Basta negoziare con le piccole pesti!

Stili genitoriali, strategie educative, tattiche di insegnamento … quante se ne sentono e leggono su giornali, TV, libri e sitidel tutto onesta, cado sempre nella trappola. Leggo e ascolto con la diligenza di una bambina al suo primo giorno di scuola. Mi applico, prendo appunti e poi provo a mettere in pratica… e puntualmente ne esco vinta e stressata. Perchè ho sempre l’impressione che i miei bambini siano in continua evoluzione e che i loro comportamenti non siano mai uguali a quelli descritti nei libri. E ogni volta che una tecnica osannata dagli esperti non funziona con i miei figli, io mi sento sempre un fallimento come mamma.

In particolare, c’è un concetto con cui ho fatto spesso a pugni: quello delle scelte. Dare delle opzioni ai bambini in modo da imporre loro una scelta dovrebbe, in teoria, rinforzare la loro autonomia. Forse, coloro che credono in questo concetto non combattono 24 ore su 24 con i propri figli su cosa mangiare, a cosa giocare e cosa indossare. Forse loro, molto semplicemente  e con tutta la calma di questo mondo, chiedono:  ” caro il mio bambino, vuoi giocare con le costruzioni oppure preferisci disegnare?” E il bambino, di fronte alla scelta imposta, prende con stoico eroismo la sua decisione e si sente il re del mondo. Funziona cosi, giusto?

NON PER ME E I MIEI BAMBINI!  In uno dei miei momenti  “OhDioCosaMaiPossoFareConQuesteDuePesti??“, mi è venuta in mente la tattica delle scelte. E ho chiesto ai due tiranni: “cosa volete per cena? potete scegliere tra pasta con il sugo oppure pasta con la verdura”. Ed uno dei due mi ha guardato seraficamente e mi ha detto: “voglio i biscotti con il latte”.

Di fronte a due alternative, i miei figli regolarmente ne scelgono una terza. Ignorano del tutto la mia generosità, la libertà che gli sto offrendo e si presentano con la loro personale, quasi sempre inaccetabile, terza alternativa. Ora, non ho dubbio che la tattica delle scelte funziona per alcuni bambini. Forse funziona per la maggior parte dei bambini! Ma non per i miei. E’ inutile, non c’è scampo. Penso che il processo mentale dei miei figli sia qualcosa del tipo: “bè, se posso scegliere tra pasta con il sugo o pasta con la verdura, perchè non scegliere la mia colazione preferita? La mamma vuole che io sia felice, e latte con i biscotti è ciò che mi rende felice”.

Quindi, dopo un’attenta autoanalisi, io e mio marito siamo giunti alla conclusione: basta negoziare con le piccole pesti! Per colazione, pranzo o cena c’è quello che c’è. E, che ci crediate o no, funziona!  Dopo i primi tentativi di boicottarci, hanno capito che se non mangiano quello che gli diamo, non avranno nient’altro dopo (nemmeno il latte della buonanotte! e credetemi, questo per loro è un vero dramma!!).  Certo, combattiamo ancora su certe cose. Leonardo per esempio non vuole mai indossare quello che io gli preparo la mattina, scelta o non scelta. E qualche volta… bè, in certe occasioni permettiamo ancora che a decidere siano loro. Ma solo se pensiamo che, qualcunque sia la loro scelta, questa non influisca sulla routine giornaliera che abbiamo impostato.

Durante il fine settimana, ad esempio, parliamo spesso di cosa fare insieme. Una passeggiata? La bicicletta? la spesa all’ipermercato con le giostre? Ed è divertente vederli contenti, quando facciamo quello che scelgono loro. Per le cose importanti invece (importanti per una loro sana crescita, intendo), la routine viene organizzata da mamma e papà. E non è negoziabile… Ovviamente, non c’è nessuna garanzia che funzioni per tutte voi! Ma sono abbastanza fiduciosa… Fatemi sapere! Alla prossima!

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