Varsavia con i bambini: il Centro di Copernico e il Museo dell’insurrezione
La nostra seconda giornata a Varsavia è cominciata all’insegna di un cielo cupo e nuvoloso. Le promesse di pioggia ci hanno fatto optare per un programma di visite che comprendesse soprattutto luoghi al coperto (ma anche all’aperto naturalmente). Abbiamo percorso ancora una volta la via Reale per andare e a prendere la nuova linea della metropolitana inaugurata due anni fa. Si scende con lunghe scale mobili, pulizia ovunque, frequenza di arrivo dei treni ogni 5-7 minuti. In poco tempo eccoci a bordo diretti al Museo che più attira i ragazzi (ma non solo):
Copernicus Science Center. Il Centro Copernico per la scienza si affaccia sul fiume Vistola nei pressi della seconda statua delle Sirenetta (la più nota è quella in Piazza del Mercato, nella città Vecchia). Il suggerimento è di andarci la mattina presto perché durante la settimana si riempie di scolaresche e nei week-end di famiglie. Il rischio di stare un po’ in coda è quindi la norma.
Non esiste un percorso definito: ognuno se lo crea a seconda degli interessi, delle proprie curiosità e del tempo a disposizione. La visita può quindi durare un’ora così come un’intera giornata Il Museo non ha guide, ma “animatori” che propongono attività a bambini ed adulti.
Oltre agli exibit permanenti vi sono periodicamente anche mostre temporanee. Il Copernicus Science Center è davvero impressionante. La filosofia? Pochi cartelli con lunghe spiegazioni piuttosto l’invito a sperimentare e provare. I bambini ne vanno matti. Perché ognuno trova la sua dimensione e i “giochi” scientifici adatti. Vi sono infatti aree specializzate seconda dell’età dei giovani visitatori.
Come Buzz, l’area da 0 a 5 anni d’età, dove i piccoli toccano, annusano, demoliscono e costruiscono. E giocano con l’acqua. Re Generation è invece dedicata agli over 14 aiuta: li aiuta ad a indagare i sentimenti, i ruoli sociali, la politica i media. Vi sono test e quiz per capire cosa accade quando proviamo amore, tristezza, prendiamo decisioni, diciamo bugie.
Molto “gettonati” sono le sperimentazioni nel campo della fisica e della matematica, dell’elettromagnetismo, delle onde e delle vibrazioni. Al primo piano c’è una sezione molto interessante che invita a verificare i limiti del proprio corpo attraverso la corsa, il sollevamento di pesi, prove di equilibrio.
Per sensibilizzare sull’handicap si viene invitati a fare un percorso seduti su di una carrozzella, mettendosi quindi nei panni di chi non può camminare. Nostro figlio ci ha provato e si è reso conto di quanto sia difficile spostarsi a causa delle barriere esistenti e, di conseguenza di quello che si dovrebbe fare per facilitare la vita a chi l’ha già più complicata di noi: davvero istruttivo. Interessante anche la Light Zone con il focus sulla luce e le illusioni ottiche. Un Museo davvero ben fatto, difficile da lasciare…
I giardini sopra il tetto della Biblioteca universitaria. All’uscita del Centro Copernico per la scienza una pausa “verde” è d’obbligo: per ritemprarsi e far tranquillizzare i figli dopo lo “scatenamento” nel Museo. Basta fare quattro passi, attraversare la strada ed eccoci in un ambiente molto più silenzioso: la Biblioteca universitaria. Questa è ospitata in un edificio moderno con all’interno negozi e bar mentre all’esterno è dotata di meravigliosi giardini pubblici.
Il verde è ovunque, persino sui tetti! Vi sono terrazzi e terrazzamenti con opere di land art e dall’alto si gode una magnifica vista sul fiume Vistola!
Museo dell’insurrezione di Varsavia. Il Museo dell’insurrezione è una tappa imperdibile per chi visita Varsavia. Un simbolo e un grande insegnamento per tutti: una sconfitta non è un fallimento, ma un nuovo punto di partenza. Soprattutto quando si è fatto del proprio meglio con passione e dedizione totale. Questo abbiamo spiegato a nostro figlio. E questo vengono a far capire ai loro figli i polacchi che ne affollano le sale. Il Museo dell’Insurrezione si trova all’interno di una ex centrale elettrica e racconta in maniera dettagliata gli avvenimenti della rivolta dei polacchi contro i tedeschi che avevano invaso la loro città e prima dell’arrivo dell’Armata rossa.
Tutto cominciò il primo agosto del 1944 e terminò 63 giorni dopo. Il bilancio? 180.000 abitanti morti (la metà venne assassinata); 500.000 cacciati e circa 400.000 abitanti finirono nel cosiddetto “campo di transito”.
Entrare nel museo è come tornare indietro nel tempo. All’ingresso del Museo campeggia la riproduzione di una strada di Varsavia insorta, con tanto di trincee, primi piani di palazzi abbandonati, fori di proiettile e scritte di esortazione a resistere sugli edifici. Mettendo l’orecchio sul muro in metallo, all’ingresso, si sente il “battito del cuore” della città! Vi sono video e ricostruzioni dettagliate, documentari, fotografie e reperti storici, come l’aereo Liberator che riforniva cibo e armi agli insorti.
Vera e propria calòamita è la replica del bombardiere Liberator B-24J (nella foto sopra). Da non perdere il filmato City of ruins, una ricostruzione in 3D della città in rovina nel 1944, frutto del lavoro del regista polacco Tomek Baginski.
Una sezione è dedicata ai bambini coraggiosi, scout in testa, che diedero il loro aiuto come staffette per portare messaggi e posta spesso muovendosi nei cunicoli sotto la città. Insomma, una visita davvero toccante e istruttiva. Per tutti.
Parco multimediale delle fontane. Visto che il tempo ha continuato ad essere magnanimo seppur nuvoloso, ci siamo spostati ai piedi del Castello dove si trova il recente Parco Multimediale delle Fontane. All’ingresso c’è un bel parco giochi dove abbiamo fatto una tappa strategica dopo la camminata.
Quindi eccoci alle fontane: quella principale, che si estende per circa 2 200 m², e una fontana perimetrale, lunga 120 m, che funge da “organo ad acqua”.Seguire l’andamento dei getti d’acqua è ipnotizzante. I bambini poi hanno a disposizione due aree dove giocare spruzzandosi a piacere.
Nostro figlio ha così fatto una vera e propria doccia ed è arrivato al Bed & Breakfast ancora bagnato…
La sera, dopo cena, siamo ritornati al Parco Multimediale per assistere allo spettacolo “Acqua – Luci – Suoni” in programma tutti i giorni da maggio a settembre (il venerdì e il sabato anche con i laser) dalle 21 in avanti. Gli zampilli sono illuminati da luci colorate proiettate da quasi 300 riflettori al LED. Durante lo spettacolo, sui giochi d’acqua vengono proiettate animazioni al laser. Un grande “Oh” di meraviglia è uscito spontaneamente da molti quando è apparsa l’immagine della sirena che dopo qualche momento si smaterializza dal monumento e si tuffa nelle acque del fiume, per poi ricomparire a bordo di una macchina “Warszawa” in giro per le strade della città. La musica di sottofondo? Brani di Chopin naturalmente e anche musica pop.
Informazioni pratiche: Ente Nazionale polacco per il turismo
A Varsavia inoltre è consigliato farsi accompagnare da una guida. Joanna Bonini, sposata da oltre vent’anni con un italiano, è la persona giusta: estroversa, gentile e profonda conoscitrice della città, ha creato un blog e, con una collega, ha aperto un’agenzia che propone tour “su misura” sia cittadini che in tutta la Polonia.