati di protezione e le macchine da guerra usate allora.

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È davvero molto bello, e dà proprio l’impressione di essere in un vero accampamento: non solo dal punto di vista estetico, ma per la precisione storica con cui sono ricostruite le difese.

Oltre alle torri di guardia che vedete nelle foto (questo è il centro dell’accampamento romano), sono stati costruiti i muraglioni di difesa, e poi oltre è possibile osservare da vicino le diverse linee difensive che i Romani avevano installato per rallentare e sorprendere gli attacchi dei nemici: un cerchio attorno all’accampamento con il fossato, e un altro concentrico con rami e bastoni infilzati nel terreno, in cui i nemici che si avvicinavano di notte e al buio rimanessero impigliati e feriti, causando almeno il rumore che servisse a dare l’allarme alle sentinelle.

Tutto questo, a vederlo con i propri occhi, risulta semplice, comprensibile… e affascinante.

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In questo spazio, circa ogni ora (vi danno il programma del giorno all’ingresso) sono effettuate delle dimostrazioni di combattimenti, in cui le guide del museo, vestite con gli abiti e le armature tradizionali, illustrano le tecniche di combattimento usate dai Romani e dalle varie tribù galliche, che avevano ciascuna usanze e modalità diverse.

 

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Le spiegazioni sono lunghe e dettagliate e purtroppo solo in francese, ma consigliatissime a chi capisce la lingua perché intervallate da tante battute e sketch. Le bambine hanno faticato a seguire i momenti parlati, ma sono rimaste incantate davanti ai combattimenti.

 

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Le vestigia della città gallo-romana e la statua di Vercingetorige

Il MuséoParc comprende non solo la ricostruzione della città all’epoca della conquista della Gallia, ma i resti della città stessa.

Noi abbiamo scelto di non visitarli perché le bambine erano molto stanche, ma per raggiungerle dovete mettere in conto un’oretta di cammino, oppure dovete riprendere l’auto e guidare per un quarto d’ora.

Si trovano in cima al Monte Auxois, dove inizialmente era l’oppidum gallico, e dove – dopo la sconfitta – la città continuò a vivere sotto il dominio romano, specializzandosi nell’attività artigiana della lavorazione del bronzo.

Credit: MuséoPArc Alesia

Credit: MuséoPArc Alesia

Si possono vedere le rovine del teatro, del tempio e di alcuni monumenti sacri, della basilica (e cioè centro non religioso ma civile, del tribunale e dei commerci), del foro, dei quartieri degli artigiani con le loro abitazioni.

 

Infine, la grandiosa statua di Vercingetorige (anche questa dista 5 minuti in auto o 40 di cammino dal Museo), alta 6,6 metri e realizzata in rame, commissionata da Napoleone III nel 1865.

Curiosità: abbiamo detto che non si conosce il reale aspetto di Vercingetorige, in questa rappresentazione il suo volto è ispirato a quello di Napoleone III stesso.

Con l’aggiunta dei lunghi capelli e dei baffoni, che noi associamo ad Asterix e all’immaginario collettivo dei Galli, ma che le scoperte storiche hanno ormai smentito.

 

Nei dintorni

Vi segnaliamo alcuni luoghi dei dintorni che abbiamo visitato, che sono a pochi chilometri di distanza, e che secondo noi valgono davvero la pena: la città medievale di Semur-en-Auxois (è a 15 minuti) e l’Abbazia di Fontenay (a 20 minuti), enorme e tenuta benissimo. Vale davvero il biglietto.

 

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Semur-en-Auxois

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Abbazia di Fontenay

A meno di 10 minuti invece trovate Flavigny-sur-Ozerain, un villaggio medievale dove accanto all’antica abbazia trovate una fabbrica di anice: non uscirete senza aver assaggiato ogni tipo di caramella e averne fatto scorta.

Flavigny-sur-Ozein

Flavigny-sur-Ozerain

Flavigny in realtà è segnalato in molti diari di viaggio per un altro motivo: la piazzetta del paese è quella dove è stato girato il film Chocolat, con Juliette Binoche, il Johnny Depp dei tempi migliori e la sempre splendida Judi Dench.

Il villaggio è carino, con tanti scorci suggestivi, ma l’abbiamo trovato un po’… spento, vuoto, quasi triste.
Ma già che ci sei, una sbirciatina dentro la vetrina della cioccolateria non la vuoi dare?!

La vetrina di Chocolat

La vetrina di Chocolat

Altre info – Tariffe MuséoParc Borgogna- 2016

In alta stagione:

Biglietto completo MuséoParc adulti: 12 euro
Biglietto completo MuséoParc bambini: 7 euro

Solo vestigia gallo-romane adulti: 4 euro
Solo vestigia gallo-romane bambini: 2,50 euro

Solo Centro di interpretazione adulti: 10 euro
Solo Centro di interpretazione bambini: 6 euro

Statua di Vercingetorige: accesso libero

Sotto i 4 anni le bambine non hanno pagato

 

Il sito ufficiale: www.alesia.com

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One Response to Alesia, un parco dove Giulio Cesare conquistò la Gallia

  1. Ester Rispondi

    17/03/2017 at 15:49

    Da sempre innamorata della Francia e della lingua francese, la costa atlantica è la mia seconda casa ma abbiamo in programma un viaggio anche in Borgogna! Non conoscevo l’esistenza di questo parco, merci ?

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