Il Mio Amico Museo: appuntamenti per bambini a Milano
marzo 20th, 2015
… in un tempo imprecisato, tre bimbi sempre in cerca di fantastiche avventure. Non avevano molto: uno zaino ben serrato sulle spalle, una bussola antica per non perdere mai la via di casa e, tra le mani, una vecchia mappa di montagna con una grande X e il nome di una meta lontana… Altopiano della Paganella. Era lì che dovevano andare. Gli era stato detto che fosse un luogo magico, l’unico dove poter realizzare il loro grande sogno: volare.
Fu così che il loro viaggio ebbe inizio. Seguendo i sentieri indicati dalla mappa, si avventurarono tra boschi, pascoli sconfinati e cime talmente alte da toccare il cielo. Camminando, si accorsero che il silenzio intorno… parlava. Si, un silenzio parlante. Possibile? Raccontava di faggi e abeti secolari, di prati rigogliosi, di trasparenti ruscelli, di animali liberi e di ardite guglie da scalare.
“Ma queste montagne sono magiche!” pensarono i tre bimbi. E ricordarono le parole di quell’anziano signore che, saputo del loro desiderio di volare, gli aveva fatto dono della mappa: “Se volete volare, è quassù che dovete andare. Su questi monti incantati, dove tutto – gli alberi, l’erba, le pietre e persino l’aria – viene ricoperto da una polvere scintillante chiamata dolomia…”
“La dolomia? Che cos’è la dolomia?” chiesero i bimbi. ” E’ magia, bambini. Che colora il cielo con i colori del sole e trasforma le montagne in mare….” rispose l’anziano signore.
“Trasformare le montagne in mare?! Ma come è possibile?” incalzarono i bambini.
“Avventuratevi e vedrete. Seguite il percorso indicato dalla mappa. Arriverete in un paesino fatato di nome Molveno, adagiato sulle sponde di un lago le cui acque non gelano mai, nonostante la neve cada copiosa durante i rigidi inverni. Quando il verde dei prati si unirà con l’azzurro del lago, saprete di aver trovato il “mare dei monti“.
“Poi, cercate una Bandiera Blu sulla sua spiaggia. Non appena la vedrete – come per magia – il mondo si capovolgerà e sarete catapultati in un universo fatto di fantasia. Giocateci, divertitevi. Riscoprirete il dono dell’immaginazione. Dopodiché, continuate il vostro viaggio. Solo così riuscirete a trovare le chiavi per… volare “.
E così fu.
Spronati dalle sibilline parole del misterioso vecchietto, Leonardo, Alessio e Federico pedalarono instancabili tra tornanti e sentieri. Arrivarono sull’altopiano incantato della Paganella, trovarono il paesino di Molveno e il lago che sapeva di mare. Scovarono la Bandiera Blu delle sue spiagge e tutto intorno divenne una giostra di profumi e colori. Proprio come aveva detto l’anziano signore.
Dopo aver provato il mondo a testa in giù, continuarono il viaggio seguendo le indicazioni della mappa. La seconda tappa aveva un nome misterioso: Belfort. Continuarono a pedalare, fino a quando, dopo una curva, apparvero le rovine di un castello. Incuriositi, si fermarono. Il cancello sembrava chiuso, ma Alessio, il più temerario dei tre, provò a spingere e con un clack sinistro, il pesante portone di ferro si aprì lasciando entrare i tre amici in fila indiana.
I bimbi iniziarono a correre lungo le mura, fin sotto i resti dell’imponente torre merlata, quando – improvvisamente – udirono uno scricchiolio provenire da una vecchia finestra. Il rumore li spaventò e si strinsero forte l’uno accanto all’altro.
Restarono così per quello che sembrò un tempo infinito, in silenzio, orecchie tese, i cuori che battevano all’impazzata e gli occhi sgranati. Dei passi, un suono di tacchi incessante e poi la vista di una figura femminile che avanzava verso di loro, abiti antichi e lunghi capelli biondi. “Un fantasma, scappiamo!” gridò Leonardo. Ma, in quello stesso istante, la sinistra figura si rivelò ai tre piccoli esploratori.“Benvenuti nel Castello di Belfort, amici miei. Sono Orsola e regno sulle terre di Spormaggiore da moltissimi anni. Vi stavo aspettando”.
Impietriti, i tre non riuscirono a proferir parola, divisi tra l’istinto di fuggire e la curiosità per il sorprendente incontro. Poi, ripensarono al mondo fatato di Molveno e alle parole del vecchio signore “riscoprite il dono dell’immaginazione…”. Così, restarono. Nel silenzio, Orsola riprese a parlare: “Siete venuti qui per volare. Ma, per realizzare il vostro sogno, dovrete superare delle prove. Avete già incontrato il mondo capovolto, che è il regno del gioco e della fantasia. Portatelo sempre con voi. Ora è il momento delle virtù. Incontrerete tre animali e ognuno vi darà la chiave di un talento che dovrete imparare ad usare, se volete volare.”
“Ma chi sei tu? Come fai a sapere queste cose? Come facciamo a … ? ” domandò imbronciato il piccolo Federico. Orsola lo interruppe dolcemente e gli chiese di prendere la mappa che teneva nella tasca. Poi, invitò tutti a riguardarla con attenzione. Come per magia, quel tratto a carboncino che li aveva spinti dalla città fino a Spormaggiore, si era colorato delle tinte dell’oro. Ora indicava una nuova pista da percorrere e tre animali da incontrare: le api, i lupi e gli orsi, veri padroni di questa valle.
“Prima di lasciarvi andare,” continuò Orsola, “voglio farvi un regalo”. Il fantasma toccò così lo zainetto di Leonardo, che si fece improvvisamente pesante. Sfiorò poi la bussola che Alessio serrava tra le mani e quella, magicamente, divenne d’oro. “Vi serviranno al momento giusto” e in quello stesso istante, Orsola scomparve dalla loro vista. Attoniti e silenziosi, dopo qualche minuto, i tre amici si lasciarono alle spalle il castello e seguendo nuovamente la mappa. Il primo animale da trovare erano le api.
Anche se tutti e tre erano convinti che quell’insegna non c’era poco prima, a pochi passi dalle rovine del castello svettava un cartello amaranto di fronte ad una casa: Apicoltura Castel Belfort. Un grande prato e sotto le fronde di un albero, cinque arnie blu. Intorno silenzio. Ma, come i tre avanzarono, udirono lo sciame al lavoro Bzzz, Bzzz, Bzz.
Non sapevano bene come comportarsi, cosa fare per recuperare la chiave che rappresentava la prima virtù. E così Leonardo, Alessio e Federico sollevarono i coperchi e tutte le api cominciarono ad uscire. Nel caos generale, l’Ape Regina si avvicinò e si fermò davanti ai loro occhi. Sembrava quasi parlare, ma in un codice a loro ancora sconosciuto. Fino a quando Alessio si ricordò di Orsola e avvicinò all’ape la bussola d’oro.
Ed ecco che, magicamente, il codice sconosciuto si trasformò in una lingua a loro comprensibile mentre dolce nettare dorato copriva le loro manine: “Imparate l’arte del fare. Provate sempre a creare qualcosa di unico” disse l’Ape Regina “Siate sempre operosi e non perdete mai la voglia di cimentarvi in nuove attività”.
Un sorriso illuminò i loro volti. Avevano capito come recuperare le altre due chiavi. e si resero conto che, in fondo, quelle erano le chiavi che aprivano le porte del cuore. Guardarono la mappa: il secondo animale era una lupa. Correndo felici a perdifiato, salirono su per la montagna, alla ricerca di Sissi, Lucia e Vanessa, le tre giovani lupacchiotte che insieme a tre goffe orse, abitavano il Parco Faunistico di Spormaggiore.
Si accorsero di non essere più soli. Gufi, linci, pavoni e altri animali correvano insieme a loro, tenendogli compagnia. Quali nuovi insegnamenti la seconda chiave avrebbero riservato loro? Lo scoprirono presto, perché i loro occhi vispi non impiegarono molto tempo a scovare, mimetizzate tra gli alberi, le tre giovani lupe, in branco. I bimbi accostarono la bussola d’oro agli animali ed ecco che Sissi, il capobranco, diede loro la seconda chiave: “ State insieme. Come in un branco. Nella complicità, nel rispetto e nel gruppo, troverete la forza”.
E proprio come un branco, uniti più che mai, si voltarono in cerca del terzo animale: l’orso. Solitario per antonomasia ma che, dall’ascolto del proprio silenzio, si rende forte, audace e di buona volontà.
Tanto instancabile quanto attento al rispetto del proprio riposo, alla vista della bussola magica, l’enorme orso bruno consegnò la chiave del coraggio nelle mani di Leonardo, Alessio e Federico: “Non abbiate paura di osare. Abbiate sempre il coraggio di sognare, di provare e di rischiare. Seguite il vostro cuore e la vostra intuizione”.
Le tre chiavi erano state conquistate. E i preziosi insegnamenti custoditi in fondo al cuore. Stanchi ma felici, i bimbi cercarono una radura per riposare. Non mangiavano dalla sera prima e i pancini vuoti cominciavano a brontolare. “Ho fame!” si lamentò il piccolo Fede. “Si, ma non abbiamo niente da mangiare!” disse Alessio. Pensieroso, Leonardo si ricordò di Orsola e aprì lo zaino che al tocco della donna era diventato così pesante. C’era un dolce messaggio, che li incoraggiava ad apprezzare i cibi genuini, quelli che sanno di tradizione e di amore… Perché il cibo è amore. Parla della terra da cui proviene e delle mani che l’anno cucinato. Il cibo è meraviglia, anima, estro, fantasia.
I volti dei bambini si riempirono di sorpresa, quando videro che lo zaino era pieno di quella fantasia! Canederli, formaggi d’alpeggio, marmellate, miele e tante altre bontà…
Sazi e felici, ripresero il cammino, seguendo la loro amata mappa. Il cerchio finalmente si chiuse e i tre piccoli esploratori si ritrovarono nuovamente a Molveno, lì dove ebbe inizio questo meraviglioso viaggio. E lì dove iniziava la funivia che li avrebbe portati verso la meta finale: quelle cime che sembravano abbracciare le nuvole. L’emozione bloccava quasi il respiro. Il cuoricino batteva più forte…
Con un cigolio quasi impercettibile ed un balzo in avanti, il carrello cominciò a salire. Sotto di loro, il lago immenso, le case, gli alberi e le persone diventavano sempre più piccoli.
Una volta a destinazione, un bivio. Ma la mappa corse ancora una volta in loro aiuto: dovevano seguire le frecce per il Croz Altissimo.
L’ultimo tratto era da percorrere a piedi, tra dirupi e cime imponenti. Impegnativo per i tre piccoli esploratori.
Ma essi si ricordarono delle tre chiavi conquistate: spirito di gruppo, coraggio e voglia di intraprendere nuove avventure. E seppero che ce l’avrebbero fatta. Insieme. Aiutandosi a vicenda nei tratti più difficili e con la voglia di osare e di arrivare dove non erano arrivati mai.
Perché vivere la montagna è anche questo. Fu così che Federico, Leonardo ed Alessio giunsero fin sulla cima del Croz. E lo videro. Videro quel cartello scolpito nel legno. E seppero di essere arrivati alla fine del loro meraviglioso viaggio “Take off – Decollo“.
Un’ultima curva e poi… solo la brezza leggera che muoveva una serie di vele colorate. Erano le ali curvilinee del parapendio. Da lì a poco avrebbero volato. Trovarono le imbragature, i caschi e un istruttore che li stava aspettando. Una piccola rincorsa e poi… giù nel vuoto. Senza cadere. Leggeri, fluidi e fieri come aquile reali. Lassù, senza rumore, in compagnia dell’aria e del vento. Delle nuvole e del battito del proprio cuore. Il loro sogno si era avverato. Stavano volando dalla cima del Croz.
Occhi spalancati, menti leggere e piedi penzoloni. Lì sotto, l’azzurro del lago, il verde dei boschi e l’imponenza delle montagne. Che però sembravano quasi sottomettersi a quei piedini tremanti mentre si allungavano per fendere l’aria.
Il sogno di una vita si stava avverando, qui tra i panorami meravigliosi della Paganella. Ed un urlo esce quasi istintivamente. Niente può trattenerlo: “Sto volando!“.
Un’ultima magia. La favola si trasforma in trailer. Ecco il nostro video su questi magici luoghi esploratati dai nostri piccoli esploratori.
Per tutte le informazioni pratiche su come trasformare questa favola in realtà insieme ai vostri bimbi, presto arriveranno tutti i dettagli, altre foto e altri post. Stay tuned!
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Con questo post io e Alessandra partecipiamo al contest organizzato dall’APT Dolomiti Paganella “Best Blogger del Dolomiti Paganella 2013 Summer Contest”. Se il nostro racconto vi ha emozionato e volete aiutarci a vincere, lasciate un commento qua sotto oppure votate il nostro post sulla Pagina Facebook Dolomiti Paganella. Vincerà l’articolo che ha ottenuto maggiori commenti e condivisioni. La votazione potrà essere effettuata dal 25 giugno (al momento della pubblicazione dei post sulla pagina Facebook) sino alla mezzanotte dell’8 luglio.
Foto & Reportage: Alessandra Granata
Testi: Alessandra Granata & Valentina Cappio
Post-produzione: Alessandra Granata & Valentina Cappio
michela simoncini
24/06/2013 at 08:20
Bel racconto e belle foto ^_^
Valentina Cappio
24/06/2013 at 08:33
Ma grazie!!!!!! Detto da te, per noi, vale doppio!
Alessandra Granata
24/06/2013 at 09:05
Tutto lavoro di squadra!!!! Grazie Michela del tuo commento!
viaggiebaci
24/06/2013 at 11:18
bellissima favola … l’ho letta come se fossi una bambina, quella bambina che ha sempre sognato di saper volare e a 40 anni riesce a farlo solo sulle ali della fantasia!!!
Come mi sarebbe piaciuto che ci fosse anche Samir, lui che quell’orso e quelle api le ha incontrate quando aveva solo 2 anni e forse non le ricorda più …
Valentina Cappio
24/06/2013 at 13:09
Bè Monica, le ali della fantasia sono le ali più belle e più potenti che ci siano.
Sarebbe bello poter volare tutti insieme. Il mio augurio a noi tutte è quello di riuscire a staccare la spina per un po’, ritagliarci un paio di giorni per noi e vivere la favola insieme a Samir, Leonardo, Federico e Alessio. Che dite, ce la faremo?
Elena Valli
24/06/2013 at 11:27
Credo uno dei più bei raconti di viaggio che abbia mai letto. Davvero emozionante. Bravissime
Valentina Cappio
24/06/2013 at 13:10
Grazie Elena. Il tuo commento scalda il cuore. E’ stato un duro ma bellissimo lavoro di squadra. E siamo innamorate di ciò che è uscito fuori. Anche perchè la meta è di quelle da vivere fino in fondo… Un abbraccio cara!
Alessandra Granata
03/07/2013 at 13:47
Grazie mille Ele!! Magari potessimo metterlo davvero in un libro illustrato!!!
pizzo76
24/06/2013 at 19:53
bellissimo! è stato un weekend da urlo e un grande piacere conoscervi! complimenti :))
Valentina Cappio
24/06/2013 at 20:25
Andrea grazie!!!!! Siete stati tutti splendidi ragazzi! A prestissimo!!
Alessandra Granata
03/07/2013 at 13:47
Confermo!!! Grazie a tutti della splendida compagnia!!
Carla
25/06/2013 at 10:48
Ma che favola bellissima! Ecco, ora mi è venuta voglia di passare qualche giorno da quelle parti. La Paganella deve essere davvero splendida per i bimbi. Grazie di cuore!!
Valentina Cappio
25/06/2013 at 10:56
Carla grazie!!! Si la Paganella è decisamente a misura di bimbo. Se pensate di andare, approfittate se paganella family festival di questi giorni, con tante offerte e attività per le famiglie. Noi ci ritorniamo questo we! Magari ci incontriamo la?! A presto!!!
Alessandra Granata
03/07/2013 at 13:49
Vai Carla!! Credo sia davvero da provare in tutti i colori dell’anno…immaginate dopo l’azzurro dell’estate i caldi colori autunnali o il bianco della neve???!! Organizziamo dai!
lea de negri
25/06/2013 at 14:14
mi son ritrovata con le lacrime agli occhi!Bellissimo racconto e bellissimo insegnamento:mai smettere di sognare!
Valentina Cappio
25/06/2013 at 17:16
Ma grazie Lea! Che bellissimo complimento! Proprio cosi… mai smettere di sognare. Ma in Trentino è facile.
Alessandra Granata
03/07/2013 at 13:49
Emozione è leggere questo tuo commento! Grazie a te!
Alessandra Granata
26/06/2013 at 00:52
Ma grazieeee!!! Valentina ha ragione, in Trentino sognare è davvero alla portata di tutti, grandi e piccini e per volare davvero basta chiudere gli occhi, immaginarsi ancora bimbi ed essere pronti a spiccare il volo…come in un sogno!
Chris
26/06/2013 at 07:48
Bellissimo racconto letto tutto d’un fiato, veramente entusiasmante; mi fa venir voglia di tornare in quei luoghi…incantati.
Valentina Cappio
26/06/2013 at 12:25
Bè Chris, detto da te… che emozione! Grazie davvero!
Alessandra Granata
03/07/2013 at 13:50
E’ stato un onore, un piacere e grande arricchimento vivere questo we con 2 viaggiatori come voi! Grazie Chris
Ambiez Suite Hotel Andalo
26/06/2013 at 08:44
Che splendido racconto e foto meravigliose! Non si poteva raccontare in modo migliore tutta la magia della nostra splendida X , detta anche Altopiano della Paganella
Grazie di cuore!
Valentina Cappio
26/06/2013 at 12:25
Grazie di cuore a voi che siete passati di qua, che fate accoglienza da favola, in un territorio da favola, che credete nelle famiglie e nei bambini, e ci permettete di vivere dei momenti meravigliosi! A prestissimo!
Alessandra Granata
03/07/2013 at 13:51
Grazie a voi di questo commento…ma con voi si gioca facile…è tutto splendido in Trentino!!
Stefania
26/06/2013 at 12:38
Ma che fantastico racconto! In bilico tra sogno e realtà!
Complimenti Valentina Cappio, leggo sempre molto volentieri i tuoi post ma stavolta sono rimasta davvero sbalordita!
Valentina Cappio
26/06/2013 at 12:42
Grazie Stefy! E’ un lavoro fatto a 4 mani con Alessandra Granata. Ci siamo divertite tanto a scriverlo e ne siamo davvero orgogliose. Un abbraccio!
Kiala
26/06/2013 at 13:50
Letto tutto d’un fiato …e quasi quasi torno indietro e ricomincio a leggere!!! Fantastico! Incredibile come le parole abbiano il potere di traslarti in luoghi lontani …mi è sembrato di vivere la vostra vacanza! Grazie!
Valentina Cappio
26/06/2013 at 16:55
Ma grazie Kiala!!! E’ vero, le parole hanno un potere enorme e speriamo che le nostre abbiano fatto venir voglia di andare lì, a toccare con mano quella magia…
Stefy&Pat
26/06/2013 at 13:52
Post incredibilmente coinvolgente! Dovrebbe esser letto da tantissime famiglie! Bravissime!
Valentina Cappio
26/06/2013 at 16:55
Grazie di cuore! Speriamo che tante famiglie leggano, si incuriosiscano e volino insieme a noi!
Alessandra Granata
03/07/2013 at 13:52
Grazie ragazzi!! Questo commento ci scalda il cuore!
Katia
27/06/2013 at 08:38
Non sono un’amante della montagna; ho sempre preferito il mare. Però questa favola fa sognare agli occhi aperti. Mi avete convinta! Questa estate, ci proviamo. Per le nostre bimbe deve essere splendido!
Alessandra Granata
03/07/2013 at 13:54
Grande Katia! Anche io per tanti anni ho voluto solo il mare…ora sono un pò nella fase solo monti…ma l’importante è cercare di apprezzare il bello che quest’Italia ci regala in ogni regione!! Prova, prova la montagna e i suoi prati rilassanti che invitano al gioco..vedrai che le tue bimbe si divertiranno un mondo!
emanuela
27/06/2013 at 08:48
Che bello il parco con gli orsi e i lupi! Ma è sicuro per i bimbi?
Valentina Cappio
02/07/2013 at 16:28
Sicurissimo Emanuela! Gli animali sono in semi libertà. Ossia hanno tantissimo spazio, ma l’area è comunque recitata per cui non c’è assolutamente nessun pericolo. Un abbraccio!
Valentina Cappio
03/07/2013 at 07:22
Katia, io sono nata a Napoli e ho il mare nel sangue. Ho scoperto la montagna da “grande” e me ne sono innamorata. C’è cosi tanto da fare sia per gli adulti che per i bambini. E il contatto con la natura è rigenerante. Nel corpo e nell’anima. Provaci… e poi, fammi sapere. Un abbraccio.
Alessandra Granata
03/07/2013 at 13:54
Certo!! Non si scherza sulla sicurezza! E’ tutto recintato e i bimbi non posso scappare dentro
Manuela
29/06/2013 at 10:38
Ogni reportage di Paganelladaurlo che ho visto e letto si differenzia dall’altro..
Siete riusciti tutti a cogliere qualcosa di diverso e di speciale.
Bellissime foto (quella con la zampetta dell’orso è adorabile)!
Valentina Cappio
02/07/2013 at 16:25
Grazie di cuore Manuela. E grazie ad Alessandra per le bellissime foto!
Alessandra Granata
03/07/2013 at 13:56
Questo è il bello del nostro lavoro! Ognuno con le proprie personalità, peculiarità e attitudini!! Complimenti alla Paganella e al Trentino che credono in queto tipo di promozione e danno a noi lo stimolo per fare sempre qualcosa di meglio, più innovativo e diverso dal solito
beatrice
03/07/2013 at 10:41
La qualita’ delle informazioni su questo sito ? davvero alta. Ci sono un sacco di buone risorse qui. Di sicuro visitero’ il vostro blog di nuovo molto presto.
Valentina Cappio
04/07/2013 at 07:53
Grazie Beatrice. Siamo contente che hai apprezzato il nostro racconto! A prestissimo!
simona
03/07/2013 at 13:51
Complimenti, questo post ha davvero stimolato il mio interesse.
Valentina Cappio
04/07/2013 at 07:53
Grazie Simona! Ti vedremo sulle cime della Paganella?
Lorena
03/07/2013 at 18:06
che brividi! e il video è bellissimo! Vorrei essere là. a volare con voi.
Valentina Cappio
04/07/2013 at 07:52
Grazie di cuore Lorena!
Si provano emozioni forti alla paganella. E siamo felici che il nostro racconto le abbia trasmesse. Un abbraccio
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