L’aereo e le mamme viaggiatrici: odio o amore?
Vi ricordate del Circolo delle Mamme Viaggiatrici? Ve ne avevo parlato qualche giorno fa e oggi, finalmente, ci accingiamo a pubblicare il nostro primo post! L’argomento scelto è: il mezzo di trasporto preferito per un Family Trip. Eh già, come ci si muove meglio se si è pargolo-muniti?
Secondo la mia esperienza, dipende dalla meta e dal tipo di avventura che si insegue. Per quel che ci riguarda, ogni mezzo è quello giusto. L’importante è uscire, viaggiare, esplorare. Bicicletta, automobile, camper, autobus, treno, aereo o tandem. Tutto fa brodo!
Devo dire però che io e la mia famiglia amiamo entrare in contatto con culture molto diverse dalla nostra. Quindi, spesso, i nostri viaggi implicano lunghe, lunghissime distanze da coprire per giungere a destinazione. In questo caso -a meno che non si abbiamo mesi di ferie a disposizione – non c’è che un’unica soluzione: l’aereo.
Con l’aereo ho un rapporto di odio-amore. Volare per me è sempre stato sinonimo di libertà. Ho sempre volato. E ho fatto paracadutismo, attraversato 17 stati americani su un biposto, sperimentato con coraggio tre atterraggi d’emergenza e persino provato l’aliante! Ancora oggi adoro l’atmosfera che si respira in aeroporto, osservare le case che diventano puntini man mano che si va in alto, attraversare le nuvole e ritrovarmi a migliaia di km di distanza dopo solo qualche ora. E anche i miei figli si divertono un mondo.
Ma devo ammettere che non sempre volare è cosi idilliaco. Con le gravidanze e, forse complice un volo particolarmente turbolento su Londra, è arrivata anche l’ansia. E la paura. Ma come? Una mamma viaggiatrice che ha paura di volare?! Ebbene si. Non c’è da vergognarsene. Ma nemmeno da farsi condizionare.
Vediamo se questa scenetta vi è familiare… Immaginate di stare su un Boeing 737 a circa 10.000 metri di altezza, quando improvvisamente l’aereo inizia a tremare. E, come se non bastasse, si sentono tutti i rumori più strani del mondo. Si cominciano ad avvertire miliardi di variazioni rispetto ad un presunto equilibrio che tiene su l’aereo. Sarà normale oppure un segnale che qualcosa non va bene? Non sarà mica che stiamo per precipitare? E se ci spezziamo in due? Poi, arriva il temutissimo messaggio del Capitano: ”Signori e Signore, si prega di allacciare le cinture di sicurezza” e, mentre le assistenti di volo corrono al loro posto, qualche spaurito viaggiatore comincia a guardarsi intorno e osserva di nascosto le reazioni degli altri passeggeri. Perché forse non è un’emergenza, ma ci si sente certamente come stesse per accadere la fine del mondo!
Niente paura. Sappiate che delle turbolenze i piloti non se ne preoccupano affatto. E, poiché sanno che non rappresentano un problema, raramente i maledetti pensano a rassicurare i passeggeri. Anche se le statistiche non possono ridurre totalmente la nostra risposta emotiva in caso di turbolenze, voglio comunque condividere con voi qualche simpatico fattarello, nella speranza che diano anche a voi la stessa sicurezza che hanno dato a me in fatto di aerei:
1. I piloti usano il bagno durante le turbolenze, poiché generalmente è proprio durante una turbolenza che la toilette di prima classe è sicuramente libera!
2. Gli aerei sono progettati per sopportare molta più forza di quanta una turbolenza può produrre. Non ci credete? Guardate il sito www.hurricanehunters.com. Queste persone volano attraverso tremendi uragani e rimangono lì per delle ore e non succede nulla. Mi sono chiesta, e sicuramente ve lo chiederete anche voi: ma le ali non vengono strappate via? La risposta è semplice: no. Le ali di un aereo sono costruite per essere flessibili come una canna da pesca: hanno una flessibilità tale da potersi flettere verso l’alto e verso il basso di almeno 50 gradi sull’orizzonte (condizione mai raggiungibile nella realtà). Per esempio, durante una tempesta le ali di un Jumbo possono piegarsi per 18 metri, 9 in alto e 9 in basso senza spezzarsi!
3. Le turbolenze sono semplicemente un dato di fatto, un fenomeno naturale. La rotazione della Terra provoca quella che comunemente viene definita “corrente a getto” (jet stream): ossia venti zonali che fluiscono da ovest verso est. I piloti cercano di “cavalcare” la corrente quando l’aereo viaggia verso ovest e di evitarla se invece si vola verso est. Quando l’aria della corrente (che viaggia a oltre 1.200 km/ora) si scontra con aria ferma, crea dei “dossi”. In questo caso, il naso dell’aereo si solleva per superare il dosso e, ovviamente, si abbassa quando l’ha superato. Capita che ci siano molti di questi dossi, uno dopo l’altro. E questa si chiama turbolenza.
4. Ciò che si avverte ad elevate latitudini è in realtà solo uno spostamento di qualche metro. Questo è il mio nuovo mantra, quando volo. Anche se sembra che l’aereo si sia abbassato improvvisamente di migliaia di metri, in realtà è soltanto la perdita e il recupero di pochi metri di quota. Ma allora perché la turbolenza sembra così grande? Semplicemente, perché si viaggia a velocità molto alte. La migliore analogia è quella di un dosso superato in auto. Se stiamo guidando a 30 km/h, probabilmente lo avvertiamo appena. Ma se lo superiamo a 80 km/h, di sicuro l’impatto verrà avvertito in maniera molto più forte.
Vi sente meglio ora? Io si. E pronta per il prossimo volo!
Questo è il post numero uno del Circolo delle Mamme Viaggiatrici. Chissà cosa hanno scritto sui ”Mezzi di trasporto con i bambini” Monica, Silvia, Alessandra, Melissa e Silvana. Se siete curiosi, date un’occhiata ai loro blogs!
Viaggi e Baci
21/03/2012 at 21:05
Mamma mia! Ma hai fatto la scuola aereonautica???
Quasi quasi potresti proporti a una qualche compagnia aerea per delle azioni anti-panico da presentare ad-hoc durante i viaggi turbolenti, visto che loro da sole non ci pensano … forse ne uscirebbe un bel business!
The Family Company
22/03/2012 at 07:53
Quando ero ragazzina, frequentavo i cadetti dell’aeronautica militare eh eh eh! Dici che sarà stato quello?? A parte gli scherzi, sai che la tua non è affatto una cattiva idea?!
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Letizia
12/04/2012 at 19:17
Ecco allora non mi sento l’unica scema. Ho sempre viaggiato, sempre viaggerò ma il terrore mi resta… soprattutto da quando anch’io ho beccato una mega turbolenza andando a Londra mentre facevo da group leader a studenti delle elementari in vacanza studio. Dovevo tranquillizzarli, tutti che piangevano e urlavano e io che avrei pianto più di loro. Adesso che ho letto i dettagli tecnici li rielaborerò nel mio cervello e mi torneranno utili nel prossimo volo tra un paio di settimane!!!! Per fortuna i miei bimbi per ora sono felici appena vedono un aereo…
The Family Company
13/04/2012 at 07:09
Ah Letizia, come ti capisco!!! Non è che eravamo sullo stesso aereo per Londra?! Siamo nella stessa barca; per fortuna la voglia di viaggiare è talmente tanta… sarebbe un peccato farsi bloccare dall’ansia. Buon viaggio con i tuoi piccoli! Facci sapere come va!!!
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valentinavk
24/04/2012 at 20:08
mi aggiungo a coloro che volano di continuano…e continuano ad avere paura!! per fortuna dovermi occupare della piccola viaggiatrice mi assorbe cosi’ tanto che alla fine ho tempo di tremare e fare gli scongiuri solo in partenza e atterraggio! (mio marito invece e’ di quelli che sale in aereo, si allaccia la cintura, si fa il segno della croce, e dorme fino ad atterraggio finito quando meta’ dei passeggeri sono gia’ scesi…che bella coppia che siamo!)
The Family Company
24/04/2012 at 20:11
Come invidio tuo marito, Valentina. Anche il mio fa così! In comune non abbiamo solo il nome e la paura di volare !
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